Brasile: Michel Temer è accusato di corruzione
27 Giugno 2017 - 9:12AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il presidente del Brasile, Michel Temer, è stato formalmente
accusato di corruzione davanti al Supremo tribunale federale dalla
procura generale brasiliana, guidata da Rodrigo Janot, sulla base
delle denunce fatte dall'imprenditore pentito Joesley Batista.
Secondo l'ex numero uno della Jbs, leader mondiale della
produzione della carne, Temer avrebbe guidato un gruppo di politici
che agivano come un "sindacato criminale", accettando tangenti in
cambio di finanziamenti da parte di banche statali e di favori a
livello di regolamentazione.
Un rappresentante del presidente brasiliano ha rifiutato di
rilasciare commenti sull'accaduto, in precedenza però Temer ha
negato le accuse affermando di non volersi dimettere. Per iniziare
il processo davanti alla Corte Suprema del Paese è necessario il
voto di due terzi del Congresso.
Lanciata nel 2014, l'operazione "Lava Jato" è passata
dall'occuparsi di riciclaggio di denaro a diventare la più grande
macchina anti corruzione di sempre. Le indagini hanno alimentato
uno stato di turbolenza politica quasi costante, contribuendo alla
più profonda crisi economica del Brasile da più di un secolo e
portando nel 2016 all'impeachment dell'ex presidente, Dilma
Rousseff.
Con la nomina di un secondo capo dello Stato in poco più di un
anno, alcuni brasiliani hanno iniziato a chiedersi se il prezzo che
il Paese sta pagando per sradicare la corruzione dal Paese non sia
troppo alto. La produzione economica pro capite del Brasile è scesa
di circa l'11% da quando "Lava Jato" è entrata in azione, portando
milioni di lavoratori a perdere la loro occupazione. Inoltre,
secondo gli economisti, con un deficit di bilancio superiore al 9%
del Pil, il Paese ha disperatamente bisogno di fare delle riforme
per evitare una potenziale crisi del debito.
Il Tribunal Superior Eleitoral, noto come Tse, ha assolto Temer
dall'accusa di aver ricevuto fondi illeciti per la campagna
elettorale del 2014, un caso che avrebbe potuto costringerlo alle
dimissioni. "Non si può sostituire un presidente ogni ora, anche se
si vuole", ha dichiarato il presidente del Tse, Gilmar Mendes. La
decisione è stata ampiamente criticata anche dalla stampa locale,
con il quotidiano O Globo che ha titolato "il Tse ignora le
prove".
A tutta questa situazione però, i cittadini brasiliani non hanno
risposto con le proteste di piazza che hanno scosso il Paese nel
2013 e nel 2016. "Senza il sostegno della popolazione, l'operazione
lava jato non si sarebbe concretizzata e senza il suo appoggio
morirà prima di quanto dovrebbe", ha dichiarato Carlos Fernando dos
Santos Lima, procuratore della prima task force anti
corruzione.
Per la classe politica del Paese, le indagini costituiscono un
grave pericolo, soprattutto dopo la testimonianza di Batista, che
ha distrutto la convinzione di molti politici secondo cui il
Governo di Rousseff sarebbe stato un "agnello sacrificale per i
procuratori, mentre è stata soltanto la prima vittima di un
processo di cambiamento politico più profondo", ha commentato Chris
Garman, political analyst di Eurasia Group.
Il Partito del Movimento Democratico Brasiliano, Pmdb, starebbe
agendo dietro le quinte per influenzare la scelta di un nuovo
procuratore generale in sostituzione a Janot, quando il suo mandato
terminerà a settembre. Lo ha riportato un senatore del movimento
stesso. "Vogliamo votare le necessarie riforme per liberarci dalla
dittatura dei procuratori", ha dichiarato Darcísio Perondi, membro
de Congresso e del Pmdb, "Temer è indispensabile", ha aggiunto.
Tuttavia, la scarsa popolarità dell'attuale presidente, con solo
il 7% dei brasiliani che approva il suo Governo, secondo un
sondaggio di Datafolha, limita la disponibilità degli altri
politici ad esporsi per Temer. "Molti deputati sono preoccupati
riguardo alla loro possibilità di essere rieletti", ha riferito
David Fleischer, professore di scienze politiche dell'Università di
Brasília.
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June 27, 2017 02:57 ET (06:57 GMT)
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