"Basta attacchi strumentali. "Non c'è dubbio che noi abbiamo subito una sconfitta elettorale e dobbiamo recuperare il consenso perduto, nelle fasce più deboli della popolazione in particolare. Ma la soluzione non è un accordo di ceto politico che vada da Alfano a Pisapia, come proposto da Franceschini", sottolinea Orfini".

Lo afferma in un'intervista a Repubblica, Matteo Orfini, presidente del Pd, riferendosi alla pioggia di critiche di Romano Prodi, di Walter Veltroni, di Dario Franceschini sul segretario del Pd, Matteo Renzi e la sua linea politica a seguito del risultato delle elezioni amministrative.

Poi, continua "discutiamo. Per questo è stata convocata la Direzione il 10 luglio però a patto di avere rispetto per il Pd, che non è di Renzi, non è di Orfini o di Franceschini ma dei suoi elettori. Al nostro congresso circa 2 milioni di italiani hanno scelto un leader, Matteo Renzi e una linea politica. Il Pd è di quei 2 milioni di elettori".

A Prodi che è in cerca di un altro campo democratico Orfini replica: "credo che tutti dobbiamo abbassare i toni e cercare di evitare divisioni. Lo dico prima di tutto a me stesso: questo spettacolo sta sconcertando i nostri elettori. Prodi è un punto di riferimento per tutti noi e nessuno gli ha chiesto di portare più lontano la sua tenda. Anzi la smonti e torni a casa. A me farebbe piacere se riprendesse la tessera del Pd".

Inoltre, secondo Orfini "è surreale pensare che logorando il Pd si arrivi più vicini al socialismo, così si apre la strada a Matteo Salvini". In sintesi, "il Pd deve essere come l'abbiamo pensato, un luogo in cui soggetti civici, realtà associative possano sentirsi a casa. Tutti quelli interessati a costruire questo progetto sono i benvenuti. Noi apriamo il cantiere venerdì e sabato con l'assemblea dei circoli a Milano", conclude.

pev

 

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June 29, 2017 03:29 ET (07:29 GMT)

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