Un po' per volta la Nigeria sta cominciando a rimborsare all'Eni parte di una colossale esposizione per 1,66 miliardi di euro riconosciuta anche dai lodi arbitrali.

Si tratta, scrive MF, di una cifra dovuta da Nnpc (Nigerian national petroleum corporation) a vario titolo, così come sono diverse anche le modalità di cui si sta discutendo per il rimborso. Lo stesso sta avvenendo anche con gli altri gruppi petroliferi esteri, come ExxonMobil, Chevron, Shell, e Total , che dal 2010 al 2015 insieme ad Eni hanno accumulato crediti verso Nnpc e le sue consociate per un totale che il governo nigeriano ha stimato per adesso in circa 5,1 miliardi di dollari (4,3 miliardi di euro al cambio attuale).

In questo modo il Paese africano cerca oltre che di rifarsi un'immagine, anche di sbloccare investimenti futuri da parte delle oil company, calcolati dal ministero delle Risorse petrolifere in circa 15 miliardi di dollari.

Le negoziazioni sul rientro dei crediti vanno avanti con modalità differenti con ciascuna delle compagnie petrolifere creditrici e sarebbero state avviate dalla primavera scorsa. Un accordo transattivo vero e proprio con Eni , per esempio, deve ancora essere raggiunto, ma intanto qualcosa di quei soldi sta cominciando a rientrare. Per ora si tratta di appena 30 milioni di euro, cifra modesta rispetto all'ammontare complessivo, ma il meccanismo messo in moto con quel piccolo anticipo è un buon segnale.

Le basi dell'accordo in via di negoziazione prevedono, per cominciare, il recupero di crediti per 318 milioni di euro per costi di investimento in due progetti petroliferi. L'importo definitivo che il gruppo guidato dall'ad Claudio Descalzi conta di incassare è in corso di definizione, e sarà rimborsato attraverso l'assegnazione di carichi di greggio di Nnpc nell'arco di tre anni. Vanno considerati poi, crediti pregressi per 638 milioni milioni di euro che Eni vanta in qualità di operatore dei giacimenti per costi che la compagnia di Stato nigeriana, in qualità di partner, avrebbe dovuto coprire di suo.

In questo caso, niente barili ma soldi. Eni ha previsto un rimborso in dollari Usa, riservandosi anche parte dei proventi della vendita degli idrocarburi prodotti da iniziative di sviluppo cosiddette a ridotto rischio minerario (rig-less). L'obiettivo è riuscire ad azzerare il credito entro 5 anni.

red/cce

 

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August 16, 2017 02:35 ET (06:35 GMT)

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