Se non è una rivoluzione, poco ci manca. La recente decisione dell'Agenzia delle Entrate, che nello specifico ha riguardato il bando per lo sviluppo dell'area privata di Arexpo, potrebbe cambiare radicalmente il mercato delle concessioni immobiliari e generare un vero e proprio boom degli investimenti. Il provvedimento in sintesi stabilisce che una società che concede l'utilizzo di terreni a un investitore per un determinato numero di anni non sia più costretta a pagare le imposte derivanti da questo accordo in un'unica tranche iniziale (come se l'operazione riguardasse la cessione di un «bene» e quindi una plusvalenza) ma possa invece dilazionare il pagamento al fisco di anno in anno, man mano che viene incassato il canone legato al contratto di concessione, come se questo canone fosse un ricavo del concedente.

Facendo un esempio concreto, scrive MF, Arexpo nel gennaio 2017 ha indetto una gara per l'affidamento dell'ideazione, dello sviluppo e della gestione di un progetto di rigenerazione urbana di una parte dell'area che ha ospitato Expo (quella privata, cioè non legata allo Human Technopole o all'Università Statale). L'affidamento avverrà tramite una concessione di gestione dell'area che prevede la costituzione di un diritto di superficie a tempo determinato (99 anni) contro il pagamento di un corrispettivo annuale. Ed ecco la rivoluzione: fino a pochi giorni fa, ipotizzando l'incasso di un canone attualizzato intorno ai 700-800 milioni (per tutta la durata della concessione, quindi 99 anni), la società guidata da Giuseppe Bonomi avrebbe dovuto pagare subito circa 200 milioni di euro tra Ires e Irap, mentre con la nuova decisione dell'Agenzia delle Entrate le imposte saranno pagate di anno in anno in base al canone incassato da Arexpo.

red/lab

 

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September 08, 2017 02:12 ET (06:12 GMT)

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