Dietrofront sul golden power. Vivendi, che sembrava aver fatto buon viso a cattivo gioco a fronte delle prescrizioni governative su Telecom I., ora ha cambiato idea e sta invece studiando il ricorso.

Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che il gruppo transalpino si è limitato a un "no comment" di rito, ma la linea sarebbe stata dettata direttamente dal gran capo di Parigi, Vincent Bollorè, che si sarebbe accorto - ragionando sulla portata degli obblighi imposti a Telecom con l'esercizio dei poteri speciali - che da una parte avrebbe perso margini d'azione sul gruppo, pur avendo dichiarato a fine luglio l'avvio dell'attività di direzione e coordinamento, e dall'altra che si sarebbe trovato nella condizione- se avesse deciso di uscire dall'avventura telefonica -di non poter vendere la partecipazione se non a qualcuno gradito al Governo, probabilmente "al meglio".

Tutt'altro che soft l'impatto della nuova unità organizzativa, prescritta da Palazzo Chigi a presidio di difesa e sicurezza nazionale, che, affidata a un funzionario del Dis, avrà ampia voce in capitolo su tutte le attività strategiche, non solo Sparkle e Telsy, ma anche sulla rete Telecom.

Ci sono 60 giorni di tempo, a decorrere dalla data del provvedimento (16 ottobre), per ricorrere al Tar del Lazio. Con un implicito azzardo: a meno che sia concessa la sospensiva d'urgenza, o Telecom si adeguerà alle prescrizioni entro i 90 giorni dettati dal decreto, oppure scatteranno le previsioni del comma della legge 56/2012 che potrebbero portare fino alla vendita coatta della quota di Vivendi (23,94%) entro 12 mesi.

Comunque, prosegue il giornale, un contenzioso amministrativo destinato a prolungarsi per almeno un paio d'anni rischierebbe di paralizzare l'azienda. La decisione di ricorrere è maturata mercoledì in tarda serata nel corso di un consulto con i legali del gruppo francese.

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October 20, 2017 02:26 ET (06:26 GMT)

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