Saranno i consulenti di Deloitte Consulting a verificare che il valore della partecipazione del 35% di Poste Italiane nel bilancio di Cassa Depositi e Prestiti sia quello corretto. La società di consulenza è stata scelta tra le quattro preselezionate dalla spa guidata da Fabio Gallia e Claudio Costamagna. Il bando era stato lanciato in vista della messa a punto del bilancio 2017 di Cdp, che allo scopo ha avviato una gara per l'affidamento di "un incarico di consulenza contabile e valutativa inerente la purchase price allocation richiesta dal principio contabile internazionale Ifrs3 relativo all'acquisizione del 35% del capitale sociale di Poste Italiane", come si legge nel bando del valore di 150 mila euro per un lavoro di cinque mesi. A ottobre 2016, come noto, Cassa è diventata azionista del gruppo postale in seguito alla sottoscrizione da parte del Tesoro di un aumento di capitale da 2,9 miliardi di Cdp, che era stato liberato mediante il conferimento da parte del ministero della sua quota del 35% di Poste. L'operazione aveva il doppio obiettivo di rafforzare il bilancio di Cdp e aumentare le sinergie con le Poste. Secondo i calcoli di ottobre il 35% di Poste era stata valutato appunto 2,93 miliardi di euro e iscritto nel bilancio di Cdp per lo stesso importo.

Oggi, spiega MF, quella medesima partecipazione in borsa vale un centinaio di milioni in meno (circa 2,8 miliardi) ma non è questa differenza ad aver convinto Cassa a chiamare in campo dei consulenti. Essendo il 35% di Poste una "partecipazione di collegamento" per Cdp, per la quale per esempio Cassa non esprime consiglieri nel cda del gruppo postale, (come avviene anche per il 25,7% di Eni ), il valore a bilancio non è quello a fair value, che deve corrispondere al valore di Borsa, ma è legato al patrimonio netto della partecipata. I consulenti di Deloitte dovranno quindi piuttosto verificare che i 2,9 miliardi calcolati dal ministero dell'Economia il 20 ottobre scorso siano allineati al valore del patrimonio netto di Poste Italiane a quella stessa data. Eventuali correzioni nell'attivo o nel passivo dovranno essere indicate nel bilancio 2017 che Cassa Depositi e Prestiti sta predisponendo. In particolare in quello consolidato mentre per il bilancio individuale di Cdp resta valido il criterio di costo.

red/lab

 

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December 08, 2017 04:46 ET (09:46 GMT)

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