Risultati al 30 GIUGNO 2022 – Come nel primo semestre 2021, anche in quello del 2022 Antares Vision ha visto aumentare i ricavi ma peggiorare i margini reddituali. Il giro d’affari complessivo è salito del 12,8% a 86,3 milioni, ed in particolare i ricavi caratteristici sono aumentati del 14% a circa 85,5 milioni. A parità di perimetro, escludendo Acsis acquisita nel primo trimestre 2022 che ha contribuito per 2,7 milioni. l’incremento dei ricavi sarebbe stato del 9,5%. Per quanto riguarda l’andamento nelle diverse aree geografiche, in Italia vi è stata una flessione del 28,1% a 11,9 milioni, in Africa e Medio Oriente del 26,4% a 4,2 milioni e in Asia del 7,4% a 6,7 milioni; per contro in Europa vi è stato un incremento dell’11,6% a 29,5 milioni (trainato dall’Est Europa che nel primo semestre 2021 aveva evidenziato una forte riduzione delle vendite per l’entrata in vigore della normativa sul tracciamento farmaceutico che era avvenuta nel 2020). I ricavi in Russia sono ammontati a 3,4 milioni ed ammontano ormai a solo il 4% del totale, anche se prima del conflitto tale area era di sicuro interesse per Antares Vision per le implementazioni di soluzioni di tracciatura, che chiaramente subiranno un rallentamento. Ma soprattutto le Americhe sono balzate del 69,3% a 33 milioni per effetto della prevista entrata in vigore negli USA a novembre 2023 della seconda fase della normativa relativa all’aggregazione, e nonostante il rallentamento in Brasile dove per contro vi è stato un cambiamento normativo che prevede libertà di scelta nell’implementazione della serializzazione e aggregazione. Per modello di business, le vendite in ambito Life Science sono salite del 15,2% a 52,5 milioni (+82,2% a 28,5 milioni per il business ricorrente, nel cui ambito i ricavi SaaS/Smart Data sono più che raddoppiati da 7,4 a 19,3 milioni, mentre l’Equipment è sceso del 19,8% a 24 milioni), mentre quelle in ambito FMCG (Fast-Moving Consumer Goods) sono salite del 9,8% a 32,9 milioni (+50% a 9 milioni per il business ricorrente, trainato da un +59,3% a 8,3 milioni per i Life Cycle Services, e -0,3% a 23,9 milioni per l’Equipment). La variazione negativa delle rimanenze è passata da 424.000 euro a 1,5 milioni. I costi per consumi di materie prime sono saliti del 7,9% a 18,7 milioni, ma quelli del personale sono balzati del 41,7% a 40,6 milioni (in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 949 a 1.118 unità, nonché di un aumento del costo medio per dipendente pari al 6,5%). I costi per servizi sono diminuiti del 4,5% a 22,9 milioni, mentre gli altri costi operativi, sebbene poco rilevanti, sono aumentati del 18,5% a 4,7 milioni. Gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono passati da circa 3 a poco meno di 4 milioni. Così l’ebitda è passato da 5,1 a 1,8 milioni (-65,3%); su base rettificata si sarebbe passati da 14,5 a 3,6 milioni (-75%), anche per effetto dell’allungamento dei tempi previsti per ottenere le sinergie attese dall’acquisizione di Acsis, che si raggiungeranno solo nel 2023. Dopo ammortamenti in aumento da 5,3 a 8,6 milioni anche per la capitalizzazione dei costi di sviluppo, la perdita operativa è balzata da 215.000 euro a 6,9 milioni (su base rettificata si sarebbe passati da un utile operativo di 11,4 milioni a una perdita operativa di 1,3 milioni). Il saldo della gestione finanziaria è invece passato da un valore negativo per circa 3 milioni a uno positivo per 3,2 milioni; al 30/6/2022 l’indebitamento finanziario netto ammontava però a 59,4 milioni, in forte aumento rispetto ai 27,7 milioni di fine 2021 soprattutto per effetto di un incremento del circolante per 21,6 milioni oltre all’esborso per l’acquisizione di Acsis (in euro, 10,6 milioni, ma vi era anche una cassa netta per 2,6 milioni) e investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali per 5,8 milioni, di cui 4,9 per costi di sviluppo e 0,7 per l’implementazione del nuovo ERP. Ma il primo semestre 2022 ha beneficiato di un effetto cambi positivo per 2 milioni e di un provento di 2,8 milioni derivante dalla valorizzazione a fair value dei warrant. In ogni caso, la perdita ante imposte è salita del 14,8% a 3,7 milioni; dopo un effetto fiscale positivo in aumento da 140.000 euro a 1,8 milioni, la perdita netta si è ridotta del 31,9% a 1,8 milioni. Su base rettificata delle poste straordinarie (tra cui l’effetto della valorizzazione a fair value dei warrant nonché dell’ammortamento della Purchase Price Allocation per 4 milioni), si sarebbe passati da un utile netto di 7,8 milioni a una perdita netta di 2,5 milioni. Risultati 2021 - Grazie alle acquisizioni salgono nel 2021 i ricavi di Antares Vision (passata all’Euronext STAR il 14 maggio 2021), ma i maggiori ammortamenti e imposte hanno dato luogo a una contrazione dei risultati a partire dall’ebit. I ricavi caratteristici sono balzati da 121,1 a 179 milioni (+47,8%), ma l’incremento su base omogenea è stato del 13%; l’apporto di Applied Vision è stato di 26,2 milioni, quello di rfXcel di circa 21 milioni, quello di Pen-Tec di 2,3 milioni e quello di Tecnel di 369.000 euro. I ricavi in Italia sono balzati del 58,2% a 32 milioni (+40,2% a parità di perimetro), nelle Americhe sono passati da 24 a 61,8 milioni (+52,7% a parità di perimetro), in Asia da 9 a 20,2 milioni (+42,8% a parità di perimetro) e in Africa e Medio Oriente da 4,3 a 10,4 milioni (+16,1% a parità di perimetro). Invece in Europa i ricavi sono scesi del 14,1% a 54,6 milioni (-24,6% a parità di perimetro). Il giro d’affari nell’area Life Science è salito del 23,1% a 111,2 milioni e quello del FMCG (Fast Moving Consumer Goods) è più che raddoppiato da 30,8 a 67,8 milioni anche grazie alle acquisizioni. Gli altri proventi, per lo più riferiti a contributi in conto esercizio, sono scesi del 6,3% a 2,6 milioni. I costi per consumi di materie prime sono però saliti in misura superiore ai ricavi (+68,8% a 40,4 milioni), così come il costo del personale (+51,7% a 62,7 milioni, del resto in presenza di un numero di dipendenti passato da 783 a 1.004 unità) ed i costi per servizi 58,3% a 42 milioni. Gli altri costi operativi, poco rilevanti, sono aumentati del 24,1% a 9,5 milioni, e gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono passati da 4,7 a 8,3 milioni. In ogni caso l’ebitda è balzato del 31,2% a 33,2 milioni; su base rettificata dei costi non ricorrenti, riferiti al translisting, alle acquisizioni e alla svalutazione di crediti rfXcel ante acquisizione, sarebbe balzato del 48,4% (da 29,3 a 43,5 milioni). Ma dopo ammortamenti balzati da 5,1 a 12,9 milioni (e accantonamenti da 276.000 euro a 2,6 milioni) sempre per effetto delle acquisizioni nonché maggiori ammortamenti legati alla capitalizzazione dei costi di sviluppo e ai beni detenuti in leasing contabilizzati secondo il metodo finanziario, l’ebit è passato da 19,9 a 17,7 milioni (-11%). Su base rettificata sarebbe invece balzato del 41% (da 25,3 a 35,7 milioni). Il saldo negativo della gestione finanziaria è migliorato, scendendo da 5,2 a 4,2 milioni (riduzione dovuta alla presenza di utili su cambi per 1,5 milioni); al 31/12/2021 l’indebitamento finanziario netto ammontava a 27,7 milioni, in diminuzione rispetto ai circa 35 milioni di fine 2020, per effetto soprattutto della liquidità raccolta con il translisting (111,7 milioni) oltre a un cash flow operativo positivo per 14 milioni e al netto degli esborsi per acquisizioni per 115,5 milioni (di cui 106,5 per rfXcel, incluso un aumento di capitale da 6,8 milioni), oneri non ricorrenti per acquisizioni e translisting per 12,2 milioni e altri oneri finanziari per 1,4 milioni. In ogni caso l’utile ante imposte è passato da 14,7 a 13,5 milioni (-8,3%); dopo imposte per 1,1 milioni (tax rate dell’8,2% a fronte di un effetto fiscale positivo di 3,4 milioni nel 2020 dovuto all’applicazione del Patent Box) e al netto di una quota di perdita di competenza di terzi passata da 43.000 a 49.000 euro, si è giunti a un utile netto di 12,4 milioni, il 31,7% in meno rispetto ai circa 18,2 al 31/12/2020. Su base rettificata l’utile netto sarebbe invece salito del 14%, passando da 24,7 a 28,3 milioni. Nessun dividendo, come nel 2019 e 2020.
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