RISULTATI AL 30 GIUGNO 2022 – Salgono i ricavi ma scendono i margini di Biesse nel primo semestre 2022, esclusivamente però per effetto di un provento non ricorrente di cui il gruppo aveva beneficiato nello stesso periodo del 2021. Il giro d’affari del gruppo è salito del 18,4% a 419,1 milioni, di cui il 90,7% riferito al segmento Macchine Utensili (+18,4% a 380,2 milioni al lordo delle elisioni intersegmento) e il 9,3% alla Meccatronica (+16,4% a 56,8 milioni), non solo grazie al positivo trend delle vendite ma anche al contributo della controllata Forvet acquisita a fine 2021. Considerando le diverse aree geografiche, le vendite in Europa Occidentale (mercato di riferimento di Biesse) sono salite del 27,2% a 224,9 milioni, in Asia e Oceania del 3,7% a 49,1 milioni, in Europa Orientale dell’1,9% a 60,4 milioni, in Nord America del 19,6% a 72 milioni e nel resto del mondo del 20,6% a 12,7 milioni (contribuisce però ai proventi del gruppo solo per il 3%). Gli altri proventi sono invece scesi dell’81,4% a 3,7 milioni ma, come si è detto, il dato del primo semestre 2021 includeva 14 milioni non ricorrenti grazie alla plusvalenza di 17,6 milioni legata alla cessione della quota detenuta in Dongguan Korex Machinery Co. Ltd., al netto di impairment di costi capitalizzati per progetti R e D e IT per 1,6 milioni e di un accantonamento a fondo ristrutturazione aziendale di 2 milioni legato al progetto “One Company” avviato dalla capogruppo. Poiché vi è stato un incremento della produzione per il magazzino necessario per far fronte alla crescita della domanda, la variazione positiva delle rimanenze è passata da 18,2 a 38,3 milioni. I costi per consumi di materie prime sono aumentati in misura superiore al fatturato (+28,7% a 207,1 milioni), così come gli altri costi operativi (+30,6% a 72,5 milioni), incremento quest’ultimo dovuto soprattutto a maggiori costi per lavorazioni esterne, trasporti, consulenze, provvigioni passive, partecipazioni a fiere ed eventi, viaggi e trasferte e, naturalmente, utenze. Minore la crescita del costo del personale (+9,1% a 127,9 milioni, in presenza di un numero di dipendenti passato da 4.290 a 4.310 unità). Nel complesso l’ebitda è sceso dell’8,4% a 53,7 milioni ma, non considerando il provento non ricorrente del primo semestre 2021, sarebbe in realtà balzato del 30,9%. Dopo ammortamenti e accantonamenti in diminuzione da 24,9 a 20,4 milioni, l’ebit si è attestato a 33,3 milioni (-1,3%). Non considerando il provento non ricorrente del 2021, l’ebit sarebbe invece balzato del 68,7% a 33,2 milioni. Il saldo negativo della gestione finanziaria è peggiorato, salendo da circa 2 a 4,3 milioni, in relazione alla presenza di perdite su cambi salite da 711.000 euro a 3,3 milioni. Al 30/6/2022 la società disponeva di una liquidità netta di 86 milioni, in diminuzione rispetto ai 125,7 milioni di fine 2021 anche per effetto del pagamento di un monte dividendi di 17,1 milioni, oltre alla crescita del circolante. L’utile ante imposte è quindi sceso dell’8,7% a circa 29 milioni e, dopo imposte per 9,6 milioni (tax rate in forte aumento dal 10,4% al 33,1% dato che il 2021 beneficiava della minor incidenza fiscale sulle plusvalenze) e l’imputazione a terzi di una quota di utile di competenza passata da 114.000 a 42.000 euro, l’utile netto è passato da 28,3 a 19,3 milioni (-31,7%).RISULTATI 2021 – Sono in crescita nel 2021 i risultati di Biesse e torna il dividendo per gli azionisti. Nell’esercizio gli ordini di macchine sono aumentati del 61,1%, e il portafoglio ordini a fine 2021 ammontava a 378,2 milioni, in crescita del 78,3% rispetto all’anno prima. Il giro d’affari è passato da 578,8 a 742,2 a milioni (+28,2%), e deriva per il 91,1% dal segmento Macchine e Sistemi, in crescita del 28,2% a 676,4 milioni, e per l’8,9% dal segmento Meccatronica (+33,7% a 95,6 milioni). Per quanto riguarda le varie aree geografiche, il peso del mercato domestico incrementa dal 15,8% del 2020 al 19,9%, mentre l’incidenza dell’Europa Occidentale nel complesso sale dal 49,9% nel 2020 al 51,5% (+32,3% a 381,9 milioni). L’incidenza dei mercati dell’Europa Orientale si conferma al 16,1% (16,3% nel 2020) con vendite incrementate del 26,9% a 119,9 milioni, mentre il Nord America, con vendite incrementate del 12,2% a 122,4 milioni, riduce leggermente il peso sulle vendite del gruppo al 16,5% (era pari al 18,8% nel 2020), mentre quello di Asia e Oceania passa al 12% al 12,9%, con un progresso delle vendite del 38,5% a 95,9 milioni; infine rimane marginale l’apporto del resto del mondo (stabile al 3,0% del totale). Sono tutti in crescita anche i costi operativi, dai costi per consumi di materie prime (+42,4% a 333,6 milioni), agli altri costi per servizi (+36,6% a 122,8 milioni), fino al costo del personale (+21,4% a 233,8 milioni), in presenza di un numero medio di dipendenti in aumento da 4.065 a 4.269 unità (a fine anno i dipendenti salgono a 4.308 unità). Così l’Ebitda è balzato da 54,7 a 95,9 milioni (+75,5%). La gestione ha poi spesato ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni saliti da 48,4 a 50,2 milioni. Di conseguenza l’Ebit si è portato a 45,7 milioni, rispetto a 6,2 milioni l’anno prima; non considerando l’apporto positivo per 11,7 milioni delle componenti non ricorrenti (negativo per 0,8 milioni nel 2020), l’Ebit adjusted sarebbe stato pari a 34,1 milioni, rispetto a 7 milioni nel 2020. Il saldo negativo della gestione finanziaria è passato da 3 a 5,2 milioni, influenzato dalle maggiori perdite su cambi (2,9 milioni rispetto a 0,9 milioni l’anno prima).L’utile ante imposte è quindi balzato da 3,2 milioni nel 2020 a 40,5 milioni. Dopo imposte per 6,3 milioni (tax rate sceso al 15,5%, dal 23,8% del 2020), e l’attribuzione ai terzi di una quota di 0,2 milioni, l’utile netto di pertinenza è infine ammontato a 34 milioni, rispetto ai 2,5 milioni del 2020. Al 31/12/2021 il gruppo disponeva di una liquidità netta di circa 126 milioni, rispetto alla liquidità netta di 49,5 milioni a fine 2020. Gli azionisti ricevono un dividendo di 0,624 euro per azione, per un ammontare complessivo di 17,1 milioni, posto in pagamento il 25 maggio 2022. |