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L’oro scende mentre diminuiscono le aspettative di tagli ai tassi; in arrivo il report sui payrolls di settembre

18 Novembre 2025 11:42AM

I prezzi dell’oro sono scesi nelle contrattazioni asiatiche di martedì, proseguendo il recente calo mentre gli operatori riducono le probabilità di un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a dicembre. Il cambio di aspettative ha rafforzato il dollaro statunitense, penalizzando gli asset privi di rendimento come l’oro.

Anche l’incertezza in vista del rapporto sui payrolls di settembre — rinviato a lungo e atteso questa settimana — ha favorito il dollaro, pesando ulteriormente sui metalli preziosi.

L’oro spot è sceso dello 0,7% a 4.019,19 dollari l’oncia, mentre i future con consegna a dicembre hanno perso l’1,4% a 4.018,89 dollari alle 00:38 ET (05:38 GMT).

Il metallo prezioso continua a scendere mentre i mercati ridimensionano le scommesse su un taglio dei tassi a dicembre

La nuova fase di debolezza è stata determinata in gran parte dagli investitori che hanno iniziato a escludere un taglio dei tassi durante la riunione del 10-11 dicembre.
Il lungo shutdown del governo statunitense ha ritardato diversi dati macro importanti, alimentando i timori che la Fed si trovi con visibilità limitata sulla salute dell’economia.

Il report sui non-farm payrolls di settembre, atteso giovedì, dovrebbe essere l’ultimo dato ufficiale sul mercato del lavoro prima della riunione.

Il CME FedWatch mostra ora una probabilità del 42,4% per un taglio di 25 punti base, contro una possibilità del 57,6% di un mantenimento dei tassi.

Tassi più alti più a lungo continuano a rendere meno attraente l’oro, mentre i rendimenti dei Treasury rimangono sostenuti.

Il dollaro forte pesa su metalli preziosi e industriali

Il rafforzamento del dollaro — che ha recuperato terreno nelle ultime sedute — ha esercitato ulteriore pressione sui metalli quotati in valuta americana.

Il platino spot è sceso dello 0,7% a 1.526,77 dollari l’oncia e l’argento spot ha perso lo 0,7% a 49,8585 dollari.
Il rame sui mercati LME è arretrato dello 0,8% a 10.695,90 dollari la tonnellata, invertendo parte dei guadagni della settimana precedente.

L’aumento del dollaro è stato sostenuto dalle attese di tassi USA ancora elevati e dalle preoccupazioni per il deterioramento fiscale in diverse economie sviluppate, in particolare il Giappone.
L’impennata dei rendimenti dei titoli di Stato giapponesi a lunga scadenza ha indebolito lo yen, aumentando i flussi verso il biglietto verde.

Questo contenuto è fornito esclusivamente a scopo informativo e non costituisce consulenza finanziaria, d’investimento o di altro tipo professionale. Non deve essere considerato come una raccomandazione all’acquisto o alla vendita di titoli o strumenti finanziari. Tutti gli investimenti comportano dei rischi, inclusa la possibilità di perdere il capitale investito. Le performance passate non sono indicative di risultati futuri. Si consiglia di effettuare le proprie ricerche e di consultare un consulente finanziario qualificato prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.
Alcune parti di questo contenuto potrebbero essere state generate o supportate da strumenti di intelligenza artificiale (IA) e sono state revisionate per accuratezza e qualità dal nostro team editoriale.