Cnh (CNH)

- 23/10/2007 15:05
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
Grafico Intraday: Cnh Global N.V.Grafico Storico: Cnh Global N.V.
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SOCIETA' DEL GRUPPO FIAT CHE COSTRUISCE MACHINE AGRICOLE E MOVIMENTO TERRA.

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221 di 319 - 16/10/2012 19:33
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
xke' non si aggiorna il graficuzzo???
222 di 319 - 17/10/2012 14:03
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
La giornata di martedì già non era cominciata proprio nel migliore dei modi per la rappresentanza del mondo agricolo.

Nella lunga riunione con le parti sociali, convocata a Palazzo Chigi in vista della maratona notturna sul Disegno di legge sulla stabilità, le organizzazioni professionali agricole erano state escluse dal tavolo della concertazione. E
non era la prima volta, avevano prontamente tuonato con un inedito comunicato congiunto Confagricoltura e Cia, denunciando questa assurda discriminazione nei confronti di un settore che rappresenta "una realtà vera del sistema socio-economico italiano".

Mica una cenerentola qualsiasi, come dimostrano i segni di vitalità espressi dall'economia agricola che in questi agitatissimi momenti di crisi ha mostrato un aumento dell'occupazione e anche una buona tenuta rispetto alla inesorabile discesa del Pil italiano.

Silenzio da Palazzo Rospigliosi, dove la potente Coldiretti - che pure era stata la più dura quando analoga esclusione fu subita in occasione della riforma Fornero sul lavoro - ha preferito sfilarsi dalle lamentele delle consorelle. Forse per non irritare inutilmente i rappresentanti del governo, contro il quale si era scagliato proprio la scorsa settimana sulla vicenda dell'etichetta d'origine, definendolo "prigioniero delle lobby". Forse perchè sapeva che nel pentolone del Ddl stabilità stava bollendo qualcosa di molto indigesto per il settore.

E in effetti, il lungo e travagliato parto notturno del Ddl stabilità, ha prodotto un vero e proprio siluro fiscale nei confronti delle società agricole.
A svelarlo è stata ancora una volta una nota di Confagricoltura, diramata nella serata di mercoledì, quando i tecnici dell'organizzazione hanno avuto modo di leggere il testo approvato dal Consiglio dei ministri dopo la maratona notturna durata sette ore.
"Dall'1 gennaio 2013, le società agricole non avranno più la possibilità di determinare il reddito su base catastale. Con questa norma il governo costringe il settore agricolo al nanismo", denuncia l'organizzazione degli imprenditori agricoli.

“Abbiamo sempre ritenuto importante che ci fosse questa opzione per non legare la tassazione alla forma di organizzazione giuridica dell’attività economica – osserva Confagricoltura - . La penalizzazione delle società non fa bene alla crescita del settore e rende più difficili moderne forme di aggregazione, in cui il capitale ha un ruolo rilevante, attraverso le quali si potrebbero superare gli attuali ritardi strutturali della nostra agricoltura”.

E in effetti, proprio la possibilità concessa alle società agricole (escluse quelle di capitali) di optare per la tassazione su base catastale aveva rappresentato un importante volano per la tanto sospirata aggregazione del mondo agricolo.
Come del resto confermano anche i dati dell'ultimo Censimento agricolo.
L'operazione fu condotta in porto dall'allora ministro dell'Agricoltura, Paolo De Castro, che convinse il suo collega alle Finanze, Vincenzo Visco, famoso anche per le sue crociate fiscali contro i privilegi del mondo agricolo. In cambio di questa agevolazione, per compensare il mancato introito, fu avviata la caccia alle false case rurali, ribattezzate "ville fantasma", scovate grazie alle foto aree scattate su tutto il territorio nazionale.
Un'operazione che ha mostrato tutti i suoi effetti collaterali con il varo dell'Imu, il cui gettito è ancora al centro di valutazioni fortemente contrastanti tra le organizzazioni agricole e l'Agenzia delle Entrate.

E potrebbe non finire qui. C'è anche chi, maliziosamente, ritiene che la norma introdotta con il Ddl stabilità potrebbe essere il primo passo per avviare anche un processo di revisione dei requisiti per il riconoscimento delle società agricole, attualmente a maglie piuttosto larghe, visto che per costituire una società agricola basta che un solo socio abbia la qualifica di Iap (Imprenditore agricolo a titolo principale).
Una revisione che potrebbe incrociare il "fantasma" che agita il negoziato comunitario sulla riforma Pac: il cosiddetto "agricoltore attivo".

E non è un mistero che nel documento unitario delle organizzazioni agricole, firmato un anno fa (Confagricoltura compresa), su questo punto c'era l'esplicita richiesta di erogare gli aiuti comunitari in via prioritaria agli agricoltori professionali Iap e coltivatori diretti.
Tagliare le agevolazioni fiscali e introdurre criteri più selettivi per la costituzione di società agricole, potrebbe in effetti contribuire a scoraggiare la nascita di società di comodo, con poca terra e tanti capitali, e contribuire a sfoltire la platea dei beneficiari Pac.
Se si tratta di "complotto fiscale" o di una semplice potatura di una singola agevolazione nella più ampia manovra di revisione del sistema di incentivi alle imprese, lo dirà il tempo.
Per ora, però, a essere più preoccupata è la Confagricoltura. Silenzio in casa Coldiretti, che forse aspetta la tribuna di Cernobbio, per dare voce e risonanza alle sue valutazioni e incalzare i ministri, ai quali sicuramente non sarà chiusa la porta della celebre villa sul lago di Como.

223 di 319 - 25/10/2012 21:17
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
e laggiu' in quel di crespino 400 ha seminati.....oyeassss

c'ho le mutande attaccate al sedile del trattorino
224 di 319 - 03/11/2012 20:17
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
http://www.eima.it/it/index.php

http://www.slyfrance.com/galerie/videos-stripcat/
225 di 319 - 05/12/2012 14:18
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
tira su i skei.....porca pupazza...
226 di 319 - 13/12/2012 20:42
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
x pagare l'imu ,
227 di 319 - 02/1/2013 11:25
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
http://www.lettereadioealluomo.com/L'%20Uomo%20e%20il%20cavallo.htm
http://www.lettereadioealluomo.com/L'%20Uomo%20e%20il%20cavallo.htm
228 di 319 - 02/1/2013 11:27
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
La prospettiva di Cioloş sulla riforma del PAC
Dacian Cioloş ha elencato le sette sfide che secondo lui sta affrontando la PAC oggi: l'alimentazione, la globalizzazione, l'ambiente, la sfida economica, la sfida territoriale, la diversità dell'agricoltura e la semplificazione della politica. La sua visione per il futuro, usando le sue parole, è la seguente: "Vedo una PAC forte, fondata su due pilastri. Una PAC che sostiene la diversità di tutte le agricolture e dei territori rurali europei, una PAC che crea i beni pubblici che la società europea attende."[8]

229 di 319 - 02/1/2013 11:39
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
La riforma della PAC dopo il 2013
La Conferenza sulla Revisione del Bilancio organizzata dalla Commissione Europea nel Novembre 2008 rappresenta indubbiamente un punto iniziale di dibattito. Inoltre, la pubblicazione nel Novembre 2009 di una dichiarazione realizzata da un gruppo di influenti economisti agrari provenienti da tutta Europa che sostengono "Una Politica Agricola Comune per i beni pubblici europei" ha alimentato ulteriormente tale dibattito.[4] La dichiarazione propone di eliminare tutti quei sussidi che stimolano la produzione e sostengono il reddito degli agricoltori.

Da aprile a giugno 2010, Dacian Cioloş, il Commissario Europeo responsabile dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale, ha organizzato un dibattito pubblico sul futuro della PAC. Questo dibattito era aperto a tutti i settori della società. Secondo il Commissario europeo: " La politica agricola europea non è un dominio riservato ai soli agricoltori. È la società intera a beneficiare di questa politica comune europea, che investe aree come l'alimentazione, la gestione dei territori e la protezione dell'ambiente."[5]

Per questo dibattito è stato creato un sito internet dove il pubblico generale, ma anche le organizzazioni agricole potevano mandare i loro contributi.[6]

Il dibattito era concentrato su 4 domande. Il pubblico poteva esprimere la sua opinione per ogni domanda:

1- Perché una politica agricola comune europea?

2- Quali obiettivi la società assegna all'agricoltura in tutta la sua diversità?

3- Perché riformare la PAC attuale e in che modo farla rispondere alle aspettative della società?

4- Quali sono gli strumenti per la PAC di domani?

I singoli cittadini, gruppi di riflessione e parti interessate (agricoltori, ecc…) hanno inviato quasi 6000 contributi. Si tratta dunque del più grande dibattito dell'UE condotto dalla Commissione europea fino ad ora. Un organismo indipendente ha quindi redatto una sintesi dei contributi ricevuti.[7]

PERO INTANTO zitti zitti , parlano di tagliare 17 mld al settore primario...

230 di 319 - 02/1/2013 12:44
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
La visione dell’amministrazione Carter [modifica]
Nel corso dello scontro tra Stati Uniti ed Europa Bob Bergland,[4] ministro di Jimmy Carter, proclamava che “i surplus sono scorte di cui qualcuno si vuole sbarazzare, le scorte sono surplus che tutti vorrebbero possedere”: proseguendo l’incremento dei consumi asiatici,[5] potrebbero essere i primi in un paese, quale l’Italia, che ha rinunciato, in ossequio al loro messaggio, ad ogni politica delle risorse agrarie, a rimpiangere i surplus, che scopriranno costituire scorte indispensabili per l'alimentazione di un paese dove settanta milioni di persone pretendono di mangiare alimento due volte al giorno.


http://www.usda.gov/wps/portal/usda/usdahome?navtype=SU&navid=ENERGY
231 di 319 - 02/1/2013 20:53
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
questa e' meglio della vacca di bertoldo.....
http://www.lettereadioealluomo.com/Same_storia.htm
232 di 319 - 02/1/2013 20:57
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
http://www.lettereadioealluomo.com/Il_Trattorista.htm
http://www.lettereadioealluomo.com/Il_Trattorista.htm
233 di 319 - 07/1/2013 15:30
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
L'ITALIA E LA UNIONE EUROPEA
Inviato da amminis il Mar, 16/10/2012 - 4:41pm
LETTERA APERTA A "RIGOR MONTIS"
L'Italia è Paese contribuente dell'Unione Europea che riceve 5 miliardi di euro all'anno in meno, rispetto a quello che versa all'Unione stessa !!! (valore di mezza finanziaria d'autunno!) . A livello Europeo, non ci ascolta nessuno! Ma cosa aspetta "caro Presidente" a farsi sentire a Bruxelles?, l'Inghilterra, per fare i propri interessi, ha già detto che o esaudiscono le sue richieste o porrà il veto sul bilancio! E noi?
Ah si, noi, che siamo grandi signori, tagliamo le detrazioni per le spese di assistenza agli handicappati!!!!

http://www.mentaerosmarino.eu/corsi-padova-1.html
234 di 319 - 07/1/2013 15:34
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
http://www.mentaerosmarino.eu/corsi-padova-2.html
http://www.mentaerosmarino.eu/corsi-padova-2.html
235 di 319 - 07/1/2013 15:41
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
http://www.miomercato.it/ita/bibliografia.php
http://www.miomercato.it/ita/bibliografia.php
236 di 319 - 07/1/2013 15:44
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
cigolini , cigolini, ma ke kakkio dici???

le skoazze servono a rafforzare gli argini dei fiumi , non a bruciarli...naturalmente bisogna fare le cose a modo......
237 di 319 - 15/1/2013 11:57
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
Verso le elezioni, alla ricerca della strategia agricola che non c'è

Fonte immagine: Morguefile.com


Nel gran valzer delle alleanze tra vecchi e nuovi partiti, scelte civiche e rottamatori, nella fase di avvio di questa strana campagna elettorale la confusione regna totale.
Roba da far impallidire gli antichi concetti delle geometrie variabili e delle convergenze parallele tanto care alla prima Repubblica.

L'astro nascente del professor Monti con la sua Agenda sembra incrinato da sondaggi non sempre incoraggianti. A destra ricompare l'inossidabile Berlusconi, che alla fine di una lunga trattativa riesce a rinnovare il patto elettorale con la Lega Nord.
A sinistra avanza la corazzata di Bersani che, tra primarie e volti nuovi (scongiuri a parte), sente già in tasca la vittoria.
Sullo sfondo l'incognita dell'anarco-digitale Grillo, che cavalca la rete, e il debutto del magistrato Ingroia, che fa il pendolare tra il Guatemala e Roma per spiegare la sua "ricetta rivoluzionaria".

Se dagli attori si passa ai copioni, cioè ai programmi elettorali, il dibattito non è che aiuti molto a capire.
Si vola alto, ma talmente alto da far svanire all'orizzonte i problemi concreti che la gente comune, i cittadini-elettori vivono ogni giorno sulla propria pelle. Con una sola eccezione: la famigerata Imu, i cui bollettini sono ancora freschi di stampa per il pagamento del saldo di dicembre.
C'è chi già la vuole in parte abolire, chi revisionarla per renderla più equa, chi si limita a proporre di destinare l’intero gettito ai Comuni.
La priorità è concentrata sulla prima casa. Ed è giusto.

Ma nessuno si ricorda dell’Imu agricola?
Un salasso che i nostri agricoltori conoscono bene perché, oltre che sulla casa di proprietà, l'odioso balzello è stato esteso anche agli edifici rurali, che non sono proprio ville né eleganti casali, ma beni strumentali per svolgere l’attività agricola.
Tanto da spingere in piazza l'intera rappresentanza delle organizzazioni agricole (da Coldiretti a Confagricoltura, Cia e Copagri) alla vigilia delle festività natalizie, per invocare il rispetto dei patti: rimodulare al ribasso le aliquote, dopo aver verificato in campo l'extragettito rispetto alle stime.

Di questa beffa fiscale, nei frammenti di dibattito concreto, nessuno ne parla.

L’agricoltura è buona quando offre la passerella a politici e governanti in occasione dei numerosi eventi che ogni anno affollano il calendario delle varie associazioni e organizzazioni agricole. Anzi, l’indice del successo di un convegno è scandito dal numero di ministri e parlamentari, che fanno il loro discorso o portano il loro saluto.

Quando invece si presentano i programmi elettorali, la parola agricoltura scompare da tutte le agende. Se ne riparlerà al primo convegno inutile o in qualche sagra paesana.

Per questo, sentiamo l’obbligo di rivolgere un appello a tutti i politici, vecchi e nuovi: dite qualcosa di agricolo.

I problemi non mancano e alcuni spunti possono venire proprio dai titoli di coda della legislatura appena conclusa.
Prendiamo la legge di stabilità. La versione finale del provvedimento si è limitata a spostare nel tempo il siluro fiscale rifilato alle società agricole, che abolisce dal 2015 la possibilità di optare per la tassazione su base catastale.
Rinvio di un solo anno, invece, per la rivalutazione delle rendite catastali dei terreni. Qualcuno, per minimizzare, ha detto che le srl e le snc sono una minoranza, poche migliaia. Questo forse è vero, ma così facendo si colpiscono duramente molti progetti realizzati sulla base del vantaggio fiscale che quella opzione garantiva.
Soprattutto, si rischia di cancellare un modello di aggregazione (comunque in costante crescita) del sistema agricolo italiano, la cui frammentazione è denunciata come la madre di tutte le debolezze del settore che ne pregiudica la competitività e la capacità di proiettarsi sui mercati esteri.
C’è tempo per rimediare, visto che il testo finale ha spostato di un paio d'anni la sua entrata in vigore, ma non di tergiversare.

Il voltafaccia fiscale crea inoltre un precedente pericoloso. Oggi tocca alle società agricole, domani potrebbe venire in mente di fare la stessa operazione con le cosiddette attività connesse, che hanno allargato enormemente il perimetro della tradizionale attività agricola proprio perché inserite nell’ambito della tassazione su base catastale.

Un altro titolo di coda, di tutt'altra natura ma comunque emblematico, che dovrebbe essere annotata in agenda alla voce “cose da non fare”, arriva dal decreto sviluppo, dove la mano lesta di un deputato ha inserito con il più classico dei blitz un emendamento che di fatto ha la pretesa di cancellare i limiti del carico di azoto (i famigerati nitrati) nelle zone vulnerabili.
Forse qualche allevatore, amico per ragioni di collegio elettorale, penserà di aver risolto per un anno il problema nitrati.
Ma c’è il rischio che questo possa impattare sul complicato negoziato che l’Italia e le Regioni del Nord stanno portando avanti con Bruxelles per ottenere le tanto sospirate deroghe ed evitare il black out degli allevamenti padani, il cuore della zootecnia made in Italy.

Un'operazione che si trascina da decenni, sulla quale le Regioni stanno investendo anche milioni di euro per opere strutturali.

A proposito di negoziati europei, c’è poi il cantiere aperto della riforma Pac, con il quale dovrà confrontarsi il Governo che verrà.
Un appuntamento cruciale, ma anche un'eredità pesante, per due motivi: il primo, perché dalla Pac arrivano ogni anno oltre 5 miliardi di euro per l’agricoltura italiana.
Il secondo (è un dato di fatto, non uno spot politico), perché il nuovo Esecutivo, a prescindere dal suo colore politico, non dovrà far rimpiangere la posizione fin qui tenuta molto bene dal tandem Monti-Catania, sia al vertice dei Capi di Stato e di Governo nel negoziato sul budget, sia nelle tante riunioni tecnico-politiche del Consiglio agricolo, dove si ridisegna l’architettura della nuova Politica agricola comune.

Una volta concluso – ci auguriamo positivamente - quel negoziato, bisognerà cercare di riavviare una strategia agricola nazionale utilizzando la flessibilità applicativa che la nuova Pac comunque concede.

Fare buona politica, significa prima di tutto avere la capacità di individuare i problemi e cercare le soluzioni, avendo poi il coraggio di fare scelte coerenti.
238 di 319 - 15/1/2013 12:00
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
Quando invece si presentano i programmi elettorali, la parola agricoltura scompare da tutte le agende. Se ne riparlerà al primo convegno inutile o in qualche sagra paesana.
239 di 319 - 15/1/2013 12:05
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
ziobob11 1 commento ridotto Riduci Espandi


intanto che il governo decide su cosa bisogna fare (quel bisogna lo sento ripetere in continuazione), io (e moltissimi miei colleghi florovivaisti) chiudo le serre, siamo passati in brevissimo tempo a pagare il gasolio agricolo quasi il doppio, la burocrazia ci sta facendo disperare (passaporto delle piante inutile ecc.) non ho più accesso al credito, anzi mi sono stati ridotti i fidi dalle banche, la bastonata IMU mi stava dando il colpo di grazia.Credetemi, non riesco più nemmeno a rispettare i termini di legge per mettere a norma gli impianti, non ho i soldi per farlo. A questo punto spero che la mia attività agricola sparisca così ho finito di penare. Il problema che dal lavoro della mia azienda dipendono 8 famiglie.Le parole, ora, non servono assolutamente a nulla, io mi sono stancato e, credetemi il mio lavoro lo so fare bene!ANCHE STAMATTINA MI SONO ATTACCATO ALL'INVASATRICE E CONTINUO A PRODURRE E CONTINUERO' FINO A CHE MI SARA' CONSENTITO, POI FARO' COME MOLTI MIEI COLLEGHI E AIUTERO' GLI AMICI OLANDESI A VENDERE I LORO FIORI.
PECCATO!!!!!!

A Mi piace! Rispondi 4 giorno fa in risposta a Nicola Turco 2 Apprezzamenti F
240 di 319 - 23/1/2013 12:11
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
http://kroneitalia.net/articoli/2009%20febbraio3%20easy%20collect.pdf
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