Forse a Palazzo Chigi, al Mise e alla Farnesina dovrebbero iniziare a porsi qualche domanda.

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Zelensky Trump

Zelensky a Trump: «Dici che puoi fermare la guerra in 24 ore? Allora vieni a Kiev»

Il presidente ucraino si è appellato all’ex presidente Usa, in corsa per la guida del Paese, a recarsi a Kiev per fermare la guerra con la Russia in 24 ore, come lo stesso Trump aveva detto lo scorso anno | E se avesse ragione Trump a bocciare il dollaro digitale?

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Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato dall’emittente inglese Channel 4 News, ha detto che l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sarebbe il benvenuto nella capitale, a patto che sia in grado di fermare la guerra con la Russia entro 24 ore, come aveva sostenuto l'anno scorso.
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«L'attuale follia dei leader russi porta un periodo di incertezza e pericolo per ogni nazione del mondo. Sempre più spesso il mondo sente e si rende conto che altre guerre potrebbero essere all'orizzonte. Ma abbiamo la forza per fermarlo», ha affermato nel corso dell’intervista andata in onda venerdì sera 19 gennaio.

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Donald Trump non ha mai nascosto la sua simpatia per il presidente russo Vladimir Putin, né la sua antipatia per il presidente Volodimyr Zelensky, dopo che questi nel 2020 rifiutò di fornirgli presunte «prove» contro l’attuale presidente Usa, Joe Biden, per gli interessi in Ucraina del figlio Hunter. Eppure è proprio a Trump, candidato presidente degli Stati Uniti alle elezioni di novembre, che ora Zelensky si affida per cercare di fermare la guerra d'occupazione che da tre anni Putin sta cercando di vincere.

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Europee, sondaggio choc per la Schlein: “La candidatura Meloni vale 4 punti”

Il Partito democratico ha iniziato il nuovo anno con il piede sbagliato. Nel momento di massima decadenza per il partito, dopo il triste raduno di Gubbio e l’ancora più drammatico schiaffo a Israele, Elly Schlein è costretta ad affrontare il solito sondaggio sfavorevole. La doccia fredda, l’ennesima da qualche mese a questa parte, arriva nel merito delle prossime elezioni europee. Secondo l’ultima analisi di Noto Sondaggi per Porta a Porta la candidatura della segretaria, che tra l’altro non ha ancora sciolto la riserva, vedrebbe crescere il consenso del Pd solo dello 0,5%. Numeri agghiaccianti se confrontati con quelli della presidente del Consiglio.

Privatizzazioni, Giorgia Meloni: su italianità non accetto lezioni da chi ha venduto la Fiat ai francesi

di Redazione MF-Newswires

L’ha detto la presidente del Consiglio nel corso della registrazione di Quarta Repubblica in onda su Retequattro | Politica, al partito di Giorgia Meloni 4,8 milioni di euro dal 2 per mille

«Ho letto sulla prima pagina di Repubblica: 'L'Italia in vendita'. Questa accusa mi arriva da un giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l'hanno ceduta ai francesi, hanno trasferito all'estero la sede legale e fiscale, messo in vendita sui siti immobiliari i siti di nostre storiche aziende italiane. Non so se il titolo fosse un'autobiografia, ma lezioni di tutela dell’italianità da questi pulpiti, anche no» ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel corso della registrazione di Quarta Repubblica in onda su Retequattro.

Privatizzazioni per 20 miliardi

«Per privatizzazioni non intendo quello che abbiamo visto in passato, per me non vuol dire regali miliardari fatti a qualche imprenditore fortunato e amico. Significa che lo Stato può indietreggiare dove la sua presenza non è necessaria mentre deve avanzare quando la sua presenza è necessaria. Noi prevediamo nel documento economico di bilancio 20 miliardi in tre anni, che è un lavoro che si può fare con serietà» ha ribadito Meloni.

Lo Stato mantiene il controllo quando è fondamentale

Sempre in merito alle privatizzazioni, Meloni ha spiegato che «possiamo cedere alcune quote di società pubbliche senza compromettere il controllo pubblico e possiamo, su alcune aziende che sono interamente di proprietà dello Stato, cedere quote di minoranza ai privati. Lo Stato mantiene sempre il controllo quando è fondamentale". Fs, ha proseguito, «è uno dei dossier sul tavolo».Orario di pubblicazione: 22/01/2024 18:50Ultimo aggiornamento: 22/01/2024 19:08

News/Corporate Italia/Carne coltivata. No di Italia, Francia e Austria: è una minaccia per le aziende agricole e la produzione alimentare europea

CORPORATE ITALIA

Carne coltivata. No di Italia, Francia e Austria: è una minaccia per le aziende agricole e la produzione alimentare europea

di Luca Carrello

I dubbi di Francia, Austria e Italia sulla carne coltivata sono condivisi da Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia. Chiesto un dibattito con un approccio «trasparente, scientifico e globale». Il ministro Lollobrigida: il governo italiano resta contrario | Carne coltivata: da Israele agli Usa, parte la corsa verso il cibo del futuro | Prandini (Coldiretti): fermare un modello alternativo che taglia fuori l’Italia dalle fasi di produzione e commercializzazione

Politica, Giorgia Meloni: l’Italia lavora in piena sintonia con il Giappone

di Silvia Valente

La collaborazione tra i due Paesi deve continuare a livello aziendale e attraverso investimenti reciproci. I primi comparti su cui puntare sono la difesa e lo spazio | IL VIDEO | Dall’Expo di Osaka spinta da 600 milioni all’export. Il commissario Mario Vattani: l’esposizione apre le porte dell’Asia all’Italia

Anche Matteo Salvini alla mostra di Daniele Tamagni, il fotografo dell’Africa
di Marcello Bussi Occhio a come vi muovete, gli €uri devono per forza andare a rompere in basso gli 1,07

SANREMO: È assurdo che si ricordino le vittime delle foibe per mano dei titini senza fare neanche un cenno alle vittime slave per mano dei fascisti.

Una visita in forma privata alla mostra Style is Life dove protagoniste sono le tribù della moda africane | Il genio di Daniele Tamagni: una mostra ricorda il fotografo dei Sapeur, vincitore del World Press Photo, Occhio a come vi muovete, gli €uri devono per forza andare a rompere in basso gli 1,07

SANREMO: È assurdo che si ricordino le vittime delle foibe per mano dei titini senza fare neanche un cenno alle vittime slave per mano dei fascisti.

Una visita in forma privatissima e non preannunciata quella di Matteo Salvini alla mostra Style is Life dedicata al fotografo milanese Daniele Tamagni, prematuramente scomparso nel 2017, in corso fino al primo aprile a Palazzo Morando, nel quadrilatero della moda a Milano. Salvini è amico di Francesco, il fratello maggiore di Daniele, dai tempi in cui erano i classici ragazzi dell’oratorio.Il vicepresidente del Consiglio, accompagnato dalla figlia, si è detto «impressionato» dall’energia che sprigiona dalle foto, quasi tutte scattate in Africa. Tamagni è infatti diventato famoso per avere portato alla ribalta i dandy del Congo, a cominciare da Willie il Sapeur, immortalato lungo le strade di Brazzaville, la capitale del Congo, ex colonia francese (da non confondere con lo Zaire, l’ex Congo belga).

• Leggi anche: Il genio di Daniele Tamagni: una mostra ricorda il fotografo dei Sapeur, vincitore del World Press Photo

I Sapeur sono una sorta di congregazione composta da uomini che sfoggiano abiti eleganti e spendono tutti i loro soldi per acquistarli, cosa che li costringe a vivere in case a dir poco fatiscenti. Nel corso di una lunga permanenza a Brazzaville, Tamagni è riuscito a conquistare la loro fiducia e a trasformarli in veri e propri divi. Così come ha fatto con i metallari del Botswana e le varie tribù della moda che popolano Johannesburg.
Una visita, quella del leader della Lega, che potrebbe scandalizzare le vestali del politicamente corretto. E che invece, a parte una (forzatissima) lettura politica su un apprezzamento di Salvini per un’Africa vitalista e dinamica lontana mille miglia dalle rotte dell’immigrazione clandestina, è invece il semplice omaggio a un grande artista, che va oltre ogni divisione politica. (riproduzione riservata)
La foto di Matteo Salvini alla mostra Style is Life dedicata a Daniele Tamagni è stata scattata da Marcello Bussi, Occhio a come vi muovete, gli €uri devono per forza andare a rompere in basso gli 1,07

SANREMO: È assurdo che si ricordino le vittime delle foibe per mano dei titini senza fare neanche un cenno alle vittime slave per mano dei fascisti.