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Matteo Salvini Sara' La Svolta Del Governo Meloni??? (ENEL)

- Modificato il 04/12/2023 23:38
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020
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41 di 350 - 12/10/2022 11:27
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Giovedì 13 ottobre si apre ufficialmente la nuova legislatura con l’insediamento del nuovo Parlamento (600 membri in tutto, di cui 400 alla Camera e 200 al Senato) e l’elezione dei nuovi Presidenti del Senato (seconda carica dello Stato) e della Camera, ma fino all’ultimo è braccio di ferro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. La poltrona più ambita è quella di Palazzo Madama che la leader di Fratelli d’Italia e premier in pectore vorrebbe riservare al suo fedelissimo Ignazio La Russa, già vicepresidente del Senato. Ma Salvini non si arrende e insiste per candidare Roberto Calderoli, veterano del Parlamento. Giochi ancora aperti alla Camera dove la poltrona di Presidente è contesa ancora una volta da Fratelli d’Italia, che pensa a Fabio Rampelli, e dalla Lega che, se fallisse al Senato, punterebbe sul capogruppo uscente Riccardo Molinari, ancorchè zavorrato dall’indagine per falso nelle liste elettorali di Moncalieri.

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MELONI-SALVINI VERSO L’INTESA SU GIORGETTI MINISTRO DELL’ECONOMIA

Il test sulle Presidenze delle due Camere è la prima prova in campo aperto della nuova legislatura della capacità di Meloni e Salvini di trovare un accordo obbligatorio ma è anche l’anticamera della formazione della squadra del futuro Governo, che verosimilmente sarà presentato nell’ultima settimana di ottobre. E in questo caso che, salvo sorprese dell’ultima ora e salvo convincere un tecnico indipendente di chiara fama dopo il rifiuto di Fabio Panetta, avanza per il ministero-chiave dell’Economia (MEF) la candidatura dell’attuale ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, leghista moderato, stimato anche dal premier uscente Mario Draghi, di cui è stato uno dei principali collaboratori, e dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Inizialmente Salvini non gradiva e forse in cuor suo ancora adesso non gradisce che il suo principale antagonista interno salisse sulla poltrona di uno dei dicasteri più importanti ma alla fine la ragion politica e la possibilità per la Lega di conquistare una poltronissima sembra aver superato i dubbi e le perplessità. Non a caso la Meloni, dopo aver aspirato nei giorni scorsi a formare un Governo di grandi personalità anche indipendenti, ieri si è acconciata a parlare di un Governo tutto politico.

MELONI VERSO LA QUADRA SULLE POLTRONE CHIAVE DEL NUOVO GOVERNO

La casella del ministro dell’Economia era ed è certamente tra le più delicate da ricoprire ma la natura del nuovo Governo, su cui sono accesi i riflettori non solo del Paese ma anche delle cancellerie internazionali, dipenderà – oltre che dalla strategia e dal programma che annuncerà la Meloni quando riceverà l’incarico – anche dalla scelta degli altri ministri chiave come quello degli Esteri, dell’Interno e della Giustizia, su cui l’attenzione del Presidente Mattarella sarà massima. Quì però i giochi sembrano più semplici: per la Farnesina avanza la candidatura di Antonio Tajani, braccio destro di Silvio Berlusconi e già Presidente del Parlamento europeo, per il Viminale quella del prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, già capo di gabinetto di Salvini quand’era ministro dell’Interno, e per la Giustizia quella dell’ex magistrato Carlo Nordio. Paradossalmente le ultime scaramucce saranno sulle poltrone cosiddette minori ma quella del ministero della Salute minore non lo è affatto, tant’è che Berlusconi vorrebbe che fosse affidata alla fedelissima Lucia Ronzulli che la Meloni cercherà fino all’ultimo di evitare. Vedremo se il vertice di oggi del centrodestra tra Meloni, Berlusconi e Salvini appianerà le divergenze.

42 di 350 - 13/10/2022 06:07
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

L'eurozona non è in recessione e lo strumento migliore per combattere l'inflazione è l'aumento dei tassi. È quanto ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde, in un meeting a Washington. Per Lagarde è importante che la politica di bilancio si focalizzi sugli aiuti ai più poveri. L'aumento dei tassi, ha proseguito, resta lo strumento migliore per ancorare le aspettative di inflazione e alla Bce continueremo fino a quando raggiungeremo l'obiettivo del 2% di inflazione nel medio termine.

Christine Lagarde, Presidente Bce
Christine Lagarde, Presidente Bce
43 di 350 - 13/10/2022 06:08
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Il dibattito sul “quantitative tightening” proseguirà

La Bce ha iniziato a discutere del “quantitative tightening”, ossia del ritiro degli acquisti di bond che condurrà alla riduzione del portafoglio di titoli della banca centrale. Attualmente la Bce, pur in assenza di “nuovi” acquisti, prevede di continuare a reinvestire i bond che ha in portafoglio - mantenendo quindi invariato il proprio portafoglio - fino a tutto il 2024. Una posizione che diversi governatori stanno attaccando, di fronte all'inflazione ormai prossima al 10%.

Serve cooperazione fra banche centrali per valutare impatto misure

"Serve maggiore cooperazione fra noi banchieri centrali per capire quali possano essere i contraccolpi e le conseguenze delle decisioni di politica monetaria perché i mercati sono molto integrati" e le decisioni prese in un'area hanno impatto anche su altre. Se la Bce ha portato i tassi nell'eurozona all'1,25%, negli Usa la Fed li ha già alzati nella forbice compresa fra il 3,3 e il 3,25 e ha segnalato la propria intenzione di procedere con decisione sulla strada dei rialzi per frenare l'inflazione a costo di provocare un deciso rallentamento dell'economia. A fronte delle molte minacce che il mondo si trova a dover fronteggiare, dall'invasione dell'Ucraina alla crisi energetica, Lagarde ha inoltre sottolineato anche l'importanza di una stretta cooperazione fra politica monetaria e politica fiscale che deve fornire aiuto, con misure temporanee e mirate, alle parti più vulnerabili.

44 di 350 - 13/10/2022 06:09
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Putin userà la bomba atomica? L'ex consigliere di Trump: «Gli Usa lo ucciderebbero il giorno dopo»

45 di 350 - Modificato il 14/10/2022 16:03
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

di Sofia Ventura pig2smoking🥸

Il male oscuro della maggioranza  Uniti nel Paese, divisi al governo  Gli alleati non seguono MeloniIl male oscuro della maggioranza Uniti nel Paese, divisi al governo Gli alleati non seguono Meloni© #ANSA
La vittoria netta della destra alle elezioni del 25 settembre e, al tempo stesso, il dominio di Fratelli d’Italia sulla coalizione noto già prima del voto, ci parlano di un elettorato intenzionato a sostenere una maggioranza guidata da Giorgia Meloni. Un elettorato che si riconosce senza complessi nelle parole d’ordine di Lega e FdI – dalle quali ormai Forza Italia si distingue a malapena – e, dunque, politicamente omogeneo. Diverso è il discorso per i partiti che lo rappresentano, e per le loro leadership.
L’avvio della legislatura ha confermato ciò che già si sapeva, ovvero che si tratta di leadership divise e in conflitto: dagli incontri separati di Meloni con Berlusconi e Salvini alla vigilia delle votazioni per i presidenti di Camera e Senato al mancato sostegno dei senatori di FI all’elezione di Ignazio la Russa alla seconda carica dello Stato, con le eccezioni di Casellati e Berlusconi.
La partita per i presidenti delle due camere, poi, si è intrecciata e si intreccia con la scelta dei ministri: l’incarico a Giorgia Meloni ancora non è stato dato, ma da molti giorni si parla di attriti su caselle e nomi.
Non vi sono visioni politiche differenti che giustificano queste contese, ma approcci e motivazioni divergenti. Per la leader di FdI questa che si è aperta costituisce una grande occasione. Ha repentinamente moderato la sua immagine durante la campagna e si mostra ora inflessibile di fronte alle richieste più compromettenti degli alleati (dalla nomina a ministro di Licia Ronzulli alla richiesta di Salvini di tornare al Viminale) perché è intenzionata a costruire un governo che possa presentarsi, in Italia e all’estero, con le carte in regola, almeno dal suo punto di vista. La scommessa è quella di mostrare che la ‘sua’ destra può governare.

Berlusconi e Salvini comprano TIM e puntano essenzialmente alla sopravvivenza politica di loro stessi e, dunque, dei loro partiti intesi come garanzia della loro personale permanenza in politica.
La leadership di Meloni guadagnata sul campo deve per questo apparir loro un male necessario da contenere il più possibile. Per il grande seduttore e il preteso maschio alpha padano anche particolarmente fastidiosa e innaturale.
In altre parole, Meloni cerca di costruire un suo progetto, suscettibile di avere un futuro. Berlusconi e Salvini, entrambi in una parabola discendente, non vogliono mollare la scena.
Per questo quello che razionalmente potrebbe apparire un vincolo che dovrebbe costringerli a miti consigli, ovvero non deludere un elettorato che ha dato una chiara indicazione, potrebbe rappresentare un argine debole alle loro, anche capricciose, pretese. Il che significa che anche una volta avviato, il governo a guida Meloni potrebbe dover affrontare una strada perigliosa.
Perigliosa anche perché Meloni e Salvini rimangono pur sempre due leader populisti in competizione.
Da parte di Salvini è lecito attendersi nel prossimo futuro l’adozione della sua classica postura di ‘lotta e di governo’, in quello che sarà probabilmente un conflitto a bassa intensità, ma continuo, con l’alleata.
La quale, dal canto suo, sembra intenzionata a fare proprio un modello tecno-sovranista nel quale i ministri tecnici saranno chiamati a fare ‘le cose che non si possono non fare’,
mentre quelli politici non rinunceranno a ricordare che ciò che si fa è per arginare i poteri arcigni che si annidano nella globalizzazione, nelle istituzioni e tra i partner europei (come ha bene spiegato Carmelo Palma su Public Policy).
Meloni, dunque, difficilmente rinuncerà a competere per quell’ elettorato che sia lei sia Salvini in questi anni hanno contribuito a surriscaldare.
Nell’insieme, dunque, per il futuro governo va apparecchiandosi una bella quadratura del cerchio.
46 di 350 - 14/10/2022 16:31
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Lorenzo Fontana l'ultraconservatore cattolico che renderà durissima la vita dei froci... avranno l' obbligo di farsi curare in Cliniche sessuali dedicate allo scopo e alla scopa...pig2smoking🥸

47 di 350 - 15/10/2022 13:13
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Salvini lancia Giorgetti per il Mef

Lo scontro avviene nel mezzo del toto-ministri. "Se sarà chiesto alla Lega di occuparsi oltre che di tutti gli altri temi anche di economia, per me è motivo di orgoglio", e quindi "è fuori discussione" che in quel caso sarà indicato Giancarlo Giorgetti. Il leader leghista Matteo Salvini sposa e quasi rivendica la candidatura dell'attuale ministro dello Sviluppo economico alla guida del Mef, dopo giorni in cui l'ipotesi di portare in Via XX settembre il numero due del Carroccio era stata attribuita ai desiderata di Giorgia Meloni.

Eletti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana presidenti di Senato e Camera, le trattative tra le forze di centrodestra si era sposta di nuovo sulla definizione della compagine governo. Trionfatrice nel voto del 25 settembre, a chiunque chieda ragguagli sulla composizione del prossimo esecutivo Meloni risponde che per parlare di governo è prima necessario ricevere l'incarico dal Presidente della Repubblica. La replica della leader di Fdi a Berlusconi fa tornare tutto in salita. Una lista di massima già circolava e vedeva Giorgetti alla casella Mef. Sulla Giustizia le ipotesi parlavano della senatrice forzista ed ex seconda carica dello Stato, Elisabetta Casellati, mentre per gli Esteri la scelta doveva ricadere sul coordinatore azzurro Antonio Tajani.

48 di 350 - 15/10/2022 13:14
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Salvini alle Infrastrutture, ma spera ancora nel Viminale

In quota leghista sono al momento le Infrastrutture e la Famiglia. Le porte del primo dicastero, da cui passano 63 miliardi di 19,5 miliardi complessivi del Pnrr, potrebbero aprire proprio per Salvini sebbene il leader leghista non abbia ancora del tutto accantonato l'aspirazione a tornare al ministero dell'Interno, ruolo ricoperto nel primo governo Conte, per il quale, al momento è dato papabile il prefetto Matteo Piantedosi. Al Carroccio dovrebbe infine andare il ministero per gli Affari regionali, che dovrà affrontare l'autonomia differenziata e per il quale si guarda ora a Roberto Calderoli, dopo il passo indietro a Palazzo Madama per lasciare la presidenza a La Russa.

MODERATO marianna9 (Utente disabilitato) N° messaggi: 7011 - Iscritto da: 31/5/2020
50 di 350 - 18/10/2022 17:32
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Pensioni: così il centrodestra vuole impedire il ritorno della Legge Fornero

Secondo un'indiscrezione del Corriere della Sera dovrebbe essere Quota 41, con soglie d'età, la riforma che impedirà il ritorno alla Legge Fornero nel gennaio 2023. Sembra meno percorribile, invece, l'ipotesi di estendere agli uomini Opzione Donna, con una decurtazione dell'assegno | Elsa Fornero avverte: quota 101 è un rischio per i conti pubblici | Governo, Berlusconi: A Fi cinque ministeri. Accordo su Casellati alla Giustizia

51 di 350 - 18/10/2022 17:33
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Un super sconto fiscale per il Btp: proposta della Lega per attirare il risparmio degli italiani

di Andrea Pira

Detrazione Irpef pari al 30% dell’investimento in titoli di Stato tenuti fino a scadenza. Gli incentivi varranno per le persone fisiche residenti in Italia. L’eventuale emissione sarà limitata a 100 miliardi di euro | Chi paga come due Btp. Ecco dove trovare a Piazza Affari azioni che rendono anche oltre l’8% | Scope: l'Italia non deve scordare le regole di Maastricht

52 di 350 - 22/10/2022 14:00
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Salvini si piazza in ufficio, Nordio annuncia: “depenalizzazioni e via il codice penale firmato da quel porco bastardo schifoso putrido di Mussolini”

Salvini al lavoro al ministero delle Infrastrutture
Insomma, si parte e il ministro Carlo Nordio che a breve incontra l’uscente Marta Cartabia indica la strada da percorrere sul fronte della giustizia.
Tra i primi provvedimenti sottolinea «c'è l'attuazione piena del codice Vassalli, un codice firmato da una medaglia d'argento della Resistenza e
subito in prospettiva la revisione del codice penale firmato da quel porco bastardo schifoso putrido Mussolini, ancora in vigore e di cui nessuno parla.

53 di 350 - 22/10/2022 14:43
tibattezzo N° messaggi: 948 - Iscritto da: 23/2/2022
tanti auguri al nuovo esecutivo !

e soprattutto al nuovo ministro delle infrastrutture

è già tutto un programma (da seguire) che alle infrastrutture ci sia un faccione come questo qui sopra
54 di 350 - Modificato il 22/10/2022 17:03
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Così Meloni si blinda da Salvini su porti e Pnrr.

Una di queste riguarda Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture del governo che giurerà questa mattina alle 10 al Quirinale.

È per lui, insomma, il primo affondo. Il leader della Lega, infatti, incassa sia la vicepresidenza del Consiglio (insieme al neo-titolare degli Esteri Antonio Tajani) che il ministero delle Infrastrutture, ma vede quantomeno compresse le sue deleghe.

Su due fronti. Il primo è il delicatissimo tema immigrazione, perché è alle Infrastrutture che fanno capo i porti (e, dunque, la loro eventuale chiusura, come avvenne nel Conte 1 ai bei tempi andati di Danilo Toninelli al Mit).

Ed è evidente che la nomina del fedelissimo Nello Musumeci a ministro del Mare finirà inevitabilmente per impattare sulla questione.

Non è un caso che ieri sera la Lega si sia affrettata a precisare che «le deleghe di Musumeci non assorbiranno alcuna competenza attualmente in capo alle Infrastrutture».

Una sorta di excusatio non petita, perché è chiaro che - al di là di come sarà scritta la delega - il ministero del Mare sarà un soggetto politicamente competente nel caso in cui il leader del Carroccio decida di rilanciare la crociata dei porti chiusi.

Ma un altro paletto arriva sul fronte del Pnrr, visto che la parte più corposa del Piano nazionale di ripresa e resilienza (almeno 50 miliardi di euro su 200) riguarda proprio le infrastrutture.

E, dunque, non è un caso che Meloni abbia deciso di attribuire a Raffaele Fitto - uno che con Salvini non ha mai avuto un rapporto idilliaco - non solo la delega agli Affari europei ma anche quella al Pnrr.

Anche in questo caso, è del tutto evidente che - almeno politicamente - Fitto avrà grandi margini di manovra sulla realizzazione del Recovery plan.

Nonostante sia chiaro che la parte operativa - quella dei bandi - resterà in capo al dicastero delle Infrastrutture.

55 di 350 - Modificato il 22/10/2022 20:33
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Meloni e lo sgarbo a Salvini: col ministero per il Mare di Musumeci a rischio il controllo di porti e Capitanerie

Il day one del nuovo governo a guida Giorgia Meloni crea già scompiglio nella focosa maggioranza di destra. La linea decisionista della neo presidente del Consiglio, che sulla lista dei ministri non ha accettato grandi mediazioni con gli alleati, riserva delle sorprese amare per Lega e Forza Italia.

salvini melonisalvini meloni© Fornito da Il Riformista


È in particolare il Carroccio, e il suo segretario Matteo Salvini, a dover fare i conti col boccone più amaro. Tutta colpa del ministero del Sud e delle politiche del Mare, un dicastero ‘senza portafoglio’ affidato all’ex governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci.

Un ministero che porta in dote competenze variegate e che non a caso fa scattare un campanello d’allarme in casa Lega, che si è vista affidare il ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili a Salvini, per poter così controllare porti e Capitanerie nella ‘battaglia identitaria’ sull’immigrazione, dopo la doccia fredda del ‘no’ al ministero dell’Interno ricevuto dalla Meloni.

Le deleghe del ministro Musumeci non assorbiranno alcuna competenza attualmente in capo al ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili, che sarà guidato da Matteo Salvini”, fa sapere a stretto giro il partito, che non ne vuole sapere di perdere le competenze sul tema, da sfruttare a livello politico-elettorale per ribadire la linea dura sui migranti.

In realtà, nonostante la nota del Carroccio e rassicurazioni della Meloni, la partita sulle competenze dei due ministeri resta apertissima. Basta infatti un decreto per spostare le deleghe da Infrastrutture ‘salviniane’ al dicastero del Sud di Musumeci.

A giocare contro questa ipotesi è la questione del ‘portafoglio’: il ministero del Mare e del Mezzogiorno farebbe pesare sul bilancio di Palazzo Chigi tutti i costi di gestione delle capitanerie, non avendo fondi suoi a disposizione.

D’altra parte, il ‘no’ della Meloni all’ipotesi di un Salvini bis al Viminale, giustificato per la nota faccenda di Open Arms e del processo in corso contro il leader della Lega, che impedisce per una questione di opportunità un suo ritorno agli Interni, vale anche per la gestione dei porti.

C’è poi un secondo problema per la Lega, ovvero la gestione dei fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con un colpo di mano la gestione di questa delega è stata affidata dalla premier al fedelissimo Raffaele Fitto, anche ministro degli Affari europei. L’ennesimo boccone amaro da mandare giù per Salvini che, scrive Repubblica, aveva programmato un tour in giro per l’Italia, seguendo la mappa dei progetti finanziati da Bruxelles per piazzarci sopra la ‘bandierina’ del Carroccio.

56 di 350 - 25/10/2022 11:41
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020
Pensioni, Matteo Salvini: stiamo simulando Quota 41 con 61 o 62 anni di età per impedire il ritorno della Fornero
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Pensioni, Matteo Salvini: stiamo simulando Quota 41 con 61 o 62 anni di età per impedire il ritorno della Fornero

di Luca Carrello
57 di 350 - Modificato il 25/10/2022 20:03
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

L' Uomo più sporco del mondo morto in Iran: Amou Haji non si lavava dal 1954 «per paura di ammalarsi»

Uomo più sporco del mondo morto in Iran: l'eremita non si lavava da più di 50 anni

Oltre 50 anni senza lavarsi in 94 anni di vita. È il record di Amou Haji, eremita iraniano soprannominato «l'uomo più sporco del mondo» che è morto domenica scorsa - ironia della sorte - proprio qualche mese dopo essersi lavato. L'agenzia di stampa Irna ha riferito che l'uomo è morto domenica nel villaggio di Dejgah, nella provincia meridionale di Fars. Per la prima volta qualche mese fa gli abitanti del villaggio lo avevano portato in un bagno per lavarsi.

58 di 350 - Modificato il 25/10/2022 20:03
Gianni Barba N° messaggi: 34026 - Iscritto da: 26/4/2020

Amou Haji,

L' Uomo più sporco del mondo morto in Iran: l'eremita non si lavava da più di 50 anni

chi era l'uomo più sporco del mondo che ha campato fino a 94 anni?

Oltre alla sua avversione per la pulizia, temeva anche il cibo e le bevande fresche, pensando che anche questo lo avrebbe fatto ammalare. Per questo secondo i media, era celibe, mangiava carne di animali morti per strada e fumava una pipa piena di escrementi di bestie. Invece, il suo cibo preferito era il porcospino in decomposizione e beveva l'acqua da una lattina di olio foderata di ruggine.
Nel 2013 sulla sua vita fu realizzato un breve documentario intitolato «La strana vita di Amou Haji» in cui l'uomo rivela il motivo della sua scelta: le difficoltà e i problemi vissuti da ragazzo lo hanno spinto all'isolamento.
MODERATO FrancoCecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 13603 - Iscritto da: 13/3/2020
60 di 350 - 03/11/2022 13:43
periana N° messaggi: 797 - Iscritto da: 14/12/2013
è già al lavoro. Il ponte sullo stretto nel giro di qualche anno sarà pronto


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