Oro (HBU)

- Modificato il 11/11/2023 13:17
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
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ORO E IL REFERENDUM SVIZZERO

 

 

 


















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81 di 385 - 27/7/2015 11:20
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: rimbalzo da ipervenduto

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) sta evidenziando un tentativo non indifferente di gettarsi alle spalle la forte negatività delle precedenti settimane. Tecnicamente il movimento in atto sembra essere un semplice rimbalzo di natura prettamente grafica, per via ad esempio dell’Rsi a 14 sedute sceso attorno a 15 punti a metà della scorsa ottava. Trattasi quindi per il momento di classico rimbalzo da ipervenduto. Lo scenario di fondo si mantiene leggermente short, e solo un movimento di consolidamento al di sopra di 1.130 dollari offrirebbe sostegno ad una dinamica opposta, favorevole agli acquisti. Possibilità tuttora aperte per ulteriori discese verso 1.070 dollari prima e 1.050 dollari sul medio termine.

(MILANO FINANZA)

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82 di 385 - 31/7/2015 10:14
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: uno short chiamato

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) conferma le precedenti aspettative di una potenziale nuova discesa. Il rimbalzo che si è registrato dopo il sell-off non è andato a mutare lo scenario di base, e sia la dinamica grafica che gli indicatori hanno suggerito in settimana che la migliore posizione fosse sempre al ribasso. Attualmente solo in caso di superamento di 1.110 dollari verrebbe generato un primo segnale positivo, con spazi di recupero verso 1.130 dollari; ma si tratta di una forzatura non coerente con la struttura grafica. Molto probabile tuttora un test verso 1.070 dollari prima e 1.050 dollari successivamente. A livello intermarket anche la forza del dollaro Usa fa la sua parte.

(MILANO FINANZA)

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83 di 385 - 31/7/2015 14:03
biagino3 N° messaggi: 2095 - Iscritto da: 09/2/2013
Salve a tutti credete che a 1000 a oncia potrebbe essere una buona occasione di accumulo?
84 di 385 - 31/7/2015 14:55
bebs75 N° messaggi: 321 - Iscritto da: 10/5/2010
Quotando: biagino3 - Post #83 - 31/Jul/2015 12:03Salve a tutti credete che a 1000 a oncia potrebbe essere una buona occasione di accumulo?

Stando a quanto dicono alcuni analisti sembrerebbe di si
85 di 385 - 31/7/2015 16:20
biagino3 N° messaggi: 2095 - Iscritto da: 09/2/2013
Grazie, anche se ho letto che molti prevedono un ulteriore ribasso fino a circa 800 e addirittura a 600
86 di 385 - 31/7/2015 16:25
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006

Il DUCA osserva ...


Prezzo Oro Una discesa non preoccupante


fix.jpgIl prezzo dell'Oro è sceso nell'ultimo periodo, preoccupando non poco gli operatori del mercato dei metalli preziosi. TuttaviaInvestire in Oro porta dei benefici soprattutto nel lungo periodo. Investire in oro significa preservare il proprio capitale nel lungo periodo.

Investire in Oro Fisico, è molto importante dal punto della diversificazione dl proprio portafoglio.

Secondo quanto riferito in un articolo apparso qualche giorno fa, il mercato dei metalli preziosi ha oscillato parecchio negli ultimi sette mesi: chi ha comprato oro fisico, ha mal digeriscono questi cambiamenti continui del prezzo dell'oro.

Ma in tutti i tipi di mercato al rialzo ci saranno sempre dei periodi dove il prezzo cala drasticamente. Certi movimenti sono più rilevanti di altri, come nel 2008 quando il prezzo dell'oro in dollari calò del 34% passando da $1032 a $681.

Il prezzo dell'Argento invece, che è sempre il meno stabile ha subito un rialzo del 60% nel 2008. La correzione attuale dell'argento, in dollari, è ben lontana rispetto all'epoca fermandosi ad un 17% per l'oro ed al 42% per l'argento.

Per quel che riguarda il prezzo dell'oro in Euro è calato solo del 10%. Se osserviamo il rendimento dell'oro a lungo termine, a partire dal 1999, questo calo è assolutamente insignificante. Un calo così irrilevante, in un mercato dell'oro in forte crescita, che non deve creare alcuna preoccupazione per chi decide diinvestire in Oro.

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Il mercato dei metalli preziosi fisici è ancora molto solido con le raffinerie svizzere che lavorano senza sosta e le banche centrali di tutto il mondo che continuano acomprare oro per tutelarsi dalla crisi. Quest'anno ad esempio, le importazioni di oro della Cina sono state di un volume sei volte maggiore rispetto allo scorso anno. Lavendita di oro che vediamo attualmente avviene principalmente nel mercato dei certificati auriferi con gli speculatori a breve termine dei metalli preziosi che escono fuori dalle loro "tane".

Abbiamo assistito alla stessa situazione nel 2008: quando il prezzo dell'oro è calato drasticamente, a causa della vendita massiccia da parte degli investitori in tutte le classi d'investimento: in realtà il cuore pulsante del mercato dell'oro batte ancora con vigore a differenza del mercato dei certificati auriferi che sarà sempre più esposto perchè non offre altro che della carta senza valore senza vera copertura di oro fisico.

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Posso comprendere che chi ha investito in oro entrando nel mercato dell'oroquando esso valeva tra i $1600 ed i $1900 ora possano provare un pò di panico: ed anche attualmente, con un prezzo dell'oro a $1585 c'è un rischio di assistere ad un altro calo di circa 50/100 dollari al massimo.

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Ma il rialzo dell'oro che si avrà nei prossimi anni è attestato oltre ai 10mila dollari, come già annunciato durante gli ultimi mesi e potrebbe anche essere superiore in relazione alla velocità con cui i governi stampano altro denaro.

L'investimento più sicuro ad oggi è la detenzione di oro e argento fisici depositati fuori dal sistema bancario: si tratta del solo investimento che protegge il vostro patrimonio dalla distruzione di altre forme come la moneta e che permette di evitare il rischio della controparte.

Investire in oro è una delle forme di investimento meno rischiose nonostante le oscillazioni del prezzo dell'oro.

Carlo Vallotto

87 di 385 - 21/8/2015 13:51
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: target rialzista raggiunto

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) ha confermato le aspettative di rafforzamento di breve periodo, alimentato da una serie di fattori tecnici e intermarket. Da un lato il sell-off che ha interessato le asset class rischiose globali ha aiutato nel rafforzamento di breve del metallo giallo, tipico bene rifugio in situazioni di tensione. D’altra parte si è assistito ad un netto indebolimento del dollaro Usa, che ha alimentato a sua volta acquisti speculativi di oro. Il superamento di 1.130 dollari ha così aperto la strada ad una volata anche oltre il target di breve 1.150 dollari, su cui ora si sta consolidando. Meglio stare alla finestra ora in attesa di nuovi segnali tecnici direzionali.

(MILANO FINANZA)

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88 di 385 - 24/8/2015 14:45
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: si conferma serietà crisi

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) non fa altro che confermare che il movimento di estrema passione che ha interessato tutti i risky assets nelle ultime settimane non è un fuoco di paglia. Nella seduta odierna si osservano pesanti vendite anche sui bond corporate dell’area euro, sino ad oggi solo sfiorati dall’impennata del nervosismo. In questo contesto va dunque inserita la volata del metallo giallo. Che offre soddisfazioni in ottica di acquisto tipicamente quando tutto il resto va male. Finalmente la funzione di hedging dell’oro è tornata a fare il suo lavoro. Tecnicamente il superamento di 1.150 dollari è un segnale incoraggiante, e ciò potrebbe permette un tentativo di allungo anche verso 1.175 dollari circa. Considerato l’ipervenduto già raggiunto su diverse asset class, sarebbe però più saggio attendere uno storno controllato prima di riposizionarsi al rialzo. Primo interessante supporto in area 1.130-1.140 dollari.

(MILANO FINANZA)

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89 di 385 - 01/9/2015 13:27
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: le quotazioni provano un nuovo allungo

Nel corso delle ultime settimane la situazione tecnica dell’Oro si è rafforzata. I prezzi, dopo aver testato il supporto posto a quota 1.080 dollari, ha infatti compiuto un veloce spunto rialzista che si è arrestata a ridosso di 1.170. La successiva correzione ha trovato un valido sostegno in area 1.120-1.115$, zona dalla quale è iniziato un interessante spunto rialzista. Possibile infatti un nuovo allungo, con un primo target attorno a 1.153-1.155 dollari e un secondo obiettivo a quota 1.165. Da un punto di vista grafico, tuttavia, solo il breakout di 1.170 potrebbe fornire un nuovo segnale long di tipo direzionale, con proiezioni teoriche a 1.185-1.187 prima e verso la soglia psicologica dei 1.200 dollari in un secondo momento.

(MILANO FINANZA)

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90 di 385 - 02/9/2015 08:49
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
The Wall Street Journal Europe

In Sudafrica vanno in crisi anche le miniere d'oro


Alla miniera di Kloof di proprietà di Sibanye Gold nel cuore della maggiore riserva aurifera nota, più di 10.000 lavoratori tutti i giorni sgobbano alla profondità di 2 miglia sotto terra – un’immagine suggestiva dell’entità e della temerarietà di un settore che fino a non molto tempo fa godeva di utili prosperosi e di un’abbondante produzione.

Tuttavia, il secolo d’oro dei produttori del Sudafrica ora sembra essere giunto al termine. Abbattuto da una combinazione tossica di calo dei prezzi, dispute sindacali sempre più intense e dalla lievitazione dei costi di prospezione a causa delle sempre più elevate profondità, i maggiori produttori del Paese stanno annaspando. Spremuti dal crollo degli utili e da uno scialbo outlook per le quotazioni dell’oro, molti dei maggiori produttori di oro del Sudafrica stanno addirittura diminuendo le stime sul ciclo vitale delle proprie attività.

“Si tratta di un settore maturo, vecchio e in una certa misura in sofferenza”, ha commentato Dawie Mostert, senior vice president dell’efficacia organizzativa per Sibanye. “Dobbiamo fare in modo di garantire la sostenibilità” per il futuro. Si prevede che la miniera di Kloof, in attività da quasi cinquant’anni, in alcuni punti più profonda di sei New York City Freedom Towers impilate una sull’altra, chiuderà nel 2033. Dopo aver riportato un calo del 70% nell’utile netto del primo semestre di quest’anno, la società sta facendo i conti con crescenti venti contrari.

Inoltre, le cose non si stanno mettendo molto meglio per gli omologhi di Sibanye. Nella giornata di lunedì, AngloGold Ashanti, il terzo produttore al mondo di oro, ha pubblicato una perdita netta di 142 milioni di dollari nel trimestre chiuso a giugno, contestualmente a una perdita di 80 milioni di dollari dell’anno precedente. E Harmony Gold Mining mercoledì ha reso nota una perdita netta di 352 milioni di dollari per l’anno fiscale chiuso il 30 giugno, mentre Gold Fields giovedì ha notificato un calo annuale nell’utile del secondo trimestre del 40%.

Sebbene il settore minerario, e le materie prime in generale, siano spesso descritte come un business ciclico, le difficoltà che i produttori di oro incontrano in Sudafrica sono più profonde. Se i big del settore del Paese sopravvivranno ai prossimi decenni, sarà necessaria una radicale ristrutturazione dell’intera industria. Molti stanno investendo ingentemente in nuove tecnologie al fine di ridurre i costi del lavoro, diventando più efficienti nell’estrazione dell’oro e potrebbero essere in grado di lavorare 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno. Attualmente, i minatori in Sudafrica lavorano circa due terzi della giornata, 275 giorni l’anno.

“Tutti i produttori stanno lavorando intensamente sugli elementi che possono controllare”, ha spiegato Meryl Pick, gestore di portafoglio per il fondo sull’oro del valore di 20,9 milioni di dollari di Old Mutual Investment Group. “Sfortunatamente i parametri che non possono controllare stanno andando contro di loro”.

Si tratta, per esempio, dei costi dell’elettricità e del lavoro. Qualsiasi ulteriore incremento nelle tariffe elettriche potrebbe erodere l’aspettativa di vita delle miniere di Sibanye dal 10% al 15%, ha calcolato Mostert. Nel 2015 Harmony Gold ha registrato una riduzione del valore totale di 271 milioni di dollari poiché la società ha riesaminato le aspettative di vita delle proprie miniere in un contesto di ridotte quotazioni delle commodity.

“Può soltanto peggiorare”, ha affermato Pick. La società che preferisce al momento, e in cui è maggiormente presente Old Mutual Gold Fund, è AngloGold Ashanti, principalmente per la sua limitata esposizione al Sudafrica. Circa il 70% della sua produzione deriva da fonti altre rispetto al Sudafrica, e il suo titolo è in rialzo del 7% quest’anno, rispetto a un calo del 30% per Sibanye, del 45% per Harmony e del 18% per Gold Fields.

Nel XX secolo, il Sudafrica ha dominato la produzione globale di oro, ma negli ultimi anni è calato dal primo posto al sesto a livello mondiale. “C’è molto oro qui, ma è molto in profondità”, ha riferito Nick Holland, ceo di Gold Fields, settimo produttore di oro del mondo.

Le miniere del Sudafrica, molte delle quali sono tra le più profonde e antiche del mondo, usano molta elettricità per issare i minatori e portarli su e giù per i suoi pozzi, e mantenere l’atmosfera respirabile, pompare aria abbastanza fresca migliaia di metri sotto terra. Secondo la Chamber of Mines of South Africa, i costi dell’elettricità sono più che triplicati tra il 2008 e il 2014 principalmente a causa dell’invecchiamento delle infrastrutture.

In aggiunta, più le miniere vanno in profondità, più l’attività sismica che ha luogo, si traduce in interruzioni dei lavori a causa di incidenti. “Non so se sia il caso di mandare della gente sotto terra per cinque chilometri”, ha commentato Holland.

Siccome le miniere sono invecchiate, le attività estrattive si realizzano sempre più lontano dai pozzi centrali, aumentando la durata del tragitto dei lavoratori dalle alle rocce, oltre che la quantità di oro perso nel trasporto verso la superficie e la fonderia. Un elemento che sta aiutando le società del settore aurifero a restare a galla è il dollaro forte, che ha dato una piccola tregua ai prezzi dell’oro, che ultimamente scambiavano appena sopra 1.110 dollari l’oncia troy, in ribasso di più del 40% dai massimi del 2011 di oltre 1.900 dollari l’oncia. I ricavi degli operatori sudafricani sono tipicamente nominati in dollari, mentre molti costi, come i salari, sono in valute locali. Anche le attività con una buona dove di operazioni fuori dal Paese, come AngloGold Ashanti e Gold Fields, hanno tratto vantaggio dai cali di altre valute, come il dollaro australiano.

Il ciclo di vita di miniere come il sito di Kloof può essere esteso di altri 20 o 30 anni, ha riferito Mostert, ma questo dipende molto dall’eventualità in cui si riesca ad evitare che altri costi, come il lavoro, crescano rapidamente. E non sta andando così bene. Le negoziazioni salariali nel settore delle miniere d’oro del Sudafrica sono stata avviate a giugno, ma i principali produttori e i sindacati sono in disputa, dopo che un’offerta finale è stata rifiutata dai maggiori sindacati lo scorso mese. Quindi i produttori hanno rimandato la questione all’organo di mediazione del Paese.

Contestualmente, analisti ed economisti sostengono che le probabilità di uno sciopero siano elevate, cosa che potrebbe ulteriormente intaccare i profitti delle società estrattive del Paese. “È molto triste quando ogni volta che i minatori chiedono un salario minimo, ci ricordano che le quotazioni delle materie prime non stanno andando bene sui mercati globali”, ha raccontato Livhuwani Mammburu, portavoce della Nation Union of Mineworkers, il principale sindacato dell’industria mineraria aurifera.

Lo stipendio medio di un minatore di oro appena assunto, che lavora a una profondità di quattro chilometri sotto terra, è di solo 6.000 rand al mese – ovvero 464 dollari circa - ma comprende benefit come l’alloggio, l’assistenza medica e la pensione; quel valore può salire a circa 12.000 rand. Peraltro, i salari rappresentano già quasi metà dei costi delle principali società estrattive del Sudafrica.

“Quello che non vogliamo fare è condannare a morte il settore di estrazione dell’oro”, ha puntualizzato Srinivasan Venkatakrishnan, ceo di AngloGold Ashanti. “Spero di non finire in un contesto di sciopero, perché abbiamo appena visto quello che è successo al platino”.
Una battaglia salariale tra i produttori di platino e i sindacati che rappresentavano i lavoratori del settore lo scorso anno ha portato a uno sciopero di cinque mesi, il più lungo mai verificatosi nel Paese. La produzione di platino è crollata del 15% e le società stanno ancora combattendo con il costoso accordo salariale che hanno accettato per porre fine alla situazione di stallo. Inoltre, a luglio, il produttore di oro sudafricano Lonmin ha fatto sapere che taglierà 6.000 posti di lavoro, ovvero il 17% della sua forza lavoro, nell’arco dei prossimi due anni.

Venkatakrishnan ha reso noto che l’impatto di uno sciopero dei lavoratori nel settore di estrazione dell’oro del Sudafrica implicherebbe meno miniere con un’aspettativa di vita ridotta, e meno posti di lavoro. Ma anche l’unica miniera d’oro del Paese totalmente meccanizzata, South Deep di proprietà di Gold Fields, non risulta redditizia.

“Se si osserva come operiamo al momento, è piuttosto terribile”, ha commentato Nico Muller, vice presidente esecutivo per il Sudafrica presso Gold Fields. Ha aggiunto che se le attività a South Deep, l’unica miniera restante in Sudafrica della società dopo lo scorporo di tre vecchie miniere finalizzato alla creazione di Sibanye nel 2013, potessero raggiungere anche un livello “ragionevole” di attività, la miniera inizierebbe a produrre denaro. Questo richiederebbe una leadership coerente e l’assunzione di manodopera più qualificata.

Gold Fields prevede che South Deep inizierà a guadagnare per la fine del 2016. Tuttavia, la meccanizzazione delle miniere, che riduce sostanzialmente la presenza di minatori dalle rocce – e il pericolo – non è popolare perché richiede meno dipendenti, per quanto più qualificati, in ogni miniera.

Ma le società affermano che se continueranno a operare con l’attuale sistema convenzionale, il numero di posti di lavoro crollerà a zero nel giro di 30 anni o quasi. “Ammetto che siamo condannati se non abbracciamo nuove tecniche estrattive”, ha riferito Muller di Gold Fields.


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91 di 385 - 07/9/2015 13:43
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: forte riduzione della volatilità

Fase a volatilità ridotta per le quotazioni dell’oro (analizzato tramite il contratto mini future Gold), in attesa di un chiaro segnale direzionale. I prezzi si trovano all’interno di un trading range compreso tra 1145 e 1115 dollari, con gli indicatori di tendenza che segnalano il possibile avvio di una fase laterale. Una rottura ribassista porterebbe al test del supporto a 1110 $, che in caso di cedimento porterebbe un forte aumento di volatilità con target verso 1080-1075 dollari. In ottica rialzista, positivo solo un deciso superamento della resistenza a 1145 dollari, con target successivo verso 1170 dollari.

(MILANO FINANZA)

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92 di 385 - 09/9/2015 13:27
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: struttura tecnica resta fragile

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) rimane esposta a nuovi possibili movimenti verso il basso, coerentemente con l’analisi intermarket e il trend di medio periodo. La pressione in atto sui supporti potrebbe anticipare una nuova fase di debolezza, alimentata tanto dal rasserenamento delle asset class rischiose che dalla forza del dollaro Usa. Lo scenario rialzista potrebbe ripresentarsi invece solamente in caso di ritorno oltre 1.170 dollari, resistenza di breve termine che però si sta allontanando. Sul cedimento del supporto di breve a 1.110 dollari si aprirebbero invece nuove possibilità di short, con obiettivi verso 1.095 dollari prima e 1.080 dollari in seconda battuta.

(MILANO FINANZA)

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93 di 385 - 11/9/2015 14:51
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: fondamentale supporto di breve a 1110-1105$

Situazione grafica precaria per i prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini). I prezzi si trovano a ridosso del supporto di breve a 1110-1105 dollari, il cui cedimento potrebbe portare i prezzi nel medio periodo verso 1080 dollari. Le quotazioni si trovano all’interno di un canale ribassista, solo un breakout rialzista della resistenza a1125-1130 dollari potrebbe ridare forza ai prezzi, il cui definitivo slancio potrebbe avvenire solo sopra 1170 dollari.

(MILANO FINANZA)

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94 di 385 - 15/9/2015 08:46
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: nemmeno il dollaro debole basta

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) continua a rimanere particolarmente critica, e strutturalmente impostata a favore di un moderato ribasso. Il movimento di rimbalzo osservato nella seconda metà di agosto si è presto esaurito, lasciando spazio a una nuova debolezza coerente con il trend di medio termine. Lo scenario rialzista potrebbe ripresentarsi quindi solamente in caso di ritorno oltre 1.170 dollari, livello oggi però molto lontano. Al contrario, il cedimento del supporto di breve a 1.110 dollari ha aperto la strada a una nuova fase ribassista a bassa volatilità, con potenziali obiettivi verso 1.095 dollari prima (già sfiorato) e 1.080 dollari in un secondo momento. Anche l’Rsi settimanale rimane a 40 punti, confermando lo scenario leggermente short, dopo il mancato recupero di quota 50 durante l’ultimo tentativo di inversione.

(MILANO FINANZA)

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95 di 385 - 16/9/2015 08:53
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Focus su sette titoli auriferi

La leggera ripresa del prezzo dell’oro nel mese di agosto ha riportato l’attenzione degli investitori sui titoli auriferi. Sebbene la view sul settore sia prudente, secondo gli analisti di Morgan Stanley non mancano le azioni con un alto potenziale di rialzo, grazie allo sconto a cui trattano le società australiane, americane, sudafricane e, in misura minore, europee rispetto alla media storica.

1) Agnico Eagle. Target price di 40 dollari (+80%) per il gruppo canadese, con attività principali in Quebec, Messico e Finlandia, che merita il rating overweight (sovrappesare). Il titolo, che capitalizza 4,8 miliardi di dollari, ha un rendimento della cedola dell’1,4% in questo esercizio e nel prossimo, a fronte di un dividendo di 0,32 dollari. Sebbene venga scambiato a premio (in termini di p/nav e p/cf) rispetto ai competitor, continua ad essere attraente grazie alla qualità degli asset, il capace management team, la relativa stabilità delle regioni in cui opera e la flessibilità dei progetti. Il total return a 12 mesi è negativo (-20,5%).

2) Alacer Gold. Alla compagnia australiana, che opera prevalentemente in Turchia, è stato assegnato il prezzo obiettivo di 3,55 dollari australiani con rating overweight. Il titolo, che capitalizza 629 milioni di dollari australiani, ha un p/e di 16 nel 2015 che sale a 35,9 nel 2016. I bassi costi operativi, fra i più bassi del settore, rendono Alacer Gold un investimento difensivo in uno scenario molto incerto del prezzo dell’oro. Rispetto alle mid cap australiane tratta a premio, un gap giustificato dalla elevata liquidità e dalla lunga vita delle miniere (circa 18 anni). Il total return a 12 mesi è 46%.

3) Franco-Nevada. La società canadese, che dispone di un portafoglio molto diversificato in termini di risorse e a livello geografico, merita il target price di 57,50 dollari Usa con rating overweight. Il p/e è 75,4 nel 2015 e 68,8 nel 2016, mentre il dividend yield è 2%, a fronte di una cedola rispettivamente di 0,83 e 0,84 dollari, che potrebbe secondo gli analisti essere incrementata, se saranno stretti nuovi accordi. Il tiolo, che capitalizza 6,4 miliardi di dollari, ha un margine di rialzo del 40% dalle quotazioni attuali.

4) Goldcorp. Grazie a due o tre progetti di sviluppo dovrebbe avere un interessante profilo di crescita a breve termine (+25% nel 2014-2016). I costi sono previsti invece in calo del 25% nello stesso periodo. Il gruppo dovrebbe stabilizzarsi intorno al livello di 800 dollari l’oncia nei prossimi anni. II target price della società canadese, che capitalizza 10,6 miliardi di dollari, è 23 dollari Usa (+82%) con giudizio overweight. Il rendimento della cedola del 3,6% nell’esercizio 2015 e 1,9% nel 2016 (cedola rispettivamente di 0,45 e 0,25 dollari). Guardando ai multipli borsistici, il p/e crolla da 130 nel 2015 a 38,4 nel 2016.

5) Kinross Gold. E’ il quarto maggiore gruppo aurifero nord-americano. I punti di forza sono la solidità del bilancio, la valutazione interessante e l’utilizzo di una stima del prezzo dell’oro nel calcolo delle riserve più prudente rispetto ai concorrenti. Al titolo è stato assegnato un prezzo obiettivo di 4,50 dollari (+204%) con rating overweight. Il titolo, che capitalizza 1,7 miliardi di dollari Usa, ha realizzato una performance peggiore dei concorrenti, a causa dei timori legati all’esposizione verso lla Russia, completamente scontati nella quotazione attuale, visto che il 66% delle riserve sono in Usa, Cile e Brasile. Il titolo tratta a un rapporto ev/ebitda (valore d’impresa/reddito operativo lordo) 2016 vicino a 3.

6) Randgold. È il titolo europeo favorito dagli analisti, nonostante il basso potenziale di rialzo (15%) rispetto al target price di 4.160 pence. Il titolo, che capitalizza 5,2 miliardi di dollari Usa, ha un rendimento della cedola di 0,8% nel 2015 e 1,1% nel 2016, a fronte di un dividendo rispettivamente di 0,46 e 0,63 dollari. Il p/e scende da 28,2 a 22,5 nel prossimo esercizio. È in grado id mettere a segno una performance migliore dei concorrenti, in uno scenario debole per la quotazione dell’oro. La maggior parte delle miniere del gruppo sono state costruite e testate per essere efficienti anche con un prezzo dell’oro di mille dollari l’oncia.

7) G-Resources. Il titolo, che tratta l 70% del valore di libro 2015, è a sconto rispetto ai competitor cinesi quotati a Hong Kong. Il rating è tuttavia negativo (underweight) perchè le debolezze sul fronte della produzione rendono la società vulnerabile al calo del prezzo dell'oro. Il target price di 0,20 dollari di Hong Kong è inferiore alle quotazioni recenti. L'azione, che capitalizza 687 milioni di dollari, ha un p/e di 8,2 nel 2015 e 7,8 nel 2016, mentre il rendimento della cedola è nullo.
96 di 385 - 18/9/2015 11:23
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: volata grazie al dollaro

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) ha evidenziato nelle ultime due sedute un deciso apprezzamento, esclusivamente da imputarsi alla dinamica del dollaro Usa. La decisione della Fed di non toccare i tassi ha infatti innescato forti vendite sul dollaro, e la tipica correlazione inversa di breve periodo tra oro e divisa statunitense ha fatto il suo lavoro. Lo scenario tecnico tornerebbe però ad essere interessante in chiave rialzista solo oltre 1.165-1.170 dollari, a cui pian piano ci si sta avvicinando. Al contrario, un nuovo interessante segnale short si riaffaccerebbe al cedimento di 1.080 dollari.

(MILANO FINANZA)

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97 di 385 - 21/9/2015 12:12
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: indicatori segnalano cautela

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) evidenzia un tentativo di reazione rispetto al trend deludente di medio periodo. Tale dinamica non trova però ancora conferma sotto il profilo degli indicatori. Notiamo ad esempio l’Rsi su base settimanale sempre sotto quota 50, mentre l’Adx si riporta sui minimi del’ultimo anno, 17 punti, confermando scarsa direzionalità di fondo. I trend che si possono formare hanno quindi tuttora poca affidabilità. Quadro grafico in netto miglioramento solamente oltre 1.165-1.170 dollari, prima resistenza di una certa significatività. Al contrario, un nuovo segnale short scatterebbe in caso di abbandono del supporto 1.080 dollari.

(MILANO FINANZA)

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98 di 385 - 29/9/2015 11:43
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Metalli preziosi, banche nel mirino (MF)

Il quotidiano finanziario scrive che in Svizzera la commissione per la concorrenza (la WEKO) ha aperto un'indagine su 7 istituti bancari per verificare se ci sia stata una manipolazione dei prezzi di oro, argento e altri metalli preziosi. Le banche sotto la lente sono Ubs, Julius Baer, Deutsche Bank, HSBC, Barclays, Morgan Stanley e Mitsui. Questi istituti, se venisse riscontrata una loro condotta illecita, rischiano sanzioni miliardarie. La WEKo ha ragione di credere che ci siano stati degli accordi lleciti per coordinare il book dei prezzi dei metalli preziosi.
99 di 385 - 30/9/2015 12:12
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
Oro: respinto da resistenze di breve

La dinamica dei prezzi dell’oro (analizzato tramite il contratto future mini) continua ad essere zavorrata dall’assenza di elementi macro a sostegno di questa asset class. L’esplosione del nervosimo sulle asset class rischiose alimenta sporadici rafforzamenti dell’oro, ma successivamente tornano a predominare elementi penalizzanti come il dollaro forte e l’assenza di inflazione. Tanto sul fronte grafico che algoritmico continua a rimanere valida l’assenza di una tendenza di fondo. Leggero bias short per il medio periodo. D aseguire l’eventuale rottura dell’area di resistenza 1.165-1.170 dollari, oltre cui il trend di breve dovrebbe migliorare. Segnale short di brevissimo sotto 1.120 dollari, con potenzialità di discesa verso il supporto 1.080 dollari, sotto cui lo short prenderebbe ulteriore vigore.

(MILANO FINANZA)

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100 di 385 - 30/9/2015 12:16
GIOLA N° messaggi: 30011 - Iscritto da: 03/9/2014
I futures dell’oro scendono questo mercoledì, poiché le crescenti aspettative di un aumento dei tassi statunitensi nei prossimi mesi continuano a pesare sul metallo prezioso.

Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, l’oro con consegna a dicembre scende di 2,20 dollari, o dello 0,2%, a 1.124,60 dollari negli scambi della mattinata europea.
Ieri, l’oro è sceso di 4,90 dollari, o dello 0,43%, dopo i dati che hanno mostrato che la fiducia dei consumatori USA è inaspettatamente migliorata a settembre.

I dati positivi hanno alimentato l’ottimismo per lo stato di salute dell’economia e fanno sperare in un aumento dei tassi nel corso dell’anno.
Sui mercati cresce l’attesa per i dati statunitensi previsti nel corso della seduta che forniranno maggiori informazioni sulla forza dell’economia e sull’eventualità di un aumento dei tassi di interesse a breve termine.
Gli Stati Uniti pubblicheranno il report ADP sull’occupazione per il mese di settembre alle 8:15 ET, report che sarà seguito da quello sull’indice dei direttori acquisti di Chicago atteso per le 9:45 ET.

I traders seguiranno con particolare attenzione inoltre l’intervento della Presidente della Fed Janet Yellen, che aprirà i lavori della conferenza annuale della Federal Reserve a St. Louis nel corso della giornata.
I futures dell’oro dovrebbero segnare un crollo del 4% nel trimestre che si concluderà quest’oggi, 30 settembre, per via della possibilità che la Federal Reserve alzi i tassi nel 2015.

Secondo molti economisti la banca centrale statunitense comincerà ad alzare i tassi a dicembre dopo aver mantenuto invariata la politica monetaria questo mese, tra i timori per l’economia globale, in particolare per quella cinese.
Il 24 luglio, l’oro è sceso al minimo di cinque anni e mezzo di 1.072,30 dollari tra le speculazioni che la Fed possa alzare i tassi di interesse per la prima volta dal 2006 quest’anno.

Negli ultimi mesi, la tempistica dell’aumento dei tassi da parte della Fed è stata un costante oggetto di discussione sui mercati.
Sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange, il rame con consegna a dicembre schizza di 3,5 centesimi, o dell’1,57%, a 2,287 dollari la libbra negli scambi della mattinata londinese.

Il prezzo del rame dovrebbe registrare un crollo del 13,4% nel terzo trimestre tra i segnali che l’economia cinese sta perdendo lo slancio, alimentando i timori per un calo della richiesta del metallo industriale.
L’indice ufficiale dei direttori acquisti per il settore manifatturiero cinese previsto per domani dovrebbe essere sceso a 49,6 a settembre da 49,7 di agosto.
Intanto, la lettura finale dell’indice dei direttori acquisti di Caixin per il settore manifatturiero dovrebbe essere salita a 47,2 da una lettura preliminare di 47,0, il minimo dal marzo del 2009.

Una lettura inferiore a 50,0 indica una contrazione del settore industriale.
La nazione asiatica è considerata il principale consumatore mondiale del metallo rosso, col 40% della richiesta globale di rame lo scorso anno.

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