Telecom Italia (TIT)

- Modificato il 04/2/2018 09:06
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
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661 di 14397 - 15/12/2017 16:35
valter57t N° messaggi: 189 - Iscritto da: 12/2/2016
Quotando: el_rubio_loco - Post #657 - 14/Dec/2017 14:49C'è un modo per bannare stò coglione dei passaporti falsi?

Magari sto' rompi palle
662 di 14397 - 24/12/2017 10:02
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Tlc, a Rio decide Pechino

Le difficoltà di Oi bloccano tutto il mercato e quindi anche la cessione di Tim Brasil. Il gruppo però tratta con i cinesi di China Development Bank e questo potrebbe aprire a nuove opportunità.


66aka
663 di 14397 - 24/12/2017 11:00
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Telecom, Recchi azionista di “risparmio”

In attesa di un accordo tra Mediaset e Vivendi, che indirettamente riguarderà pure Tim, Giuseppe Recchi scommette sulle Telecom Rispamio. Del resto solo due anni fa, proprio lui aveva presieduto l’assemblea in cui il voto contrario di Vivendi, aveva mandato in fumo la conversione delle rnc in ordinarie. A prescindere dal dividendo, che le risparmio pagheranno anche la prossima primavera, sono in molti a ritenere che le rnc siano uno strumento costoso e obsoleto che zavorra Telecom. Tanto più che pensando a scorpori di attività (come è successo con le torri di Inwit e potrebbe accadere ai cavi sottomarini di Sparkle o alla rete), le rnc non sono state calcolate. Né Vivendi né Mediaset hanno azioni di risparmio, Recchi invece ha deciso di comprarne 1,2 milioni a 0,62 euro, vendendo le sue ordinarie a 0,75 con un concambio implicito di 0,83.
664 di 14397 - 08/1/2018 15:00
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Telecom, il taglio dei posti di lavoro impatterà dell'1,8% sull'ebitda

E' quanto stima Banca Akros in seguito alle indiscrezioni secondo cui Telecom prevede di risparmiare 400 mln l'anno in tre anni grazie alla riorganizzazione del personale che prevede l'uscita di 5.000 dipendenti a fronte dell'assunzione di altri 2.000. Il miglioramento delle competenze digitali è una buona notizia

di Francesca Gerosa

Telecom Italia prevede di risparmiare 400 milioni di euro l'anno a regime nei prossimi tre anni grazie a un piano di riorganizzazione del personale che prevede l'uscita di 5.000 dipendenti a fronte dell'assunzione di altri 2.000 (giovani e professionisti digitali). Queste azioni dovrebbero comportare costi di ristrutturazione pari a 550 milioni di euro. Si tratterebbe, a detta degli analisti di Equita, di una conferma del trend del periodo 2015-2017 (personale domestico in calo da 53mila a 50mila unità).

Fonti di stampa del fine settimana hanno riportato che questa linea d'azione è contenuta nella bozza del nuovo piano industriale 2018-2020, anticipato dal capo degli Affari Legali, Agostino Nuzzolo, di recente ai sindacati. Proprio fonti sindacali hanno affermato che i tagli nei prossimi tre anni potrebbero arrivare fino a 10.000 posti di lavoro. Un nuovo incontro con i sindacati è in agenda il prossimo 18 gennaio. Ci sarebbero, inoltre, trattative in fase avanzata per l'uscita dal gruppo di circa 100 dirigenti.

Telecom Italia presenterà il piano industriale 2018-2020 il prossimo 6 marzo. Nelle recenti uscite pubbliche, l'amministratore delegato, Amos Genish, ha annunciato di voler digitalizzare i processi aziendali. La nuova normativa sul lavoro dovrebbe consentire all'azienda di anticipare il ricambio generazionale e, grazie ai risparmi ipotizzati, Telecom Italia avrebbe le risorse per il rilancio della sua attività.

"Il taglio dei costi è un esercizio senza fine per le aziende di telecomunicazioni che ora stanno sfruttando la digitalizzazione dei processi industriali", sottolineano gli analisti di Banca Akros. "La riduzione dei posti di lavoro riportata di 3.000 unità, che potrebbe essere al lordo delle nuove assunzioni, rappresenta circa il 6% dell'attuale base di dipendenti; la negli ultimi 18 mesi è stata di 2.225 unità".

"I nuovi tagli includeranno anche 100 manager dopo 200 uscite l'anno scorso per un risparmio lordo previsto di 30 milioni di euro all'anno. Implicazioni positive per Telecom Italia ; l'impatto lordo rappresenta l'1,8% dell'ebitda del gruppo previsto per quest'anno", stimato dagli analisti di Banca Akros a 8,72 miliardi di euro (8,42 miliardi la previsione per il 2017), quindi 157 milioni di euro circa.

Come hanno segnalato molte volte negli ultimi mesi, gli analisti di Mediobanca Securities ritengono che il nuovo piano industriale permetterà ulteriori risparmi grazie a una chiara attenzione del management di Telecom Italia alla digitalizzazione e ai nuovi servizi. "Sarà un chiaro motore per quest'equity story nelle prossime settimane", hanno aggiunto alla banca d'affari.

Per gli esperti di Mediobanca i risparmi anticipati sulla stampa "avrebbero un impatto visibile sulla nostra stima di ebitda domestico che rappresenta oltre il 5% dell'ebitda atteso nel 2018 a 7,3 miliardi di euro. Lo sconto rispetto ai competitor, già al 30% per le attività domestiche guardando al multiplo enterprise value/ebitda 2018, aumenterebbe fino a quasi il 40% scontando i risparmi annunciati sulla stampa, poiché i multipli impliciti sarebbero pari a 4 volte l'ebitda contro le 6,4 volte dei competitor".

"Riteniamo che l'efficienza del lavoro possa essere fattibile alla luce delle recenti modifiche previste dalla legge di stabilità all'articolo 4 della legge Fornero e altri potenziali strumenti. A tale riguardo, se confermato, terremo sotto controllo i negoziati con i sindacati", commentano anche gli analisti di Banca Imi secondo i quali il miglioramento delle competenze digitali di Telecom Italia sarebbe una buona notizia.

Banca Imi ha confermato sul titolo Telecom Italia il rating buy con un target price a 1,11 euro, lo stesso giudizio di Equita che però ha un target price a 1,06 euro. Mentre Banca Akros ha un rating accumulate e un prezzo obiettivo a 1,12 euro e Mediobanca outperform con un prezzo obiettivo a 1,30 euro. Al momento in borsa l'azione passa di mano a quota 0,742 euro (+0,47%).
6a609
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665 di 14397 - 09/1/2018 12:19
Abamino N° messaggi: 46 - Iscritto da: 20/6/2017
Ma come mai le risparmio sono bloccate a 0,6315?
666 di 14397 - 11/1/2018 14:45
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Telecom, al via braccio di ferro sul golden power

Il gruppo avrebbe già inviato al governo un rapporto sul "perimetro" delle strutture strategiche da sottoporre a vigilanza pubblica. E per trattare lascia cadere il ricorso al Tar del Lazio

di Mirko Molteni

Entra nel vivo la partita fra Telecom e il governo italiano sulla questione del golden power, l'istanza di controllo e vigilanza delle autorità sulle strutture strategiche di telecomunicazione a cui ha dato corpo l'esecutivo con due decreti negli scorsi mesi. Tutto, come noto, per ovviare al ruolo preponderante della compagnia francese Vivendi, di fatto al vertice di Tim, essendone azionista di maggioranza relativa con quasi il 24% del pacchetto.

L'applicazione del golden power prevedeva che entro il 16 gennaio Telecom inviasse al governo un rapporto preciso per mappare le proprie strutture strategiche in modo che poi possa essere varato un organo di sicurezza interna al gruppo, afferente al Dipartimento Informazioni per la Sicurezza, o DIS, della Presidenza del Consiglio. Ebbene, da indiscrezioni stampa pare che Telecom abbia già inviato a Palazzo Chigi, forse già a fine dicembre, tale mappatura, individuando il "perimetro" delle attività che possono essere sottoposte al controllo di sicurezza pubblica senza compromettere la normale attività di business.

Il governo starebbe quindi in questi giorni valutando se le indicazioni dell'azienda sono sufficienti, oppure se invece controbattere richiedendo ulteriori approfondimenti. E' quindi prevedibile che fitti contatti fra le due parti siano in corso a livello riservato per "limare" reciproci dettagli. Di certo si sa che la tardiva notifica del documento, nella sua forma definitiva, comporterebbe per il gruppo una sanzione pari all'1% del fatturato, il che significherebbe circa 300 milioni di euro. Per agitare un ramoscello d'ulivo e mostrarsi conciliante, Telecom ha lasciato cadere i termini legali per un eventuale ricorso al Tar del Lazio contro i decreti governativi sul golden power. Ma, per non disarmare completamente, si riserva la carta del ricorso al Presidente della Repubblica, i cui termini sono assai più lunghi e si collocano al 13 febbraio per il primo decreto e al 2 marzo per il secondo.

Il nocciolo della questione ruota attorno al fatto che con il golden power, in base al primo dei due decreti, il governo impone a Tim e alle controllate Sparkle e Telsy di rilasciare la delega delle funzioni su attività rilevanti per la sicurezza nazionale ad un componente del consiglio di amministrazione di ciascuna delle citate società che sia cittadino italiano, sia munito di Nulla Osta di Sicurezza, e sia ritenuto idoneo dal governo (mentre il secondo decreto si concentra sulla rete). La delega dovrà comprendere la responsabilità di un'apposita unità organizzativa (Organizzazione di Sicurezza) preposta alle attività rilevanti.

Tale unità organizzativa, da coinvolgere nei processi di governance e in tutti i processi decisionali su attività strategiche e rete fissa, dovrà essere affidata a un funzionario di sicurezza scelto in una terna di nominativi proposti dal DIS. Ciascuna delle società dovrà poi fornire preventiva informazione in merito ad ogni decisione che possa ridurre o cedere capacità tecnologiche, operative, industriali nelle attività strategiche.

Il governo, comunque, non ha ancora costituito il comitato di monitoraggio che deve valutare il prospetto strategico di Telecom e che dovrà comprendere con rappresentanti dell'esecutivo, del Dipartimento di Sicurezza, dei ministeri degli Interni, della Difesa e dello Sviluppo Economico. Anche Vivendi, in quanto maggior azionista, conserva la facoltà di fare ricorso contro i decreti, ma nel caso della compagnia francese i termini sono assai più serrati, ossia il 15 e 31 gennaio, sebbene i francesi non intendano sfruttare questa possibilità per facilitare una trattativa "dolce" in prima persona fra Telecom e lo Stato.

6bd68
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667 di 14397 - 12/1/2018 17:12
1giacomofofo N° messaggi: 701 - Iscritto da: 29/6/2016
be e allora tutto tace......
668 di 14397 - 18/1/2018 15:23
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Telecom riavvia il processo per portare alla joint venture con Canal Plus per l'offerta video.

Telecom Italia ha riavviato le procedure che potrebbero condurre alla creazione della joint venture con Canal Plus (del gruppo Vivendi), andando ad applicare l’iter con parti correlate di maggior rilevanza, così come suggerito dal collegio sindacale e della Consob.

La novità non sembra per il momento aver portato fortuna al titolo, che anche questa mattina, mentre scriviamo (ore 10) è in calo dello 0,55% a 0,7205 euro. Tuttavia, gli analisti rimangono particolarmente fiduciosi, con Banca Imi che ha prontamente confermato il rating buy, e Mediobanca che si è espressa in termini positivi, ritenendo che “la convergenza sia necessaria”, e che “Tim sta già investendo sui contenuti e crediamo che abbia spazio per ottimizzare la spesa con buoni ritorni”.

Ricordiamo come lo scopo dalla jv, stando a quanto precisa dalla stessa società, sia proprio quello di produrre l'offerta video per i clienti Tim, attraverso l'acquisizione e la produzione di contenuti televisivi (la jv si occuperà tuttavia anche della gestione del relativo servizio).

Non sfugge agli analisti il fatto che proprio l'offerta convergente di contenuti video sia uno degli elementi principali del piano strategico 2018-2020 del colosso delle telecomunicazioni, e che per il progetto “che si qualifica come operazione con parte correlata, in quanto controparte di Tim è Canal+ International, controllata indiretta di Vivendi, principale azionista e controllante di fatto di Tim (nella prospettazione fatta propria da Consob), nonché esercente attività di direzione e coordinamento, sarà applicata la procedura per l'effettuazione di operazioni con parti correlate di maggiore rilevanza, con conseguente coinvolgimento nel corso delle trattative di apposito Comitato composto da tutti i componenti indipendenti del board” – si legge nella nota Telecom.

Ad ogni modo, il processo che condurrà all’approvazione non sembra essere brevissimo, tanto che i termini di un’intesa con Mediaset potrebbero essere slittati oltre il 27 febbraio, giorno della prima udienza della causa che vede contrapposta Vivendi alla società del Biscione.

Insomma, il tavolo è ricco di carte, e le prossime settimane saranno sicuramente portatrici di qualche chiarimento prospettico.
6dpki
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669 di 14397 - 18/1/2018 16:07
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Comprateee!!!
670 di 14397 - 18/1/2018 16:39
ken0782 N° messaggi: 1503 - Iscritto da: 26/10/2017
Telecom I.: sindacati pronti al dialogo ma con garanzie su rete Fonte: MF Dow Jones (Italiano) I sindacati delle telecomunicazioni sono pronti a dialogare con Telecom Italia sulle circa 7.500 uscite dal gruppo ma chiedono garanzie su rete e investimenti. E' quanto emerso dall'incontro tra Telecom e le organizzazioni sindacali, unitamente al Coordinamento Nazionale RSU. Le segreterie nazionali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno affermato che nel corso dell'incontro, Telecom - "dopo una sintetica illustrazione dello scenario che caratterizza il settore delle Tlc e delle dinamiche che lo stanno attraversando - ha illustrato le linee generali che caratterizzano il piano strategico di Tim e indicato nella centralità del cliente, nella convergenza e nei contenuti i cosiddetti driver sui quali poggiare il piano di rilancio dell'azienda". Telecom "ha poi proceduto ad illustrare il piano di gestione degli organici conseguente all'implementazione del piano strategico. Nel dettaglio il piano di gestione degli organici, illustrato dall'azienda, presuppone uscite volontarie ex art.4 Fornero (come modificato dall'ultima legge di stabilità ovvero 7 anni) concentrate nel solo 2018 per un totale stimato per circa 4.000 unità cui si aggiungono esodi incentivati nel triennio 2018-2019-2020 per circa 2.500 unità". "Sempre nell'ottica di accompagnamento al piano di trasformazione digitale dei processi, l'azienda individua un corposo piano di formazione/riqualificazione professionale anche in relazione a processi di reinternalizzazione di attività che interesseranno tutti i dipendenti", proseguono i sindacati. "Inoltre l'azienda, sempre in un'ottica di rilancio dei business innovativi e recupero di competenze professionali ha dichiarato la disponibilità ad un piano di assunzioni per circa 2.000 unità sostenuto dall'utilizzo della cosiddetta "solidarietà espansiva" che presuppone, nel caso specifico, una riduzione strutturale dell'orario di lavoro e della retribuzione di 20 minuti giornalieri per tutti i lavoratori". "Slc Cgil - Fistel Cisl - Uilcom Uil a fronte di quanto esposto dall'azienda hanno dichiarato la propria disponibilità al confronto di merito fermo restando la necessità di approfondimenti e risposte adeguate su tutte le tematiche, ivi incluso la strategicità della tenuta del perimetro aziendale a partire dalla rete e livelli idonei degli investimenti atti sostenere credibilmente il piano strategico 2018-2020". "Gli strumenti di esodo volontario, fermo restando i necessari approfondimenti, appaiono in prima analisi insufficienti a garantire un'adeguata tutela del personale coinvolto. In tale contesto di confronto, è imprescindibile riaffermare e condividere risposte positive che, coerentemente con le attuali politiche contrattuali, concretizzino il secondo livello di contrattazione per i dipendenti di Telecom". I sindacati delle Tlc "nell'evidenziare che molto dipenderà dalla qualità delle effettive disponibilità che l'azienda manifesterà al tavolo, pur confermando il loro impegno ad un confronto serrato, hanno altresì precisato che la grande complessità delle tematiche esposte ed i passaggi democratici necessari non possono essere bypassati da una scadenza imposta unilateralmente dall'azienda, pena il rischio di insuccesso del negoziato con le relative conseguenze". pev (END) Dow Jones Newswires January 18, 2018 10:17 ET (15:17 GMT) Copyright (c) 2018 MF-Dow Jones News Srl.
671 di 14397 - 21/1/2018 08:23
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Telecom, prime indiscrezioni sul piano industriale

Quattro pilastri: dalle reti smart alla convergenza. Si chiama DigiTim. Le linee guida preliminari illustrate ai sindacati per giustificare il programma di uscite volontarie

All'indomani dell'incontro con i sindacati su un programma che contempla fino a 7.500 esuberi, emergono i primi dettagli sul nuovo piano industriale di Telecom Italia che sarà presentato a marzo.

Il piano 2018-2020, secondo indiscrezioni filtrate da fonti sindacali, poggerebbe su quattro pilastri: centralità del cliente, reti smart, trasformazione digitale e convergenza. La nuova strategia avrebbe già anche un nome: DigiTim.

Le anticipazioni sono state sollecitate dagli stessi sindacati, che già in passato avevano lamentato la scarsa chiarezza delle future strategie del gruppo, oggi guidato dall'Ad Amos Genish e controllato dai francesi di Vivendi. Per di più, si tratta di giustificare un piano di ricambio generazionale che prevede 6.500 uscite volontarie, aumentabili appunto a 7.500. Sul versante opposto, sono previste 2mila assunzioni, che andrebbero però finanziate con 20 minuti al giorno di solidarietà espansiva per tutto il personale. In mancanza di un accordo entro la data di presentazione del piano (6 marzo) Telecom potrebbe procedere con "soluzione autonome", si pensa cassa integrazione.

Durante l'incontro con i sindacati l'azienda (rappresentata dal manager Agostino Nuzzolo) ha illustrato ai sindacati le linee guida preliminari di DigiTim. Il primo pilastro punta dunque a mettere al centro della strategia il cliente. Il secondo, riguarda reti da realizzare sempre più "smart" in termini di "più software, cyber security e intelligenza". Terzo, dare "impulso e priorità alla Digital transformation" tenunto conto che "per cogliere le opportunità della gigabit society" gli operatori di tlc dovranno "cambiare in maniera radicale il proprio modello di business, migliorando radicalmente la customer experience, digitalizzando ed automatizzando i processi, utilizzando Big Data e Analytics, sviluppando competenze e cultura digitale".

Quarto ma evidentemente non ultimo, nel nuovo corso previsto dal piano di Telecom, sviluppare la convergenza "per innovare il modello di business". Convergenza con i media per le famiglie e con l'It per le imprese. Strategia che si dovrebbe tradurre in offerte convergenti per "difendere la customer base" e costruzione di "un posizionamento distintivo sui servizi IT Business". Sul fronte dei costi operativi si prevede la creazione di una struttura snella. Per quanto riguarda gli investimenti viene annunciato "un approccio di massimizzazione della redditività".

Queste linee guide rigorosamente preliminari sono state verosimilmente approvate dal Cda che l'altro giorno ha riavviato l'iter per la costituzione della joint venture con Canal Plus, elemento chiave della convergenza inseguita dal nuovo management di Telecom. Questo passaggio ha rappresentato una schiarita probabilmente nei rapporti interni al board della compagnia, ma potrebbe rivelarsi un grattacapo per l'azionista Vivendi.

Il ritardo della joint venture sembra infatti destinato a procrastinare un accordo della stessa Vivendi con Mediaset, che dovrebbe entrare a farne parte con una quota intorno al 20%.
6efew
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672 di 14397 - 23/1/2018 11:02
Carbonariosvaldo N° messaggi: 6 - Iscritto da: 12/1/2014
Per me meglio uscire adesso
673 di 14397 - 23/1/2018 11:32
6oliver N° messaggi: 1209 - Iscritto da: 08/4/2017
Sell ?
MODERATO Superalfio (Utente disabilitato) N° messaggi: 1518 - Iscritto da: 13/2/2014
675 di 14397 - 23/1/2018 11:55
6oliver N° messaggi: 1209 - Iscritto da: 08/4/2017
Ocio ragazzo -1
MODERATO Superalfio (Utente disabilitato) N° messaggi: 1518 - Iscritto da: 13/2/2014
MODERATO Superalfio (Utente disabilitato) N° messaggi: 1518 - Iscritto da: 13/2/2014
MODERATO Superalfio (Utente disabilitato) N° messaggi: 1518 - Iscritto da: 13/2/2014
680 di 14397 - 23/1/2018 14:39
GIOLA N° messaggi: 30069 - Iscritto da: 03/9/2014
Le voci di M&A in Europa richiamano gli acquisti su Tim

Gli operatori di tlc stanno tornando a guardare a possibili consolidamenti extra-nazionali (contatti tra Deutsche Telekom e Orange per una fusione, ma nulla di fatto). Equita: Tim non incorpora nessuna attesa speculativa, ma...Esposto dell'Unione Nazionale Consumatori all'Agcm e all'Agcom contro Vodafone e Telecom Italia per le bollette a 28 giorni

di Francesca Gerosa

Il titolo Telecom Italia (Tim ) sovraperforma il mercato in scia agli scenari di consolidamento intra-europeo nel settore tlc. L'azione sale infatti dell'1,02% a quota 0,7395 euro contro un indice Ftse Mib in calo dello 0,05%. Indiscrezioni riportate ieri da LeMonde hanno riferito di discussioni intercorse tra maggio e settembre per una combinazione tra Orange (+0,27% a 14,80 euro alla borsa di Parigi) e Deutsche Telekom (+0,44% a 14,80 euro alla borsa di Francoforte), frenate dalla governance troppo sbilanciata a favore del colosso tedesco.

Le indiscrezioni suggeriscono che gli operatori di tlc stanno tornando a guardare a possibili consolidamenti extra-nazionali. In questo contesto, a detta degli analisti di Equita (rating buy e target price a 1,06 euro confermati sul titolo), Tim rappresenta chiaramente un possibile target anche se le norme sul golden power recentemente rafforzate e per la prima volta applicate su Vivendi rendono difficile pensare a un'operazione non concordata con il governo Italiano.

"Al momento pensiamo che il titolo non incorpori nessuna attesa speculativa. Questa, però, potrebbe riemergere nel caso prenda avvio uno scenario di consolidamento europeo", prevedono gli analisti di Equita , ricordando, per quanto riguarda gli investimenti per i diritti del calcio, che a quanto pare Tim ha presentato un'offerta per la piattaforma online estremamente bassa (20-30 milioni di euro contro i 170 milioni di euro offerti da Sky), confermando di ritenere prematuro un investimento significativo in questa fase di sviluppo della propria piattaforma.

Invece, per le bollette a 28 giorni, l'Unione Nazionale Consumatori ha deciso di presentare un esposto all'Agcm e all'Agcom contro Vodafone e Tim che nel comunicare l'aumento dell'8,6% dell'abbonamento mobile e di rete fissa non hanno informato adeguatamente e correttamente i propri clienti privati. L'associazione ha deciso di diffidare anche Windtre e Fastweb, che non hanno ancora comunicato le loro intenzioni, perché non innalzino i loro prezzi dell'8,6% e perché, in quella malaugurata ipotesi, comunichino in modo corretto con i loro clienti.

"Sia Vodafone che Tim fanno presupporre che nulla cambia per il consumatore e che si tratta di una semplice modifica tecnica legata a un cambio della legge. Ma così si può indurre in errore il consumatore, falsando il suo comportamento economico, facendogli prendere una decisione che altrimenti non avrebbe preso: restare abbonato a quella società invece che recedere e passare a un altro operatore", ha spiegato Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"Se, infatti, fosse una modifica prevista dalla legge, sarebbe inutile cambiare operatore, dato che per tutti sarebbe la stessa identica cosa. Non tutti i consumatori conoscono la vicenda, come è iniziata e da dove scaturisce la legge. Da qui l'esposto in cui chiediamo di accertare se vi sono profili di ingannevolezza del messaggio e se la pratica commerciale è scorrettezza", ha precisato Dona.

Ad esempio, per quanto riguarda Tim sul sito della compagnia si leggono frasi come: "pur mantenendo invariata la spesa annuale", "in ottemperanza alle nuove disposizioni previste dalla Legge 172/17 del 4 dicembre scorso" e "le modifiche non prevedono variazioni di spesa annua". Per quanto riguarda Vodafone, si sostiene, sia sul sito che negli sms, che "la spesa complessiva annuale non cambia" e che l'aumento è una diretta conseguenza della legge e non una scelta autonoma della società: "Ai sensi della Legge 4 dicembre 2017, n.172 i servizi e le promozioni attive si rinnoveranno su base mensile anziché ogni 4 settimane" è l'inizio dell'informativa.

Inoltre, negli sms inviati da Vodafone non si riportano informazioni esaustive rispetto al diritto del consumatore di poter recedere senza alcuna spesa, ma si rimanda a una chiamata o al sito per i dettagli relativi del recesso. E' scritto, infatti, che "per conoscere i dettagli delle modifiche, le tue offerte attive, informazioni sul recesso o passaggio ad altro operatore senza penali entro i prossimi 30 giorni, chiama il 42590 o vai su voda.it/infoma".

Infine, Vodafone maschera un peggioramento del servizio. Infatti, pur passando la fatturazione da 28 a 30 giorni, restano invariati i Gb, i minuti e gli sms, a differenza Tim che, invece, ha deciso di riparametrare le soglie previste dalle proprie offerte, innalzandole in modo proporzionale. Il Pd dovrebbe presentare oggi ad Antitrust e Agcom un esposto chiedendo di verificare se le compagnie telefoniche dopo essere state obbligate a cancellare la fatturazione a 28 giorni non abbiamo aggirato il problema aumentando le tariffe di un pari importo.

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