Banche: retromarcia dell'Eba, arriva la svolta (MF)
18 Gennaio 2012 - 8:22AM
MF Dow Jones (Italiano)
Sulla vicenda Eba arriva un segnale che lascia sperare le
banche.
La dimensione del buffer patrimoniale per i debiti sovrani
chiesto dall'Eba, scrive MF, sara' rivista a marzo, in occasione
del prossimo Consiglio Ue, una volta che l'Efsf avra' raggiunto la
piena capacita' operativa e i tassi di interesse sui titoli sovrani
si saranno ridotti. Ô quanto emerso ieri da fonti di Banca
d'Italia, dopo l'incontro tra il governator,e Ignazio Visco, e i
manager dell'Abi e delle maggiori banche italiane (Unicredit,
Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Popolare, Ubi). L'autorita' bancaria
europea Eba aveva gia' anticipato che una revisione dei buffer
(riserve temporanee di capitale) sarebbe stata possibile in caso di
piena entrata in funzione del fondo salva-Stati Efsf. Un
riferimento generico, senza indicazioni precise. Ora invece c'e'
una scadenza: quella di marzo, quando i governi nel Consiglio Ue
faranno il punto sull'esercizio Eba e sulla situazione di mercato,
per poi apportare eventuali modifiche ai buffer. Perche' marzo? A
quel punto il fondo salva-Stati dovrebbe essere pienamente
operativo (anche se l'Efsf e' ancora in alto mare e il downgrade di
S&P costituisce un ulteriore ostacolo al suo funzionamento) e
la situazione sul debito sovrano dovrebbe essere meno tesa. Inoltre
a marzo le autorita' di vigilanza nazionali si saranno confrontate
sui piani di rafforzamento delle singole banche. Il Consiglio Ue e
le autorita' di vigilanza valuteranno se e in che modo il buffer di
capitale possa essere rivisto. Il principio e' che se i titoli di
Stato si rivalutano, allora serve meno capitale per fare fronte al
rischio. Per i governi l'appuntamento di marzo sara' anche
l'occasione per considerare uno slittamento dei tempi di
attuazione, come richiesto dalle banche per evitare ingolfamenti
sui mercati. Gli istituti hanno dunque motivi per sperare in una
diluizione dei tempi o in un alleggerimento del fabbisogno (per il
momento pari a 15,4 miliardi), anche se non cambiera' la direzione
generale da seguire: quella del rafforzamento patrimoniale.
red/lab
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