di Francesca Gerosa

Riconoscimenti sui progressi fatti in ambito bancario in

Italia, ma anche alcuni suggerimenti arrivano dal Fondo monetario

internazionale nel Global Financial Stability Report (Gfsr). Da una parte

il Fondo ha menzionato, tra i progressi, l'integrazione tra la Banca

Popolare di Milano e il Banco Popolare nel Banco Bpm. Ha ricordato la

ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi, l'aumento di

capitale di Unicredit, che ha raccolto quasi 13 miliardi di euro, e la

riforma delle banche cooperative per rafforzare la governance che è stata

attuata.

Dall'altra parte tuttavia, si legge su milanofinanza.it, il Fmi ha

osservato che in Italia ci sono troppe banche o almeno troppi sportelli e

staff rispetto alle attività. Così come in Spagna e in Portogallo, "in

Italia c'è un grande numero di filiali e personale rispetto agli asset

bancari e c'è anche con un gran numero di istituti di credito con una

bassa concentrazione", si legge nel documento.

Il Fondo monetario internazionale ha quindi raccomandato all'Italia di

intraprendere "ulteriori passi" volti ad agevolare il risanamento dei

bilanci delle banche. Tra questi, il Global Financial Stability Report

annovera "un uso più intenso delle procedure extra giudiziarie di

ristrutturazione del debito; il rafforzamento della vigilanza per

facilitare progressi sulla riduzione dei crediti deteriorati; effettuare

una valutazione sistemica della qualità degli attivi su quelle banche che

non ricadono sotto la vigilanza Bce, con conseguenti misure in linea con i

requisiti normativi".

Inoltre, secondo il Fmi, "l'utilizzo efficace del quadro di ordinata

risoluzione delle crisi bancarie eviterebbe di far sopportare all'intero

sistema il costo delle banche più deboli, che tra l'altro rischia di

sollevare problemi sulla stabilità". Infine, il Fondo ha invitato l'Italia

a rafforzare la supervisione per facilitare progressi decisivi nella

riduzione dei non performing loans (Npl), ovvero i crediti che gli

istituti di credito non riescono più a riscuotere.

Il Fmi ha lamentato, infatti, "una riduzione relativamente bassa" dei

Npl con Italia e Portogallo che hanno in pancia il più alto tasso di

crediti deteriorati. L'istituzione guidata da Christine Lagarde è convinta

che "al passo attuale potrebbero servire 6 anni" per risolvere il nodo dei

crediti incagliati anche se, guardando alle ultime transazioni, la

cessione delle sofferenze potrebbe accelerare "soprattutto in Italia".

red/alb

 

(END) Dow Jones Newswires

April 19, 2017 09:52 ET (13:52 GMT)

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