La soluzione presa per risolvere la crisi delle banche venete "è un ottimo compromesso: evita il bail in non solo sui subordinatisti ma anche su chi detiene prestiti senior e depositi, evitando così anche una perdita grossissima per il territorio."

Lo ha affermato Maria Pierdicchi, consigliere indipendente delle quattro good bank, a Report, trasmissione di Class Cnbc (tv del gruppo Class E., che insieme a Dow Jones & Co. controlla quest'agenzia), aggiungendo che "in questo modo si danno gli asset buoni a Intesa Sanpaolo, c'è un investimento pubblico - una parte in cash e una in garanzie - e si dà tempo ai liquidatori per ricavare valore sia dalla cessione delle bad bank che dalle gestione degli attivi."

Nel caso delle quattro good banks c'era stata "una semi risoluzione: con un azzeramento di azionisti e obbligazionisti subordinati a fronte della creazione di una bad bank", ha proseguito Pierdicchi. "Chi ha pagato il conto dell'operazione è stato il sistema bancario che si è autotassato per garantire la continuità delle banche: tre di queste sono già passate a Ubi, mentre il gruppo Carife verrà ceduto a Bper nel corso delle prossime settimane."

"In quel caso non si è usato denaro pubblico ma con il burden sharing il conto è stato pagato da azionisti e obbligazionisti subordinati, che all'inizio non avevano promesse di ristoro. Quelle sono arrivate dopo: per i più deboli il compenso arriva fino all'80%, mentre c'è un arbitrato per la definizione del compenso delle altre posizioni, che verrà deciso di volta in volta", ha concluso il consigliere.

cos

francesca.costantini@mfdowjones.it

 

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June 26, 2017 12:51 ET (16:51 GMT)

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