Ora che il decreto legge c'è, il prossimo passo nell'articolato percorso della messa in sicurezza delle banche venete è una due diligence sulle attività che verranno acquisite da Intesa Sanpaolo: un approfondimento che sarà agile e snello e dovrebbe essere avviato e chiudersi in tempi brevi.

"Entro il termine previsto dal contratto di cessione un collegio di esperti indipendenti effettua una due diligence sul compendio ceduto, secondo quanto previsto nel contratto di cessione e applicando i criteri di valutazione previsti", si legge nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. "Il collegio è composto da tre componenti, di cui uno nominato dal Ministero, uno dal cessionario di cui all'articolo 3 e il terzo, con funzione di presidente, designato di comune accordo dagli esperti nominati dalle parti o, in mancanza di accordo, dal presidente del Tribunale di Roma".

I tempi sono serrati e l'avvio della due diligence sarebbe prossimo. Il passaggio è necessario sebbene il perimetro dell'acquisizione di Intesa Sanpaolo sia già stato definito.

Nella nota la banca di Ca' de Sass spiega che il perimetro oggetto di acquisto include, oltre alle attività e passività selezionate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in Sec Servizi, in Servizi Bancari e, subordinatamente all'ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania, e riguarda in particolare: crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi; attività finanziarie per circa 8,9 miliardi; attività fiscali per circa 1,9 miliardi; debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi, obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi, raccolta indiretta per circa 23 miliardi, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito; circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all'estero, inclusa la rete di filiali in Romania; circa 9.960 persone in Italia e circa 880 all'estero.

"Il perimetro oggetto di acquisto comprende anche crediti in bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi, con diritto di Intesa Sanpaolo di retrocessione nel caso di rilevazione, nel periodo fino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti per classificarli come sofferenze o inadempienze probabili", prosegue la nota.

Parallelamente è partita la macchina organizzativa per gestire la continuità operativa delle due banche venete e l'integrazione commerciale, con l'inserimento graduale di prodotti e servizi di Intesa Sanpaolo nella rete dei due istituti. Secondo il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, e il capo della vigilanza, Carmelo Barbagallo, Intesa Sanpaolo "ha le dimensioni, la struttura e il management per rendere redditizia la parte buona di queste banche", hanno detto i dirigenti nel corso di un briefing con la stampa. Intesa, hanno ricordato Panetta e Barbagallo, tra l'altro, può contare su migliori economie di scala e su una migliore percezione degli operatori di mercato così come su costi piú bassi di indebitamento.

Va ricordato che il decreto disciplina l'avvio e lo svolgimento della liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca nonchè le modalitá e le condizioni delle misure a sostegno di queste ultime in conformitá con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato.

L'operazione di messa in sicurezza ha comportato una manovra pubblica

da 5,1 miliardi (di cassa) a cui si aggiungono 12 miliardi di garanzie di

crediti. Piú nel dettaglio lo Stato mette a disposizione di Intesa

risorse per 4,785 miliardi per adeguare i ratios patrimoniali e

affrontare i processi di ristrutturazione. Altri 400 milioni andranno a

copertura delle garanzie attivate per fronteggiare i rischi legati al

completamento della due diligence nei confronti dello stock delle

sofferenze. Se questi saranno gli esborsi per cassa, ben 12 miliardi sono

stati a disposizione come ammontare massimo delle garanzie su crediti ora

ritenuti in bonis. Il Mef, su proposta di Bankitalia, ha disposto la messa in liquidazione delle due banche ha nominato un collegio di tre

commissari, uno dei quali è l'attuale amministratore delegato di Bpvi

Fabrizio Viola. I nuovi amministratori devono scindere gli asset

performanti da quelli deteriorati, facendo confluire questi ultimi nella

Sga gestita direttamente dallo Stato.

cce

claudia.cervini@mfdowjones.it

 

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June 26, 2017 12:57 ET (16:57 GMT)

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