B. venete: prossimo passo "due diligence" agile e snella
26 Giugno 2017 - 7:12PM
MF Dow Jones (Italiano)
Ora che il decreto legge c'è, il prossimo passo nell'articolato
percorso della messa in sicurezza delle banche venete è una due
diligence sulle attività che verranno acquisite da Intesa Sanpaolo:
un approfondimento che sarà agile e snello e dovrebbe essere
avviato e chiudersi in tempi brevi.
"Entro il termine previsto dal contratto di cessione un collegio
di esperti indipendenti effettua una due diligence sul compendio
ceduto, secondo quanto previsto nel contratto di cessione e
applicando i criteri di valutazione previsti", si legge nel decreto
pubblicato in Gazzetta Ufficiale. "Il collegio è composto da tre
componenti, di cui uno nominato dal Ministero, uno dal cessionario
di cui all'articolo 3 e il terzo, con funzione di presidente,
designato di comune accordo dagli esperti nominati dalle parti o,
in mancanza di accordo, dal presidente del Tribunale di Roma".
I tempi sono serrati e l'avvio della due diligence sarebbe
prossimo. Il passaggio è necessario sebbene il perimetro
dell'acquisizione di Intesa Sanpaolo sia già stato definito.
Nella nota la banca di Ca' de Sass spiega che il perimetro
oggetto di acquisto include, oltre alle attività e passività
selezionate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il
contributo delle partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in
Sec Servizi, in Servizi Bancari e, subordinatamente all'ottenimento
delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia,
Croazia e Albania, e riguarda in particolare: crediti in bonis
diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi; attività
finanziarie per circa 8,9 miliardi; attività fiscali per circa 1,9
miliardi; debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi,
obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi, raccolta indiretta per
circa 23 miliardi, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito;
circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all'estero, inclusa la
rete di filiali in Romania; circa 9.960 persone in Italia e circa
880 all'estero.
"Il perimetro oggetto di acquisto comprende anche crediti in
bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi, con diritto di Intesa
Sanpaolo di retrocessione nel caso di rilevazione, nel periodo fino
all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti
per classificarli come sofferenze o inadempienze probabili",
prosegue la nota.
Parallelamente è partita la macchina organizzativa per gestire
la continuità operativa delle due banche venete e l'integrazione
commerciale, con l'inserimento graduale di prodotti e servizi di
Intesa Sanpaolo nella rete dei due istituti. Secondo il
vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, e il
capo della vigilanza, Carmelo Barbagallo, Intesa Sanpaolo "ha le
dimensioni, la struttura e il management per rendere redditizia la
parte buona di queste banche", hanno detto i dirigenti nel corso di
un briefing con la stampa. Intesa, hanno ricordato Panetta e
Barbagallo, tra l'altro, può contare su migliori economie di scala
e su una migliore percezione degli operatori di mercato così come
su costi piú bassi di indebitamento.
Va ricordato che il decreto disciplina l'avvio e lo svolgimento
della liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di
Vicenza e di Veneto Banca nonchè le modalitá e le condizioni delle
misure a sostegno di queste ultime in conformitá con la disciplina
europea in materia di aiuti di Stato.
L'operazione di messa in sicurezza ha comportato una manovra
pubblica
da 5,1 miliardi (di cassa) a cui si aggiungono 12 miliardi di
garanzie di
crediti. Piú nel dettaglio lo Stato mette a disposizione di
Intesa
risorse per 4,785 miliardi per adeguare i ratios patrimoniali
e
affrontare i processi di ristrutturazione. Altri 400 milioni
andranno a
copertura delle garanzie attivate per fronteggiare i rischi
legati al
completamento della due diligence nei confronti dello stock
delle
sofferenze. Se questi saranno gli esborsi per cassa, ben 12
miliardi sono
stati a disposizione come ammontare massimo delle garanzie su
crediti ora
ritenuti in bonis. Il Mef, su proposta di Bankitalia, ha
disposto la messa in liquidazione delle due banche ha nominato un
collegio di tre
commissari, uno dei quali è l'attuale amministratore delegato di
Bpvi
Fabrizio Viola. I nuovi amministratori devono scindere gli
asset
performanti da quelli deteriorati, facendo confluire questi
ultimi nella
Sga gestita direttamente dallo Stato.
cce
claudia.cervini@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
June 26, 2017 12:57 ET (16:57 GMT)
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