"La novità per i nostri azionisti è che, grazie alla solida posizione della banca dal punto di vista del capitale, anche calcolando gli effetti delle nuove regole, già dal 2019 sarà possibile aumentare il dividend payout dal 20% attuale al 30%. Livello che dal 2020 in poi sarà tra il 30 e il 50%. Mantenendo invariato il target di Cet1 al 12,5%".

Lo afferma Jean Pierre Mustier, chief executive officer di UniCredit, in un'intervista al Sole 24 Ore, soddisfatto dei risultati del 1* anno del piano al 2019 che ieri ha illustrato a Londra alla comunità finanziaria della City. Sul piano di riduzione degli Npl, Mustier spiega che "entro la fine del 2019 ci sarà l'ulteriore riduzione del portafoglio crediti deteriorati, tra Npl e unlikely-topay, di 4 miliardi tra cessioni e recupero interno. In aggiunta, entro il 2025, l'intero portafoglio Npe della "non core" bank sarà liquidato senza costi aggiuntivi per la banca".

In merito all'impatto delle nuove regole per le banche, "per quanto ci riguarda, abbiamo subito evidenziato con trasparenza quale sarà l'impatto delle nuove regole sul nostro capitale. Siamo solidi e non abbiamo niente da temere. Tanto che abbiamo deciso di conteggiare già nel 4* trimestre del 2017 l'intero impatto dell'Ifrs9 che peserà una tantum per lo 0,4% del Cet1", aggiunge.

Inoltre, entro la scadenza del piano al 2019, UniCredit non valuta progetti di aggregazione crossborder in Europa e conferma che non esiste un dossier Commerzbank. "Non abbiamo alcun dossier aperto. E nell'ambito del periodo di piano ribadisco che non puntiamo né a ulteriori cessioni di attività, oltre a quelle già annunciate e in via di perfezionamento, né ad acquisizioni né ad aggregazioni".

Alla domanda se sia preoccupato per l'Italia in vista delle prossime elezioni politiche, Mustier risponde "no. Credo che ci sarà un normale periodo di incertezza ma non vedo rischi all'orizzonte. Non mi sbilancio sull'esito delle elezioni, ma credo che emergerà una maggioranza pro-euro. Aggiungo che entro giugno del 2018 tre nazioni importanti come

Francia, Germania e Italia avranno Governi che potranno rilanciare l'ideale europeo. Ed un Europa più forte è un bene per l'Italia ma anche per una banca paneuropea con forti radici italiane come UniCredit", conclude.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

December 13, 2017 03:01 ET (08:01 GMT)

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