Il metaverso non è finito e l'intelligenza artificiale può aiutarlo a crescere. In apertura dei lavori dell'ultima giornata della rassegna «Gli Stati Generali dell'Intelligenza Artificiale 2023» di Class Editori Giuliano D'Acunti, country head di Invesco Italia, ha evidenziato che questo nuovo mondo virtuale può «portare all'economia reale 5 mila miliardi di dollari entro il 2030, le dimensioni del pil della Germania».

Il metaverso, ha aggiunto, «è una realtà digitale in cui possiamo fare in potenza tutto quello che facciamo nella vita reale. Investirci significa capire che si sta verificando «un genesis trend: la crescita di una tecnologia che pervade la nostra vita creando un effetto duraturo nel tempo». Metaverso e Ai sono gli acceleratori di una rivoluzione che passa da tre pilastri: marketing, arte, tecnologia. Una santa alleanza con un minimo comun denominatore: l'unione tra fisico e digitale. Punto di partenza è l'Ai generativa, come quella di ChatGpt. Ma il tema va ben oltre, come ha segnalato Valeria Sandei, ceo di Almawave.

«Due sono le direttrici: efficienza dei prodotti offerti ai consumatori e capacità delle aziende di portare sul mercato il loro bene o servizio». Un modello di interazione «come il nostro, che parte dal linguaggio scritto o parlato», ha aggiunto, «ha campi di applicazione pressoché infiniti, che vanno dal privato alle pubbliche amministrazioni».

Il metaverso è invece il terreno (virtuale) dove si giocherà la partita. «Abbiamo lanciato un'esperienza nel metaverso di Roblox», ha raccontato Anna Matteo, digital transformation director & chief information officer di Ovs. «Ecco l'incontro tra fisico e reale». E l'Ai? «L'intelligenza artificiale può aiutarci a ottimizzare le vendite, riducendo i tempi e permettendo di vendere prodotti che non si trovano fisicamente in negozio». C'è anche spazio per l'arte nei metaversi. Alfredo Cramerotti e Auronda Scalera, curatori dello Iam-l'Infinity Art Museum, hanno presentato la loro realtà, «primo museo di arte contemporanea basata sulla blockchain. Vogliamo andare al di là dell'immagine di un museo come edificio: l'accessibilità all'arte deve essere per tutti».

Anche Billy Berlusconi, founder e ceo di Igoodi, ha spiegato il business della sua startup: «Facciamo avatar 2.0, con le stesse sembianze e misure degli umani. Così il corpo diventa smart: l'avatar crea prodotti e servizi per la vita reale, può provare i vestiti con la taglia giusta o fare allenamenti personalizzati. L'intelligenza artificiale può potenziare l'avatar nelle interazioni, ad esempio per creare assistenti virtuali». Il gaming è uno dei settori meglio posizionati per beneficiare della rivoluzione. Alessandro De Grandi, ceo e founder di The Nemesis, intende «creare esperienze in cui gli utenti vengano coinvolti e seguiti. Vogliamo portare i fruitori in un'esperienza che sia al tempo stesso fisica e virtuale, e in questo aiutano i visori di ultima generazione».

Non solo avatar e videogiochi. Il connubio tra intelligenza artificiale e metaverso piace anche ad aziende e pubbliche amministrazioni.

«Il metaverso e le tecnologie di frontiera sono osservati speciali, perché avranno ricadute su cittadini, imprese e settore pubblico», ha segnalato Andrea Quacivi, amministratore delegato di Sogei. «Nell'ultimo periodo abbiamo declinato diversamente il concetto di metaverso, passando al meta-distretto: connubio tra realtà fisica e virtuale, cosicché in futuro non ci sia più una distinzione netta, anche a livello di servizi al cittadino e alle imprese». Focus poi sull'utilizzo in settori sensibili, come quello della difesa. Maurizio Galardo, chief technologist XR e Visualization di Aveva: «Nella nostra azienda la priorità è fornire soluzioni a problemi in un tempo molto ridotto, all'interno di un mondo 3D. La pandemia ha accelerato questa trasformazione, perché tutti ci siamo spostati sul cloud. Il mondo industriale e quello militare, protetti dalla cybersecurity, riescono a interagire spostandosi in un contesto virtuale per il quale un semplice schermo non basta più».

Sui tempi di realizzazione si è invece espresso Lorenzo Montagna, fondatore di seconda-stella e presidente italiano di Vrar Association: «La tecnologia è sempre molto incrementale e molto lenta. Ci sono accelerazioni, ma bisogna ragionare in un'ottica di medio-lungo periodo». Quest'anno, ha concluso, «usciranno molti device, tra cui quello di Apple, ma in generale la realtà virtuale sarà l'ultima tecnologia ad avere un'adozione massiccia, perché richiede più investimenti da parte delle imprese».

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