Bancaria-Mente

- 08/2/2011 07:29
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006

Banche, l'ottimismo di facciata e la realtà dei conti

I giudizi positivi sulle banche europee rappresentano un "ottimismo di facciata", scrive Marco Onado (sul Sole-24 Ore del 1° febbraio 2011), e ciò vale anche per le banche italiane, la cui situazione "è ben lungi dall'essere tornata alla normalità". Finalmente qualcuno che parla chiaro.

Ordinario di Economia degli intermediari finanziari all'università Bocconi, Onado osserva, nell'editoriale in questione, che la reazione a catena innescata dalla crisi greca "genera per le banche perdite sui titoli pubblici in portafoglio...e un aumento del costo della raccolta di fondi sul mercato" e aggiunge che "il mercato sta legando in modo sempre più stretto la percezione del rischio sovrano e del rischio bancario". Nel 2011, sempre secondo Onado, la Germania dovrà rifinanziare oltre il 7% del proprio debito interno (quasi la metà di banche) e l'Italia oltre il 12% (costituito per due terzi da debito pubblico). L'economista afferma che le autorità di vigilanza europee stanno spingendo i sistemi bancari nazionali verso gli obiettivi  dei nuovi accordi di Basilea, cioè verso una più consistente patrimonializzazione e una maggiore stabilità finanziaria degli istituti di credito, condizioni essenziali per una ripresa generale dell'economia, e aggiunge che il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, ha partecipato irritualmente al comitato esecutivo dell'Abi per spronare le banche ad assicurare "condizioni distese di accesso alla liquidità". Si tratta tuttavia di un obiettivo non facile da raggiungere, ammette Onoda, perché le banche hanno il problema di mantenere "livelli di redditività compatibili con lo sforzo di ricapitalizzazione". In sostanza, i profitti degli istituti di credito stanno crollando e questo renderà sempre più difficoltoso il rapporto tra top manager bancari e fondazioni loro azioniste. Sarà veramente duro far digerire ai vari Palenzona, Biasi, Guzzetti che una parte sempre più cospicua dell'utile bancario sia destinata a capitale e non a dividendo. La posta è davvero alta, scrive ancora Onado: è in gioco la "disponibilitùà di credito alle imprese, non solo da parte delle grandi banche, ma anche da quelle locali...che assicurano una parte significativa del finanziamento, e la via da percorrere è tutta in salita. In un recente documento della Banca d'Inghilterra si affermava "papale papale che per rendere il sistema bancario davvero robusto occorrerebbero livelli di capitale ben superiori non solo a quelli attuali, ma anche a quelli previsti a regime da Basilea, magari doppi".
Per convincersi della serietà della situazione basta fare due conti sulla scorta dei più recenti dati di bilancio aggregati, quelli al 30 settmbre 2010. I maggiori gruppi bancari italiani registrano nel complesso una marcata flessione dei ricavi, che risentono del calo del margine d'interesse e dei minori utili da trading. Reggono solo i ricavi da commissione. I loro utili, in discesa, sono  sorretti da plusvalenze straordinarie e da minori accantonamenti sui crediti deteriorati, che rappresentano una percentuale molto elevata dei mezzi propri. Se le banche italiane adottassero le stesse politiche prudenziali di svalutazione dei crediti inesigibili in vigore in altri paesi europei i loro profitti subirebbero un'ulteriore caduta. Il loro calo di redditività è preoccupante, e non si venga a dire che prestano il denaro alla clientela. Gli impieghi al 30 settembre 2010 dei primi undici gruppi sono mediamente cresciuti dello 0,6% a fronte di una raccolta aumentata dello 0,4 per cento. Altro che "condizioni distese di accesso alla liquidità". Quid di disteso c'è solo il cliente.

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65 Commenti
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21 di 65 - 21/1/2012 16:14
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


nessun commento sul contratto dei bancari ?
22 di 65 - 21/1/2012 17:28
delbenrenzo N° messaggi: 16572 - Iscritto da: 24/3/2007
Quotando: duca minimo
Quotando: robertone2duca sei troppo fore!
...per vincere ci vogliono i leoni



No, basta un aquila imperiale ...



@Duca:: ti vedo mal messo come esercito
donchisciotte_g.jpg
23 di 65 - 21/1/2012 17:30
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
Quotando: delbenrenzo
Quotando: duca minimo
Quotando: robertone2duca sei troppo fore!
...per vincere ci vogliono i leoni



No, basta un aquila imperiale ...



@Duca:: ti vedo mal messo come esercitodonchisciotte_g.jpg




don Chiscotte era spagnolo ...


questo è il mio esercito ...

http://www.youtube.com/watch?v=Ry03wwuS4j8
24 di 65 - 15/6/2012 14:54
9roberta N° messaggi: 774 - Iscritto da: 11/3/2009
Cominciamo con mettere subito un paletto, Banca Network è il primo istituto di credito on-Line che si appresta a fallire, al contrario degli istituti di credito “tradizionali”.
Anche se poco “reclamizzati”, in Italia, negli ultimi anni, infatti di fallimenti tra istituti bancari “vecchio” stampo, ce ne sono stati, banche di piccolo cabotaggio, realtà territoriali più o meno note, ma comunque fallite.
Banca Network, rappresenta invece il primo istituto di credito della “nuova” generazione a trovarsi seriamente nei pasticci.
Il gruppo nasce all’inizio degli anni 2000, dalla Banca Popolare di Lodi, per poi passare di mano nel 2007.
Dal 31 Maggio, i suoi 30 mila clienti, si trovano nella condizione di non poter aver accesso ai propri soldi.
La decisione, di sospendere per un mese il pagamento di qualsiasi tipo di passività, è stata presa dai commissari straordinari, per fronteggiare la situazione di difficoltà in cui versa l’istituto.
Qualcuno potrebbe dire “lo sapevo che non ci si poteva fidare delle banche on-line”, starebbe prendendo un grosso abbaglio, in quanto i problemi di questo istituto di credito non sono dovuti al “virtuale”; ma bensì ad errori, irregolarità e frodi, compiute da personaggi reali.
In poche parole Internet non c’entra nulla, come al solito c’è voluta la malafede umana per portare l’istituto sotto la soglia minima di capitalizzazione prevista, facendo di conseguenza scattare le procedure di “commissariamento”.
Si parla, di errori gestionali, che hanno portato alcuni clienti ad intentare cause legali, irregolarità e frodi commesse da promotori, il tutto accentuato dalla crisi economica e dallo stallo delle trattative tra i vari soci per un eventuale aumento di capitale.
Immobilità che ha visto come protagonisti, la holding Petunia, Aviva, Banco Popolare, De Agostini e Sopaf, e che oltre a non risolvere i problemi emersi, ha portato il debito ad ingigantirsi in poco tempo, rendendo così inevitabile l’intervento di Bankitalia dello scorso Novembre.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, da parte degli ispettori di Bankitalia, per risolvere la situazione, ricercando nuovi potenziali partner, si è arrivati alla decisione di bloccare tutte le attività.
Sfumata la possibilità, di cedere la parte bancaria a BPM e alla Banca Popolare di Vicenza, gli emissari di Bankitalia, stanno ora cercando di “Rifilare” almeno la rete costituita da 350 promotori a Consultinvest Sim di Modena.
La Sim, nel cui consiglio vi è anche l’ex amministratore delegato di Banca Network, coinvolgerebbe nella trattativa la Cassa di Risparmio di Ravenna, socia la 50% di Consultinvest, ma senza una partecipazione diretta nella stessa.
In questo modo sarà proprio presso la rete della Cassa di Risparmio di Ravenna, che saranno appoggiati i conti dei clienti di Banca Network.
Non essendo però la Cassa di Risparmio di Ravenna, nel novero degli acquirenti di ciò che rimane di Banca Network, dovrebbe alla fine intervenire il fondo interbancario di garanzia, a tutela dei depositi dei correntisti.
Perché portare alla vostra attenzione questa vicenda ?
Primo per ricordare, anche se la stampa “accreditata” non ne parla, che nel nostro paese, come citato all’ inizio del post, di istituti di credito andati, come si suol dire “per le terre”, negli ultimi anni ve ne sono stati parecchi.
Per cui è inutile stare a preoccuparsi dello stato di salute di banche internazionali o di grosso impatto “mediatico”, lasciamo questo compito ai grandi gruppi editoriali, noi per prima cosa cominciamo a preoccuparci del nostro orticello, che è quello che ci dà da campare, rimaniamo concentrati sulla “Nostra” realtà come prima cosa.
Secondo, per sottolineare, come nel primo fallimento di una banca on-line, la rete proprio non c’entra nulla, al contrario di quello che sembra voglia far credere qualcuno.
Il fallimento di Banca Network è prettamente legato a due fattori, uno truffaldino di carattere umano, l’altro di convenienza da parte dei gruppi azionisti, che non hanno voluto sborsare il danaro necessario a riparare il buco formatosi.
Terzo, a come in Italia qualsiasi cosa sia complicata e nebulosa, è logico che l’ex amministratore della banca caduta in disgrazia si trovi nel gruppo decisionale che tratta il “salvataggio” di Banca Network ?
Come è possibile che alcuni soci di maggioranza, si ritrovino ad essere soci anche di altri gruppi coinvolti nel fallimento di Banca Network ?
In poche parole, come possiamo pretendere che qualcuno muova un dito, sino a quando, vi sono legami, intrecci, interessi, trasversali tra società in altre società ?
Come possiamo pretendere etica, trasparenza, assenza di interessi di parte, in un sistema che vive grazie a scatole “cinesi” ?
Alla fine, quando ci si trova a parlare di un qualsiasi problema che si riscontra in Italia, ci si scontra sempre e comunque con lo stesso scenario, un bel “Muro di Gomma”, costruito sempre sulla stessa base, sempre allo stesso modo, per vie trasversali, potendo agire all’interno delle regolamentazioni vigenti, ma di fatto costruendo una rete sorretta dagli interessi personali.
Il problema è che sono anni, decenni che ne parliamo ma non è mai cambiato nulla, anzi siamo riusciti anche ad esportare lo stesso sistema a livello internazionale e i risultati sembrano molto soddisfacenti da quel che si può notare sui mercati.
Comunque, da domani, occhio a chi inizierà a portare la vicenda di Banca Network, come esempio per screditare lo sportello on line, per un semplice motivo, siamo in Italia e si parla solo per propria convenienza e mai per la convenienza dell’interlocutore, soprattutto se è un onesto risparmiatore

25 di 65 - 16/6/2012 11:40
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


e brava/o Roby ...picchia duro ...bisogna fare piazza pulita ...e se te lo dico io ....CREDEM ( in dialetto bresciano : CREDIMI ! )



http://www.youtube.com/watch?v=wSKATnToS54&feature=related
26 di 65 - 28/6/2012 10:33
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006

parliamone qui ...

350.000 bancari e 52.000 promotori finanziari ...


cerchiamo di capire ...
27 di 65 - 28/6/2012 16:55
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006

Roma - Gianfranco Lande, noto come il «Madoff dei Parioli», è stato condannato oggi a nove anni di reclusione a conclusione del processo sulla megatruffa da 300 milioni di euro ai danni, tra gli altri, di vip e professionisti della capitale. La sentenza è stata emessa dai giudici della nona sezione del tribunale.

La truffa da 300 milioni di euro è stata compiuta ai danni di circa 1.700 investitori, compresi vip e professionisti. Ieri difensori di Lande, Salvatore Sciullo e Susanna Carraro, a fronte della richiesta di condanna a 12 anni e 8 mesi di reclusione del loro assistito fatta dal pm Luca Tescaroli, avevano chiesto l’assoluzione.

Lande è detenuto dal marzo dello scorso anno. Sono già stati condannati, con riti alternativi, i principali collaboratori di Lande: Roberto Torregiani (5 anni di reclusione), Raffaella Raspi, ex compagna di Lande, (tre anni e quattro mesi), suo fratello Andrea (due anni e otto mesi) e Giampiero Castellacci de Villanova (tre anni).

«Siamo soddisfatti perché è stata accolta pienamente la nostra impostazione sulla vicenda». È il commento del capo dell’Ufficio legale della Consob, Salvatore Providenti, presente alla lettura del dispositivo della sentenza che ha condannato Lande. «La nostra soddisfazione è perché hanno accolto le nostre richieste come parte civile con riferimento alla questione dell’ostacolo alla vigilanza - ha aggiunto Providenti - respingendo invece tutte le richieste di risarcimento dei danni contro la Consob».

«Finalmente giustizia è fatta» ha commentato la sentenza l’avvocato Claudio Coratella, legale di numerose parte civili nel processo. «L’odissea di tanti che hanno perso tutti i loro risparmi è finita» - ha aggiunto Coratella - che ha avvertito: «Questa condanna farà scuola e sarà un monito per i futuri truffatori sulle conseguenza delle loro gesta».



Leggi l'articolo completo: Condannato il Madoff dei Parioli | italia | Il Secolo XIX
28 di 65 - 28/6/2012 18:03
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
Le origini [modifica]L'istituto, nato nel 1896 per volontà dell'avvocato camuno Giuseppe Tovini, conobbe sin dall'inizio un apprezzabile successo, sfruttando il momento del decollo economico in età giolittiana. Per preservarne il carattere di "banca cattolica", agli aspiranti dipendenti veniva richiesto all'atto dell'assunzione il certificato di battesimo unitamente ad un attestato di fede emesso dal parroco della propria parrocchia di appartenenza.

La gestione dei primi 60 anni di vita dell'istituto fu improntata ad una grande prudenza sul mercato bancario: presso l'Ambrosiano depositavano i propri averi i ricchi borghesi milanesi e le diocesi lombarde. Importante quota viene detenuta dai fratelli Vismara, componenti di una ricca famiglia industriale della Brianza.

L'ascesa di Roberto Calvi [modifica]Entrato come semplice impiegato alla fine degli anni cinquanta del Novecento, Roberto Calvi lavora nel settore degli affari esteri della banca, emergendo per gli importanti risultati raggiunti. A seguito delle dimissioni dell'allora presidente in carica Canesi nel 1971, Calvi viene nominato amministratore delegato (figura creata ad hoc). Di qui in poi assumerà tecnicamente (prima) e formalmente (poi) il controllo della banca, diventando presidente nel 1975. Nel corso della sua presidenza, Calvi creò decine di società finanziarie in paradisi fiscali ed entrò in un pericoloso gioco di finanziamenti internazionali a realtà politiche ed economiche al limite della legalità. Durante la conduzione di Calvi si intrecciano le vicende della mafia, della Loggia P2, delitti e truffe finanziarie, fino alla morte dello stesso Calvi, avvenuta in circostanze misteriose il 17 giugno 1982.
Già nel 1978 il capo della Vigilanza della Banca d'Italia Giulio Padalino aveva rilevato, nel corso di un'ispezione, l'esistenza di una "contabilità occulta": secondo Padalino, dietro alle varie società estere che acquistavano cospicui pacchetti di azioni Ambrosiano c'erano lo stesso gruppo di Calvi e lo IOR, una banca privata con sede nella Città del Vaticano. Calvi, quindi, con la complicità della IOR, drenava risorse alla sua stessa Banca per costituire fondi esteri in noti paradisi fiscali.

Il crac e il successivo salvataggio del Banco [modifica]Il 21 giugno 1982, 4 giorni dopo la misteriosa morte del banchiere, il ministro del Tesoro Beniamino Andreatta, su proposta della Banca d'Italia allora guidata da Carlo Azeglio Ciampi, dispone lo scioglimento degli organi amministrativi dell'istituto. Sul Banco grava un buco finanziario di 1200 miliardi di lire.
Per salvarne l'identità e, con essa, i valori originari che l'avevano guidato nella sua storia, nasce il Nuovo Banco Ambrosiano, al quale è affidato il compito di far rinascere l'azienda raccogliendo l'eredità migliore del passato.

Il Nuovo Banco Ambrosiano [modifica]Il 6 agosto 1982 il (vecchio) Banco Ambrosiano viene messo in liquidazione. Un gruppo di banche, pubbliche (BNL, IMI, Istituto San Paolo di Torino) e private (Banca Popolare di Milano, Banca San Paolo di Brescia, Credito Emiliano e Credito Romagnolo) accettano di partecipare al salvataggio apportando nuovo capitale per 600 miliardi di lire. La presidenza del nuovo istituto viene affidata il giorno stesso all'avvocato Giovanni Bazoli.

Il rilancio e la nascita del Banco Ambrosiano Veneto [modifica]Il Nuovo Banco si accolla cespiti, perdite e debiti del vecchio istituto. Il 9 agosto riaprono gli sportelli con le nuove insegne. Sotto la regia di Giovanni Bazoli e con la guida di Pierdomenico Gallo il gruppo inizia faticosamente a crescere.
Una prima svolta, dopo due anni di sofferenze e bilanci in perdita, avviene nel 1984, con la vendita della casa editrice Rizzoli alla Gemina, società finanziaria di casa Agnelli, che batte la concorrenza di due cordate, una guidata dal fiscalista Victor Uckmar e un'altra sponsorizzata da Bettino Craxi, all'epoca presidente del Consiglio. Come conseguenza, dal capitale uscì l'IMI.
Il risanamento si conclude negli anni successivi con l'acquisizione di banche locali del Sud e grazie alla fusione con la Banca Cattolica del Veneto, che dà vita al Banco Ambrosiano Veneto. L'istituto aveva la direzione generale a Milano (così come dopo la creazione di Banca Intesa) e sede legale e sociale a Vicenza.


Acquisizioni e fusioni [modifica]Nel 1998 il Banco Ambrosiano Veneto si unisce prima con Cariplo, creando il Gruppo Intesa, e poi, nel 2001, con la Comit, dando vita al Gruppo Intesa Bci.
Nel 2003 si arriva all'unificazione del marchio sotto il nome di Banca Intesa e nel 2007 alla fusione di Intesa con il San Paolo di Torino che dà vita al Gruppo Intesa Sanpaolo.

Vicende processuali legate al vecchio Banco Ambrosiano [modifica]Ai tempi della gestione di Roberto Calvi, il maggiore azionista del Banco era l'Istituto per le Opere di Religione (IOR). Si presume (i processi sono ancora in corso) che esso ne fosse in realtà il diretto controllore, tanto da portare Roberto Calvi in un processo a dichiarare che "il Banco Ambrosiano non è più mio da tempo" (tre anni prima della sua morte). La dichiarazione di Calvi, però, potrebbe essere interpretata anche in relazione al fatto che, essendo lui stesso iscritto alla loggia massonica P2, molto probabilmente chi controllava le mosse finanziarie del Banco poteva essere perfino lo stesso Licio Gelli, il fondatore della loggia.
Il presidente dello IOR dal 1971 al 1989, Paul Marcinkus, fu incriminato nel 1982 in Italia come responsabile del fallimento. In accordo con i Patti lateranensi, a Marcinkus fu però permesso di ritirarsi nell'arcidiocesi di Chicago, avendo un valido passaporto vaticano....
29 di 65 - 29/6/2012 15:23
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


Banche britanniche pagano per scandalo vendita prodotti 29/06/2012 12:06 - RSF

LONDRA, 29 giugno (Reuters) - Le quattro maggiori banche britanniche hanno accettato di pagare rimborsi ai clienti ingannati sulla vendita di prodotti con meccanismi di protezione dalle variazioni dei tassi d'interesse.

La Fsa ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Barclays (BARC.L), Royal Bank of Scotland (RBS.L), Hsbc (HSBA.L) e Lloyds (LLOY.L) per rimborsare i clienti che sono stati male informati, come accertato da un'indagine.

Gli accertamenti della Fsa potrebbero portare a richieste di pagamenti, da parte delle piccole società che hanno comprato questi prodotti, nell'ordine di milioni o miliardi di sterline.

E' di ieri la notizia che Barclays dovrà pagare una multa record di 450 milioni di dollari per avermanipolato di tassi d'interesse.

Oggi, Rbs ha detto che continua a cooperare con le autorità impegnate nell'indagine sulla presunta manipolazione dei tassi di interesse Libor, aggiungendo che "non c'è alcuna certezza sulla tempistica osull'ammontare di una multa o di una transazione".

Il Times scrive che Rbs dovrà pagare una sanzione di 150 milioni di sterline.

"L'iter non è in fase così avanzata come suggerisce l'articolo", si legge in un comunicato della bancabritannica.

E' in corso una conferenza stampa del governatore della Banca d'Inghilterra, Mervyn King, sugli scandali che coinvolgono le banche britanniche. King ha parlato della necessità di un cambiamento culturale nel sistema finanziario e haaggiunto di non poter garantire che il numero uno di Barclays sia adeguato al ruolo. Il numero uno della BoE, inoltre, ha detto che il sistema Libor dovrebbe essere basato sulle transazioni, invocando un cambio di regime.


Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia



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30 di 65 - 05/7/2012 17:21
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
Bpm, perquisizioni Gdf a Sisal e Capgemini, abitazioni AD 05/07/2012 16:31 - RSF
MILANO, 5 luglio (Reuters) - La Guardia di Finanza di
Milano, nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione del credito della Popolare Milano (PMI.MI), sta eseguendo a Roma e Milano una serie di perquisizioni negli uffici delle società Sisal e Capgemini spa e nelle abitazioni dei rispettivi amministratori delegati.

Lo riferiscono fonti investigative e una nota della Gdf che precisa che le società "avrebbero corrisposto e/o promesso, complessivamente, circa 1,3 milioni di euro perfavorire le proprie società nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito da parte di un primario istituto bancario e nell'affidamento di incarichi di consulenza".

Non è stato possibile al momento ottenere un commento dalle società.

"Sono, inoltre, in corso ulteriori perquisizioni locali nei confronti di un soggetto sospettato di aver avuto un ruolo di intermediazione illecita tra l'istituto di credito e soggetti economici interessati ad ottenere credito dalla Banca -prosegue il comunicato - nonché presso la sede di un Consorzio che avrebbe ricevuto un anomalo finanziamento per la costruzione di un complesso edilizio residenziale del valore di 170 milioni di euro nella periferia di Roma".

L'inchiesta è quella condotta dai pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici che il 29 maggio scorso aveva portato agli arresti domiciliari di Massimo Ponzellini, ex presidente di Bpm, e del suo collaboratore Antonio Cannalire per i reati di infedeltà patrimoniale eassociazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti, fra cui la corruzione.

All'arresto sfuggì invece, perché all'estero, Francesco Corallo, che controlla la società di giochi d'azzardo Atlantis BPplus.

Lo riferiscono leFiamme gialle e lo si evince dall'ordinanza, letta da Reuters.

Nell'ambito dell'inchiesta risultano indagati anche il parlamentare Pdl Marco Milanese - già al centro di altre inchieste a Roma e Napoli - e l'ex direttore generale della banca Enzo Chiesa.

Secondo l'accusa, sarebbero stati erogati finanziamenti, indebitamente concessi anche grazie alla falsificazione dei procedimenti valutativi degli organi della banca, in favore di diverse società.

Gli amministratori di questesocietà avrebbero corrisposto e promesso somme di denaro, quantificabili in circa 5,7 milioni di euro, al fine di ricevere favori nei procedimenti di concessione e mantenimento del credito bancario. In particolare, scriveva nell'ordinanza d'arresto di Ponzellini il gip Cristina Di Censo, questi pagamenti o promesse di pagamento risultano "effettuati dalle società Atlantis BPplus, Sisal spa, Capgemini spa, Energreed srl, PRC srl-Almaviva spa, a fronte di contratti falsi e fatture emesse senzacontroprestazione o di valore fortemente superiore a quella effettiva prestazione".

"Reati commessi - scrive il gip - da maggio 2009 a novembre 2011".

(Emilio P. )
31 di 65 - 19/7/2012 09:53
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


Il mio primo istituto ha 1.500 esuberi da gestire ...son venuto via nel maggio del 2004 ...hanno resistito anche troppo ...


il titolo "festeggia" e anche gli esuberi ...le scaramucce servono al sindacato per sentirsi vivo ...

gli esuberi sono tutti "ZOMBIE" da archivio o, speriamo, SPACCACOGLIONI INUTILI e costosi ...
32 di 65 - 19/7/2012 10:01
Made73 N° messaggi: 394 - Iscritto da: 28/3/2007
Diciamo che la proporzione qualità professionale stipendio era decisamente a favore dello stipendio. 3/4 dei neo assunti non sa accendere un pc e non conosce una lingua oltre l'italiano. Ovviamente quando conoscono l'italiano.
Il ridimensionamento della paga era dovuta. Se non altro in rispetto a chi il culo se lo è fatto sia durante gli anni dello studio sia sul posto di lavoro.
33 di 65 - Modificato il 19/7/2012 10:48
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
Sono d'accordissimo , made ...da dentro ( e non da fuori ) ho cercato di spostare il concetto della meritocrazia da COLLETTIVA a INDIVIDUALE ...e ho creato dei mostri ---capaci di MENTIRE anche sul bilancio di chi bisognava finanziare ...



Il mondo bancario è noioso, complesso e "politicizzato" ...non è facile giudicare, ripeto, da fuori ...
34 di 65 - 19/7/2012 10:49
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


due momenti epocali hanno portato le banche a rifare la fine del 1929 ( perchè è li che si sta andando ...e siamo al 28 !)


la perdita della parità AUREA ...

e la sudditanza con i MUSSULMANI gestita dagli EBREI ...
35 di 65 - 19/7/2012 10:50
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


in parole povere :


se il petrolio è diventato più importante dell'acqua

se il Dio del Denaro ha creato altri cento DEI



è colpa MIA !
36 di 65 - 19/7/2012 17:51
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
News24
Derivati Milano, chiesta la condanna delle banche
19/07/2012 - 06:42

Una condanna a 12 mesi e mille euro di multa è stata chiesta invece per Antonia Creanza (Jp Morgan), Marco Santarcangelo e William Marrone (Depfa); undici mesi e 900 euro per Carlo Arosio e Tommaso Zibordi (Deutsche Bank); dieci mesi e 800 euro per Gaetano Bassolino e Matteo Stassano (Ubs); otto mesi e 700 euro per Fulvio Molvetti (Jp Morgan) e sei mesi e 600 euro per Alessandro Foti (Ubs).


tranquilli ... è a pena cominciata ...

non ridete pèr gli importi delle sanzioni ...colpirne uno ...
37 di 65 - 27/7/2012 16:35
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006
MPS e Unicredit, 80-90% filiali chiuse per sciopero -sindacati 27/07/2012 16:28 - RSF
MILANO/ROMA, 27 luglio (Reuters) - Lo sciopero di oggi a
Mps (BMPS.MI)e UniCredito (UCG.MI), proclamato da tutte le organizzazioni sindacali, ha registrato un'alta adesione con una chiusura stimata all'80-90% delle filiali dei rispettivi gruppi su tutto il territorio nazionale.

Lo riferiscono le organizzazioni dei lavoratori bancari in assenza di dati dalle due banche.

"Lo sciopero indetto nella giornata di oggi, venerdì 27 luglio, in Unicredit e in Monte dei Paschi di Siena havisto un'adesione altissima da parte delle lavoratrici e dei lavoratori, come era avvenuto il 2 luglio nel Gruppo Intesa Sanpaolo (ISP.MI)", dice una nota del segretario generale della Uilca Massimo Masi.

In un contesto generale in cui quasitutti i grandi istituti di credito hanno annunciato delle forti diete per allineare i costi alle stringenti condizioni dei mercati, la protesta nei due grandi gruppi bancari è stata lanciata per diverse motivazioni.

I dipendenti Mps si oppongonoal nuovo piano industriale messo a punto dall'AD, Fabrizio Viola che punta a una riduzione del personale di oltre 4.600 unità su 31.000 e alla chiusura di 400 filiali su 3.000.

La riduzione di 4.600 addetti comprende le 2.300 risorse del back-office e 1.200 relative al personale coinvolto nelle dismissioni di asset del gruppo.

In Unicredit, invece, i lavoratori protestano contro la sospensione del premio aziendale.

Secondo i sindacati della banca senese, lo sciopero di oggi nel gruppo Mps ha determinato la chiusura dell'80-85% degli sportelli e della sede di Siena.

Percentuali elevate anche in UniCredit: "Aspettiamo i dati definitivi ma credo che siamo intorno al 90% di chiusura delle filiali", ha detto Masi aReuters.

In una nota il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, dichiara che "la massiccia adesione agli scioperi di oggi dimostra anche lo scollamento esistente tra il personale e i vertici aziendali. Nel caso del gruppo Mps, ilnuovo piano industriale risulta completamente carente delle più elementari e concrete prospettive di crescita e di sviluppo".

Agostino Megale, segretario generale della categoria del credito della Cgil (Fisac) aggiunge che "i banchieri non possono pensare che nella crisi ci sia spazio per i loro compensi mentre, allo stesso tempo, si mettono in discussione livelli occupazionali, salario contrattuale, accordi di armonizzazione, fino all'esternalizzazione di 2.300 occupati come avviene in Monte Paschi".

A Siena, mentre era in corso un presidio dei lavoratori sotto la sede in Piazza Salimbeni, chiamata a gran voce dalla piazza, alle 10,30 circa la nuova responsabile delle risorse umane Ilaria Dalla Riva è uscita dalla banca e haaccettato di incontrare i rappresentanti delle principali sigle sindacali.

All'incontro hanno partecipato Luca Bianchi di Dircredito, Antonio Damiani della Fisac, Carlo Magni della Uilca, Alberto Arrigucci di Ugl e Marco Radi della Fiba.

Isindacalisti, secondo quanto riferito da uno dei partecipanti, hanno detto di essere pronti a fare delle controproposte a quelle contestate del piano industriale e Dalla Riva ha detto che a brevissimo termine ci sarà la convocazione di un tavolo suquesto.

"Speriamo che quello di oggi sia l'inizio di tentativo di ritorno alla normalità, ritieniamo quello accaduto oggi in piazza Salimbeni estremamente positivo", ha detto Bianchi di DirCredito.

"L'azienda ha capito che l'interlocutore èil sindacato. Abbiamo iniziato a riconoscerci a vicenda e questo è positivo", ha aggiunto.


(Stefano Bernabei, Andrea Mandalà)
38 di 65 - 25/1/2013 17:31
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


Rispolveriamo vecchi discorsi ....


BANCARI ! Di terra , di cielo e di mare ...italiani ...uomini in giacca e cravatta e donne intubate nella gonna giusta ...ascoltatemi ...
39 di 65 - 28/1/2013 07:19
duca minimo N° messaggi: 38149 - Iscritto da: 29/8/2006


Dunque , dunque...350.000 ex colleghi bancari e 25.000 ex colleghi "pornoattori" finanziari ( non solo quelli di MPS ) , avranno una settimana interessante da gestire ...

Noi, intanto, che facciamo ? Mica avremo del risparmio gestito , immagino ...
40 di 65 - 28/1/2013 08:59
taricone N° messaggi: 314 - Iscritto da: 17/11/2008
Quotando: duca minimoDunque , dunque...350.000 ex colleghi bancari e 25.000 ex colleghi "pornoattori" finanziari ( non solo quelli di MPS ) , avranno una settimana interessante da gestire ...

Noi, intanto, che facciamo ? Mica avremo del risparmio gestito , immagino ...



...gestito giammai....indiGESTo...è probabile !

hehehe
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