Enel: Starace, a ricarica auto elettriche pensiamo noi (CorSera)
11 Dicembre 2017 - 9:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Francesco Starace, a.d. di Enel, sta costruendo "un gruppo forte
dal punto di vista industriale, equilibrato finanziariamente e in
grado di anticipare e di cogliere le opportunità offerte dagli
sviluppi della tecnologia".
Dalla finanza all'industria con orizzonte il futuro: dieci anni
fa le fonti rinnovabili, oggi l'auto elettrica e la banda larga. Il
numero uno di Enel ha spiegato, in un forum al Corriere della Sera
riportato su L'Economia del Corriere, la trasformazione che stanno
vivendo i colossi energetici e le nuove sfide che un gruppo come
l'Enel deve cogliere. Il manager ha detto che tre anni fa neppure
pensava all'auto elettrica: "era un fenomeno di nicchia. È un po'
quello che è successo con le rinnovabili: nel 2007, 50-60 MW di
fotovoltaico sembravano una cifra enorme. Dieci anni dopo i
megawatt sono diventati 20.000 solo in Italia. Come allora per le
rinnovabili, ci sono falsi miti oggi per l'auto elettrica. Questo è
un periodo di accelerazione importante e noi ci stiamo preoccupando
di che cosa accadrà nei prossimi 3 o 4 anni e di che cosa dobbiamo
fare per non farci trovare spiazzati dal punto di vista industriale
e tecnologico".
"Riteniamo che le famose colonnine elettriche per la ricarica
-ha detto- spettino a noi. Sarebbe strano invece che ci mettessimo
a fare le macchine e le case automobilistiche le colonnine". "Tesla
lo fa perché nessuno se n'è fatto carico. Noi crediamo che la parte
infrastrutturale ci competa e ce ne occupiamo con anticipo e
imprenditorialità. Poi sono convinto che le auto arriveranno. Ci
sarà un anno boom. Dal 10% si passerà al 40% per arrivare al 100%
di auto elettriche in circolazione. La verità è che si tratta di
uno sviluppo tecnologico inarrestabile e noi vogliamo esserci. Per
questo installeremo i4 mila colonnine entro il 2022".
Parlando della produzione di energia con il carbone, la fine di
questi, ha spiegato Starace, è "decretata dal fatto che non se ne
costruiscono di nuovi e che quelli esistenti arriveranno al loro
"fine vita" tecnico e autorizzativo. Il tema è con che cosa
verranno sostituiti, con rinnovabili o con gas o con un misto di
tutte due come probabilmente sarà".
Enel, ha proseguito l'a.d., preferirebbe le rinnovabili: "di
gran lunga, perché il gas presuppone almeno due questioni ad oggi
inevase: la sicurezza dell'approvvigionamento e il prezzo, oltre al
fatto che in ogni caso emette CO2. In teoria sarebbe meglio passare
direttamente dal carbone alle rinnovabili e in termini di economia
ci saremmo già. Il tema è il passaggio, la transizione. La Sen,
Strategia energetica nazionale, non indica la strada, dice solo che
al w25 bisognerà aver trovato una soluzione. Sette anni sembrano
tanti, ma per questo tipo di cose sono un po' strettini".
Alla domanda se preveda un'Enel tutta green power, "se prendiamo
l'inventario dei nostri impianti termoelettrici e andiamo a vedere
la scadenza delle loro vite tecniche, l'ultimo che abbiamo finito
di costruire in Cile tre anni fa arriva al 2045. Io penso che da
qui al 2040-50 non avremo più asset termici, se non in qualche
isola dove c'è ancora qualche generatore", ha aggiunto Starace.
vs
(END) Dow Jones Newswires
December 11, 2017 03:03 ET (08:03 GMT)
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