"Alcuni impianti sono fermi da oltre 10 anni. Hanno esaurito il
loro ciclo di vita e non servono più neppure come 'capacità di
riserva'. Però sono un patrimonio industriale che può essere
valorizzato. E per questo Enel ha deciso di lanciare il progetto
'Futur-E', per identificare con i soggetti interessati soluzioni
sostenibili, anche dal punto di vista occupazionale".
Lo spiega alla Stampa l'a.d. di Enel, Francesco Starace, a
proposito delle 23 centrali elettriche in disuso che il gruppo
intende valorizzare. La dismissione delle centrali, sottolinea
Starace, non rappresenta un disimpegno di Enel dall'Italia, dal
momento che "nel piano 2015-2019 sono previsti 9,7 miliardi di
investimenti nel nostro Paese, dei quali 3,2 destinati alla
crescita. Nella generazione convenzionale spenderemo 0,9 miliardi
per la manutenzione e 200 milioni per la crescita. Tutto con
risorse proprie. Certamente puntiamo soprattutto alla distribuzione
di energia elettrica, alla piena integrazione delle fonti
rinnovabili nella rete e nel mercato e all'offerta di nuovi servizi
e prodotti al cliente, come i contatori di nuova generazione".
I mercati emergenti, come l'America Latina e l'Africa,
"rappresentano per noi una grande opportunità e vogliamo giocarci
le nostre carte. La forte crescita demografica e la crescente
urbanizzazione - conclude Starace - sosterranno infatti un
importante aumento della domanda elettrica".
rov