Spigolature

- Modificato il 01/12/2017 10:47
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

e di tutto un po'.

gocce di saggezza, briciole di buone letture,

poesia e musica indimenticabile e chi più ne ha più ne metta.

Buona giornata!





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161 di 996 - 13/11/2013 14:42
cesaregiov N° messaggi: 8168 - Iscritto da: 04/1/2011
Quotando: mostardiniUno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura".



essendo scorpione ....pensavo in un finale ....meno imbecille!!
162 di 996 - 13/11/2013 17:21
mostardini N° messaggi: 67 - Iscritto da: 12/11/2013
uè uè piano con le accuse. autore ed origine nn sono noti.
163 di 996 - 20/11/2013 18:45
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Vogliamoci bene!!


Un vecchio arabo residente a Chicago da più o meno quarant'anni vuole piantare delle patate nel suo giardino, ma arare la terra è diventato un lavoro troppo pesante per la sua veneranda età.

Il suo unico figlio, Ahmed, sta studiando in Francia.

Il vecchio manda una e-mail a suo figlio spiegandogli il problema:

"Caro Ahmed sono molto triste perchè non posso piantare patate nel mio giardino quest'anno, sono troppo vecchio per arare la terra.
Se tu fossi qui tutti i miei problemi sarebbero risolti.
So che tu dissoderesti la terra e scaveresti per me.
Ti voglio bene. Tuo padre."

Il giorno dopo il vecchio riceve una e.mail di risposta da suo figlio:

"Caro papà, per tutto l'oro del mondo non toccare la terra del giardino!
Lì è dove ho nascosto ciò che tu sai... Ti voglio bene anch'io. Ahmed".

Alle 4 della mattina seguente arrivano la polizia, gli agenti dell'FBI, della CIA, gli SWAT, i RANGERS, i MARINES, Steven Seagal, Silvester Stallone, Arnold Shwarzenegger ed i massimi esponenti del Pentagono che rivoltano il giardino come un guanto, cercando materiale per costruire bombe,antrace o qualsiasi altra cosa.
Non trovando nulla, se ne vanno con le pive nel sacco....
Lo stesso giorno l'uomo riceve una mail da suo figlio:

"Caro papà, sicuramente la terra adesso è pronta per piantare le patate.
Questo è il meglio che ho potuto fare date le circostanze.
Ti voglio bene Ahmed."
164 di 996 - Modificato il 24/11/2013 16:34
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
dal Dizionario Filosofico di Voltaire

STATI, GOVERNO, QUAL'E' IL MIGLIORE

Fino ad oggi non ho mai conosciuto nessuno che non avesse governato uno Stato. Io non parlo dei sigg. ministri, che governano in effetto, chi per due o tre anni, chi per sei mesi o per sei settimane: parlo di tutti gli altri uomini che, a cena o chiacchierando nel loro studio, sviluppano il loro sistema di governo, riformano la Guerra, la Giustizia, la Chiesa e la Finanza [...].
I vantaggi e gli svantaggi di tutte le forme di governo sono stati esaminati assai accuratamente in questi ultimi tempi. Ditemi un po', voi, uomo istruito, che avrete viaggiato e visto molti paesi, in quale Stato, sotto che tipo di governo vorreste essere nato? io mi figuro che un gran proprietario terriero francese non sarebbe scontento d'esser nato in Germania, perché là si troverebbe principe invece d'esser suddito. E così un Pari di Francia sarebbe molto contento di godere i privilegi dei Pari d'Inghilterra: là potrebbe legiferare; mentre il magistrato e il finanziere preferrebbero la Francia agli altri paesi.
Ma qual patria sceglierà, potendolo, un uomo savio, libero, di giusta agiatezza, e senza pregiudizi? Una volta un membro della Reggenza di Pondichèry, piuttosto colto, tornava in Europa con un bramino, più istruito di quel che siano di solito i bramini. "Come trovate il governo del Gran Mogol?" disse il consigliere. "Abominevole" rispose il bramino. "Come volete che uno Stato possa esser ben governato da un tartaro? I nostri rajà, i nostri nababbi, per parte loro ne sono contentissimi; ma i loro cittadini no certo, e l'opinione di qualche milione di cittadini conterà pur qualcosa."
Il consigliere e il bramino attraversarono così ragionando tutta l'Asia antica. "Voglio notare una cosa" disse il bramino: "che non ce una sola repubblica in tutta questa parte del mondo, che è pur grande". "C'è stata una volta la Repubblica di Tiro," disse il consigliere, "ma non è durata molto. Ce n'era anche un'altra, dalle parti dell'Arabia Petrea, in un piccolo angolo chiamato Palestina" [...].
"Capisco," disse il bramino, "come sulla Terra si trovino assai poche repubbliche. Gli uomini sono ben dirado degni di governarsi da soli. Questa fortuna non può toccare se non a certi piccoli popoli, appartati in qualche isola o fra le montagne, come i conigli che si tengono nascosti dagli animali carnivori; ma alla lunga sono scoperti e divorati". Quando i due viaggiatori furono arrivati in Asia Minore, il consigliere disse al bramino:
"Credereste voi che c'è stata una repubblica, fondata in una piccola regione d'Italia, che ha durato più di cinquecento anni, e che ha posseduto questa Asia Minore, un altro bel pezzo d'Asia, l'Africa, la Grecia, e le Gallie, e la Spagna, oltre a tutta l'Italia?". "Essa dové trasformarsi assai presto in monarchia" rispose il bramino. "L'avete indovinata" disse l'altro. "Ma poi quella monarchia è caduta, e noi facciamo ogni dì le più belle dissertazioni per trovare le cause della sua decadenza e della sua fine." "Vi affaticate molto per nulla," disse l'indiano: "quell'impero è caduto perché prima esisteva. Bisogna pur che tutto finisca; e io ho ferma speranza che capiterà lo stesso all'impero del Gran Mogol". "A proposito," disse l'europeo, "vi sembra vero che sia più necessario l'onore sotto un re dispotico, e più necessaria la virtù in una repubblica?". L'indiano, dopo di essersi fatto spiegare che cosa significa onore, rispose che l'onore era più necessario in una repubblica, e che c'era molto bisogno di virtù in uno stato monarchico. "Perché" diceva "un uomo che pretende di farsi eleggere dal popolo, non ci riuscirà se è disonorato; mentre in Corte potrà facilmente ottenere una carica, secondo quella sentenza di un gran principe, che un cortigiano, per far strada, non deve avere né onore né carattere. E in quanto alla virtù, ce ne vuol parecchia, con un principe dispotico, per avere il coraggio di dire la verità. Ma d'altronde l'uomo virtuoso si trova molto meglio in una repubblica, dove non è obbligato ad adular nessuno" [...].
"Già. Ma sentite: in quale Stato, sotto quale governo preferireste vivere?" disse il consigliere. "In qualunque altro paese che non fosse il mio" rispose pronto il suo compagno. "E ho già trovato molti siamesi, tonchinesi, persiani, turchi, che dicevano la stessa cosa." "Va bene," disse l'europeo, "ma insomma, quale tipo di Stato scegliereste?". "Quello dove si obbedisce soltanto alle leggi" rispose il bramino. "È una risposta vecchia" disse il consigliere. "Vecchia ma sempre buona" ribatté l'altro. "Ma dove sarà questo paese?" disse il consigliere. Il bramino rispose: "Bisognerebbe cercarlo".

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Siamo nella seconda metà del 1700, certi discorsi si adattano ai tempi ma fondamentalmente c'è sempre qualcosa che li accomuna a quelli di oggi....
165 di 996 - Modificato il 25/11/2013 00:27
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Dall'Amleto di Shakespeare

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Polonio, ciambellano di corte,
da dei consigli al figlio Laerte
(fratello di Ofelia)
che sta per partire.


""Ancora qui, Laerte?... A bordo, a bordo!
Il vento s'è già assiso da padrone
in cima alla tua vela, e là t'aspettano.
Va', figlio, con la mia benedizione,
e imprimiti a caratteri di stampa
nella tua mente queste poche regole:
mai non prestare lingua ai tuoi pensieri,
mai prestar mano a pensieri avventati;
gli amici di provata fedeltà
aggràppateli saldamente al cuore
con uncini d'acciaio; ma sta' attento
a non scaldarti il cavo delle mani
trattenendovi nuovi uccelli implumi
schiusi appena dal guscio.
Guàrdati dal mischiarti in tafferugli,
ma se t'accada d'esservi coinvolto,
agisci in modo che il tuo contendente
abbia a guardarsi bene dai tuoi colpi.
A tutti porgi orecchio, a pochi voce.
Accogli sempre l'opinione altrui,
ma pensa a modo tuo. Il tuo vestire,
per quanto può permetterti la borsa,
sia di buon prezzo, ma non stravagante;
ricercato, ma non troppo fastoso,
ché l'abito rivela spesso l'uomo,
e in Francia le persone di buon ceto
sono assai ricercate nel vestire
ed hanno classe, specialmente in questo.
Non chiedere né dar danaro in prestito:
col prestito si perde, molto spesso,
il danaro e l'amico, e il fare debiti
ottunde il senso della parsimonia.
Ma soprattutto tieni questo in mente:
sii sempre, e resta, fedele a te stesso;
ne seguirà, come la notte al giorno,
che non sarai sleale con nessuno.
Addio, figlio. La mia benedizione
trapianti e faccia maturare in te
questi pochi precetti di tuo padre"".
166 di 996 - Modificato il 27/11/2013 01:18
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
La sera fiesolana

Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta
su l'alta scala che s'annera
contro il fusto che s'inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sè distenda un velo
ove il nostro sogno giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe'; tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l'acqua del cielo!
Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pinidai novelli rosei diti
che giocano con l'aura che si perde,
e su 'l grano che non è biondo ancora
e non è verde,
e su 'l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.
Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!
Io ti dirò verso quali reami
d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l'ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s'incurvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l'anima le possa amare
d'amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

Gabriele D'Annunzio


Questa poesia per me è stupenda
come alcune altre,
e pensare che l'uomo D'Annunzio
mi è sempre stato cordialmente
antipatico
167 di 996 - 01/12/2013 17:12
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
La formica produttiva....

Tutti i giorni, molto presto, arrivava in ufficio la Formica produttiva e felice.

Là trascorreva i suoi giorni, lavorando e canticchiando una vecchia canzone d'amore.

Era produttiva e felice ma, ahimè, non era supervisionata.

Il Calabrone, gestore generale, considerò la cosa impossibile e creò il posto di supervisore, per il quale assunsero uno Scarafaggio con molta esperienza.

La prima preoccupazione dello Scarafaggio fu standardizzare l'ora di entrata e di uscita e preparò pure dei bellissimi report.

Ben presto fu necessaria una segretaria per aiutare a preparare i report, e quindi assunsero una Ragnetta, che organizzò gli archivi e si occupò del telefono.

E intanto la formica produttiva e felice lavorava e lavorava.

Il Calabrone, gestore generale, era incantato dai report dello Scarafaggio supervisore, e così finì col chiedere anche quadri comparativi e grafici, indicatori di gestione ed analisi delle tendenze.

Fu quindi necessario assumere una Mosca aiutante del supervisore e fu necessario un nuovo computer con stampante a colori.

Ben presto la Formica produttiva e felice smise di canticchiare le sue melodie e cominciò a lamentarsi di tutto il movimento di carte che c'era da fare.

Il Calabrone, gestore generale, pertanto, concluse che era il momento di adottare delle misure: crearono la posizione di gestore dell'area dove lavorava la Formica produttiva e felice.

L'incarico fu dato ad una Cicala, che mise la moquette nel suo ufficio e fece comprare una poltrona speciale. Il nuovo gestore di area - ebbe bisogno di un nuovo computer e quando si ha più di un computer è necessaria una Intranet.

Il nuovo gestore ben presto ebbe bisogno di un assistente (Remora, già suo aiutante nell'impresa precedente), che l'aiutasse a preparare il piano strategico e il budget per l'area dove lavorava la Formica produttiva e felice.

La Formica non canticchiava più ed ogni giorno si faceva più irascibile. "Dovremo commissionare uno studio sull'ambiente lavorativo, un giorno di questi", disse la Cicala.

Ma un giorno il gestore generale, al rivedere le cifre, si rese conto che l'unità, nella quale lavorava la Formica produttiva e felice, non rendeva più tanto.

E così contattò il Gufo, prestigioso consulente, perché facesse una diagnosi della situazione.

Il Gufo rimase tre mesi negli uffici ed emise un cervellotico report di vari volumi e di vari milioni di euro, che concludeva: "C'è troppa gente in questo ufficio." E così il gestore generale seguì il consiglio del consulente e licenziò la Formica incazzata, che prima era produttiva e felice.

MORALE:

Non ti venga mai in mente di essere una Formica produttiva e felice. E' preferibile essere inutile e incompetente. Gli incompetenti non hanno bisogno di supervisori, tutti lo sanno.

Se, nonostante tutto, sei produttivo, non dimostrare mai che sei felice. Non te lo perdoneranno mai....
168 di 996 - Modificato il 05/12/2013 02:13
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
l'Arte di ascoltare"

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"Saper ascoltare è un atto di disponibilità
e di generosità molto ma molto raro..|"

Tratti da "L'educazione" di Plutarco
alcuni brani su:
L'Arte di Ascoltare (De recta ratione audiendi)

Ti invio, caro Nicandro la stesura del discorso da me tenuto su come si ascolta, perché tu sappia disporti in modo corretto all'ascolto di chi si rivolge a te con la voce della persuasione, ora che hai indossato la toga virile e ti sei liberato da chi ti dava ordini.
[..]Dal momento dunque che l'ascolto comporta per i giovani un grande profitto ma un non minore pericolo, credo sia bene riflettere continuamente, con se stessi e con altri, su questo tema. I più invece, a quanto ci è dato vedere, sbagliano, perché si esercitano nell'arte di dire prima di essersi impratichiti in quella di ascoltare, e pensano che per pronunciare, un discorso ci sia bisogno di studio e di esercizio, ma che dall'ascolto, invece, possa trarre profitto anche chi vi s'accosta in modo improvvisato. Se è vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a lanciarla e riceverla, nell'uso della parola, invece, il saperla accogliere bene precede il pronunciarla, allo stesso modo in cui concepimento e gravidanza vengono prima del parto.

[..*Quando travasa qualcosa, la gente inclina e ruota i vasi perché l'operazione riesca bene e non ci siano dispersioni, mentre, quando ascolta un filosofo, non impara ad offrire se stessa a chi parla e a seguire attentamente, perché non le sfugga nessuna affermazione utile. E quel che è più ridicolo è che se incontrano uno che racconta di un banchetto, di un corteo, di un sogno o dell'alterco avuto con un altro, restano ad ascoltarlo in silenzio e insistono per saperne di più; ma se uno li tira da parte e vuol dare loro un insegnamento utile, spronarli a qualche dovere, redarguirli in caso di errore o addolcirli quando sono irritati non lo sopportano e se ne hanno la possibilità si sforzano d'averla vinta e si mettono a controbattere le sue parole o, se proprio non ce fanno, lo piantano in asso e vanno alla ricerca di altri insulsi discorsi, riempiendosi le orecchie, quasi fossero vasi difettosi e incrinati, di qualunque cosa piuttosto che di ciò di cui hanno bisogno. I bravi allevatori rendono sensibile al morso la bocca dei cavalli: così i bravi educatori rendono sensibili alle parole le orecchie dei ragazzi insegnando loro non a parlare molto, ma ad ascoltare molto. Nel tessere gli elogi di Epaminonda, Spintaro diceva che non era facile incontrare uno che sapesse di più e parlasse di meno. E la natura, si dice, ha dato a ciascuno di noi due orecchie ma una lingua sola, perché siamo tenuti ad ascoltare più che a parlare.

[..]Se è necessario qualche altro consiglio per imparare ad ascoltare, bisogna tenere a mente quanto ora si è detto, ma di pari passo con l'apprendimento esercitarsi nella ricerca personale, per acquisire un abito mentale non da sofisti o da puri eruditi, ma al contrario profondamente radicato e filosofico, considerando che il saper ascoltare bene è il punto di partenza per vivere secondo il bene.

&&&&&&
Buonanotte!
169 di 996 - 05/12/2013 13:36
ciabattino N° messaggi: 4962 - Iscritto da: 17/6/2011
lella sei sempre la + forte
170 di 996 - 06/12/2013 00:44
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Ciao Ciaby sempre gentilissimo! Un salutone one one!
171 di 996 - 09/12/2013 02:17
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
NELSON MANDELA,
piccolo grande uomo
del ventesimo secolo,
che ha sconfitto l'Apartheid
e ha ridato dignità alla sua gente.

Dai suoi scritti:

“Chiunque voglia privarmi della dignità è destinato a perdere”
“Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non esitare, e ho fatto alcuni passi falsi lungo la via. Ma ho scoperto che dopo aver scalato una montagna ce ne sono sempre altre da scalare. Adesso mi sono fermato un istante per riposare, per volgere lo sguardo allo splendido panorama che mi circonda, per guardare la strada che ho percorso. Ma posso riposare solo qualche attimo, perché assieme alla libertà vengono le responsabilità, e io non oso trattenermi ancora: il mio lungo cammino non è ancora alla fine.”

LA LIBERTA'
La strada verso la libertà non è mai agevole e molti dovranno
attraversare valli spazzate dal vento della morte prima di arrivare
in cima alla montagna dei propri desideri.
(1993)

LE DIFFICOLTA'
Le difficoltà piegano alcuni uomini ma ne rafforzano altri. Non esiste
ascia abbastanza affilata da tagliare l'anima di un peccatore che
coltivi la speranza di potersi redimere
(1975)

IL LEADER
I veri Leader devono essere pronti a sacrificare tutto per la libertà
dei loro popoli
(1998)

IL SENSO DELLA VITA
Ciò che conta non è il semplice fatto di aver vissuto, ma il cambiamento
che siamo stati in grado di imprimere alla vita degli altri
(2002)

LE AVVERSITA'
Ho scoperto che nella vita, dopo aver superato la collina, uno trova
solo altre colline da scalare.
(1994)

LA SAGGEZZA
Si raggiunge la maturità solo facendo tesoro sia delle esperienze
positive che di quelle meno piacevoli.
(1997)

IL POPOLO
Sono sempre più convinto che a fare la storia siano le persone comuni.
La loro partecipazione alle decisioni che riguardano il futuro è la sola
garanzia di democrazia e libertà.
(1990)

L'AUTORITA'
In tutta la vita non ho mai considerato alcun uomo come mio inferiore
né dentro né fuori dal carcere.
(1976)

L'EREDITA'
Sarebbe egoistico da parte mia dire come vorrei essere ricordato.
Lo decideranno i Sudafricani. A me basterebbe una lapide con la scritta "MANDELA"
(1997)
172 di 996 - 10/12/2013 10:05
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Storie per riflettere.....

OGNUNO DI NOI COMBATTE UNA BATTAGLIA.....

"Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivó per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.

Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.

Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.

Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.

Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta. L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.

Mi informai della sua salute e lui mi raccontó che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva giá da 5 anni.

Ne fui sorpreso, e gli chiesi 'E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi é lei'?

L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi é lei"

Dovetti trattenere le lacrime...Avevo la pelle d'oca e pensai:

'Questo é il genere di amore che voglio nella mia vita". Il vero amore non é né fisico né romantico. Il vero amore é l'accettazione di tutto ció che é, é stato, sará e non sará. Le persone piú felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ció che hanno.

La vita non é una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia. Sii piú gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qualche sorta di battaglia. "
173 di 996 - 11/12/2013 08:59
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
INDOVINA CHI....

Un pastore stava pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo decisamente lontano e isolato quando all'improvviso vede avvicinarsi una BMW nuova fiammante che avanza lasciandosi dietro una nuvola di polvere.
Il guidatore, un giovane in un elegante abito di Versace, scarpe Gucci, occhiali Ray Ban e cravatta Yves Saint Laurent rallenta, si sporge dal finestrino dell'auto e dice al pastore: "Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?" Il pastore guarda l'uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma: "Certo, perché no?" A questo punto lo yuppie posteggia l'auto, tira fuori il suo computer portatile della Dell e lo collega al suo cellulare della A T& T. Si collega a internet, naviga in una pagina della NASA, seleziona un sistema di navigazione satellitare GPS per avere un'esatta posizione di dove si trova e invia questi dati a un altro satellite NASA che scansiona l'area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita. Apre quindi un programma di foto digitale della Adobe Photoshop ed esporta l'immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che dopo pochi secondi gli spedisce un e-mail sul suo palmare Palm Pilot confermando che l'immagine è stata elaborata e i dati sono stati completamente memorizzati. Tramite una connessione ODBC accede a un database MS-SQL e su un foglio di lavoro Excel con centinaia di formule complesse carica tutti i dati tramite e-mail con il suo Blackberry. Dopo pochi minuti riceve una risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine, a colori, sulla sua nuovissima stampante HP LaserJet iper-tecnologica e miniaturizzata, e rivolgendosi al pastore esclama: "Tu possiedi esattamente 1586 pecore".
"Esatto, ed ora puoi prenderti la tua pecora" dice il pastore e guarda giovane scegliere un animale che si appresta poi a mettere nel baule dell'auto.
Il pastore quindi aggiunge: "Hei, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la pecora?". Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: "Okay, perché no?" "Sei un consulente" dice il pastore. "Caspita, è vero - dice il giovane - come hai fatto a indovinare?" "Beh non c'è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente - dice il pastore - sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io già conosco, a una domanda che nessuno ti ha fatto e non capisci un c.zzo del mio lavoro. Ora restituiscimi il cane!"
174 di 996 - Modificato il 11/12/2013 18:19
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Dal libro di Salvatore Natoli
“STARE AL MONDO”
Escursioni nel tempo presente

[..]La globalizzazione ha messo in circolo danaro, risorse materiali e umane, ma
non ha distribuito uguaglianza , parità di diritti. Al contrario, l’accresciuta libertà
degli scambi, avvicinando uomini e civiltà ha fatto misurare più direttamente
l’enorme sproporzione nella distribuzione delle ricchezze, lo scarto che separa chi
ha potere da chi non lo ha, chi è collocato negli scalini alti della scala sociale da chi
è collocato in quelli bassi. [..]Per la verità la società non ha mai smesso di essere
piramidale; le procedure democratiche la piramide l’hanno ridotta, ma non
abbattuta. Certamente però, delegittimata. In nome della democrazia gli esclusi
hanno il coraggio di rivendicare i diritti, ma molti sono collocati troppo in basso
per ergersi, hanno poca voce per farsi ascoltare. E allora applaudono coloro che le
Torri le fanno saltare: un simbolo di potenza di cui non vi era pari e che crolla.
Questo però è uno dei motivi per cui taluni quelle Torri le vogliono di nuovo
velocemente in piedi e non tanto perché “la vita continua” ma per significare
che le gerarchie del potere stanno salde dove sono, non vengono mai intaccate.
Evidentemente sbagliano ambedue.
Per l’emancipazione non c’è altra via che “la pazienza democratica”. Non tutto il
bene subito, ma un lavoro assiduo per ridurre il male, soprattutto per evitare che
gli uomini nel ricercare ognuno per proprio conto il loro vantaggio si nuocciano
reciprocamente. Una fatica questa di lunga lena , assidua, che non ha fine e non
solo perché nel mondo non vi è nulla di definitivo, ma perché gli errori che facciamo
ci fanno rischiare ad ogni momento di arretrare, di perdere perfino quello che si è
guadagnato. Ai terroristi bisogna ricordare che il sangue degli innocenti grida
vendetta e non produce giustizia. La giustizia esige reciproca dedizione, il lavoro di
tutti a vantaggio di tutti. Non esiste un male assoluto da debellare: al contrario il
male più grande è quello di identificarsi con il bene incondizionato, di parlare in
nome di Dio. E’ un parlare delirante: Dio – si diceva prima che morisse – “fa impazzire
coloro che vuole dannare”. Viviamo in un mondo da sottoporre costantemente a
revisione. Ciò esige buona volontà, non presunzione ma perseveranza.[..]

175 di 996 - 12/12/2013 00:38
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

MAMM'EMILIA di
Erri De Luca.



In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.

In te sono passato da cellula a scheletro
Un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.

Sono sgusciato dalla tua pienezza
Senza lasciarti vuota perché il vuoto
L’ho portato con me.

Sono venuto n.udo, mi hai coperto
Così ho imparato nudità e pudore
Il latte e la sua assenza.

Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
Quella l’insegna il figlio.

Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.

Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
Non il loro peso
A te ho nascosto tutto.

Ho promesso di bruciare il tuo corpo
Di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
Fratello del vulcano che ci orientava il sonno.

Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
All’ora dell’arcobaleno
Che ti faceva spalancare gli occhi.
176 di 996 - Modificato il 17/12/2013 19:44
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Per molti si prefigura un natale "di guerra"
per altri meno ma per altri ancora forse si è
persa addirittura la speranza e questa chissà
se la troveranno sotto l'albero....


Estratto dal saggio di Salvatore Natoli
“Stare al mondo”

-Diritti non elemosine-

Il lessico recente della politica, specie di ispirazione conservatrice, ha messo in circolo
una formula ormai corrente: capitalismo compassionevole. Adam Smith che di sentimenti se ne intendeva, aveva colto con grande finezza, il carattere ambiguo della compassione, aveva mostrato come l’egoismo fosse una componente-o comunque un aspetto collaterale- del comune e pur autentico sentimento di pietà.
[..]A partire da qui, nel tempo, si è venuta formando l’idea – più che mai razionale - che fosse opportuno predisporre anticipatamente un’assistenza generalizzata, concepita come “bene sociale”, come un vantaggio “per tutti”. La “beneficenza” si è mostrata storicamente inadeguata per la soluzione dei problemi del bisogno. Tali problemi risultano al contrario meglio risolvibili se affrontati “in termini di giustizia”.
[..] La “beneficenza” è cosa buona se viene fatta ma non è un obbligo e non reca danno ad alcuno se non viene fatta. In ciò differisce chiaramente dalla “giustizia” la cui osservanza non viene lasciata alla nostra libera volontà che può essere estorta con la forza e la cui violazione espone al risentimento e di conseguenza alla punizione. La giustizia a differenza della beneficenza è dunque obbligatoria e chi trasgredisce le leggi di giustizia è suscettibile di punizione.[..] Di qui la legittimità di rivendicare nei confronti dello stato e delle amministrazioni un benessere sociale garantito in tutti quei casi in cui gli individui non sono in condizioni di assicurarselo con il solo reddito da lavoro. La più grande invenzione politica del novecento,” il Welfare, ha perseguito esattamente questo.[..] E’ plausibile sostenere che una politica economica di questo tipo oggi non è più possibile o quantomeno è necessario introdurre correttivi strutturali per poterla ancora praticare; quel che, però, resta in ogni caso in piedi è la “filosofia politica” da cui il “welfare” ha tratto ispirazione e che a tutt’oggi lo motiva: i diritti sociali sono esigibili da tutti e non è pensabile che certi servizi siano limitati ad un privato e meno che mai siano discrezionali.
[..]Una democrazia è effettivamente tale solo se tende ad includere progressivamente gli esclusi o comunque coloro che non sono sufficientemente tutelati.
[..]Il welfare come filosofia politica è il meglio che la storia ha selezionato nel corso del novecento, oggi insostenibile, e data la complessità della società non consente più allo stato e all’amministrazione di governare i deficit sociali e di ridurre l’esclusione. Taluni economisti sostengono si debba passare da uno “stato del benessere” ad una “società del benessere”: sarà la società stessa che attraverso le autonomie, il privato sociale, le attività non profit, il volontariato ecc. riuscirà a trasformare gli esclusi in cittadini.
[..] Comunque la “solidarietà” non va confusa con l’assistenzialismo, ma si configura come un diritto per i cittadini e un obbligo per le istituzioni. Naturalmente bisogna per realizzare quanto detto evitare in tutti i modi il parassitismo e la burocrazia.
[..]Il problema vero, però, è quello non solo fronteggiare ma evitare che si producano quelle condizioni di degrado che formano le “nuove povertà”: poveri invisibili sono tutti coloro che perdono il lavoro e non riescono a ritrovarlo e non sono mai stati davvero poveri e sono ancora più disagiati ad esserlo e per vergogna cercano di dissimularlo.
E’ vero che queste nuove povertà possono essere eliminate con un incremento della ricchezza sociale media, non attraverso l’assistenza ma l’efficienza. Ma questa idea di per sé corretta è spesso maschera per altro. I poveri vengono facilmente ignorati e a volte sono” invisibili”…


177 di 996 - 17/12/2013 19:46
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Da una preghiera degli Indiani d'America

Calma il battito del mio cuore, acquietando la mia mente.
Rallenta il mio passo frettoloso con una visione delle eterne distese del Tempo.
Dammi, in mezzo alla diuturna confusione, la calma stabilità delle montagne millenarie.
Spezza la tensione dei miei nervi e dei miei muscoli con la serena musica del canto dei ruscelli, vivente nella mia memoria.
Aiutami a conoscere il magico potere ristoratore del sonno.
Insegnami l'arte di prendermi brevi momenti di sosta, di rallentare il mio ritmo per osservare un fiore, per fare due chiacchiere con un amico, carezzare un cane, leggere qualche riga di un buon libro.
Ricordami ogni giorno la favola della lepre e della tartaruga, sì che io possa imparare che nella corsa non sempre vince chi va più veloce , e che nella vita si può fare qualcosa di meglio che aumentare la propria velocità.
Fa che io levi lo sguardo alla quercia torreggiante , e sappia che essa è divenuta grande e forte perché è cresciuta lentamente e bene.
Rallenta il ritmo della mia vita, Signore, e ispirami ad affondare le mie radici nel suolo dei valori durevoli affinché io possa innalzarmi verso le stelle del mio più grande destino.

178 di 996 - 18/12/2013 17:47
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
Il consulente.....questo sconosciuto....


Un pastore sta pascolando il suo gregge di pecore, in un pascolo lontano e isolato quando all'improvviso vede avvicinarsi una BMW nuova fiammante che avanza in una nuvola di polvere. Il guidatore, in un elegante abito di Versace, scarpe Gucci, occhiali Ray Ban e cravatta Yves Saint Laurent rallenta, si sporge dal finestrino dell'auto e dice al pastore:
"Se ti dico esattamente quante pecore hai nel tuo gregge, me ne regali una?"
Il pastore guarda l'uomo, evidentemente uno yuppie, poi si volta verso il suo gregge e risponde con calma:
"Certo, perché no?"
A questo punto lo yuppie posteggia l'auto, tira fuori il suo computer portatile Dell e lo collega al suo cellulare. Entra in Internet, naviga in una pagina della NASA, seleziona un sistema satellitare GPS per avere un'esatta posizione di dove si trova e invia questi dati a un altro satellite NASA che scansiona l'area e ne fa una foto in risoluzione ultradefinita. Apre quindi un programma di foto digitale della Adobe ed esporta l'immagine a un laboratorio di Amburgo in Germania che dopo pochi secondi gli spedisce un e-mail sul suo Iphone confermando che l'immagine e stata elaborata e i dati sono stati completamente memorizzati. Tramite una connessione ODBC accede a un database MS-SQL e su un foglio di lavoro Excel con centinaia di formule complesse carica tutti i dati tramite e-mail. Dopo pochi minuti elabora la risposta e alla fine stampa una relazione completa di 150 pagine, a colori, sulla sua nuovissima stampante HP LaserJet portatile iper-tecnologica e miniaturizzata, e rivolgendosi al pastore esclama:
"Tu possiedi ESATTAMENTE 1586 pecore".
"Giusto!! Beh... a questo punto immagino che tu possa prenderti la tua pecora" dice il pastore e guarda l'uomo scegliere un animale, che si appresta poi a mettere nel baule dell'auto. Prima che l'uomo riparta il pastore aggiunge:
"Ehi, se indovino che mestiere fai, mi restituisci la 'pecora'?".
Lo yuppie ci pensa su un attimo e dice: "Okay, mi pare giusto, perché no?"
"Tu sei un consulente" dice il pastore.
"Caspita, e vero - dice l'uomo - ma come hai fatto a indovinare?"
"Beh non c'è molto da indovinare, mi pare piuttosto evidente - dice il pastore - sei comparso senza che nessuno ti cercasse, vuoi essere pagato per una risposta che io già conosco, a una domanda che nessuno ti ha fatto e - soprattutto - non capisci un cavolo del mio lavoro...
Ora restituiscimi il mio cane!!!"
179 di 996 - Modificato il 23/12/2013 13:22
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
A RITROSO NEL TEMPO UN VIAGGIO NELLA NOSTALGIA....


...su di un treno a vapore..

Quando si parte, si vorrebbe che il tragitto fosse più breve ed indolore possibile, per raggiungere al più presto la meta finale.

Ma ci sono alcuni viaggi che hanno proprio nell’itinerario il loro pezzo forte, specialmente se intrapreso a bordo di un mezzo d’eccezione.
Per una volta, non ci riferiamo ad una nuovissima e fiammante vettura, capace di raggiungere elevate velocità, né di un lussuosissimo aereo.

Se l’obiettivo del viaggio è quello di staccare la spina, infatti, perché non farlo davvero, abbracciando la teoria della lentezza, dimenticando così i ritmi frenetici della città?
Stress e frenesia possono diventare un vago ricordo se ci sale a bordo di un treno a vapore, come quelli di una volta, o come il leggendario Orient-Express, ma senza i delitti di Agatha Christie!

Viaggiando a ritmi lenti, si riesce meglio ad assaporare la bellezza del paesaggio circostante, e a socializzare con i compagni di viaggio, che, invece, generalmente vengono evitati o salutati di sfuggita da dietro le pagine di un libro o dalla schermata del pc.

Ma anche vedere il vapore che, candido e compatto, esce dalla locomotiva e imbianca i colori dell’autunno, vale da solo il prezzo del biglietto.

http://www.youtube.com/watch?v=qmJdCpEPIWs
180 di 996 - 23/12/2013 13:33
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
A TUTTI MA PROPRIO TUTTI...
buon+natale.jpg
http://www.youtube.com/watch?v=6By0bXVC_vM
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