Spigolature

- Modificato il 01/12/2017 10:47
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

e di tutto un po'.

gocce di saggezza, briciole di buone letture,

poesia e musica indimenticabile e chi più ne ha più ne metta.

Buona giornata!





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321 di 996 - 22/11/2017 10:36
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

DELLA GENTILEZZA


Oggi vorrei scrivere qualcosa di veramente impopolare, per cui
parlerò della gentilezza. Della sua prematura e così poco
rimpianta scomparsa.
La defunta non richiedeva sacrifici particolari e nemmeno eroismi.
Solo un po’ di educazione e, prima ancora, di umanità. Era una
forma mentale. Talvolta ipocrita, e però utile ad ammorbidire le
asprezze della vita quotidiana. Grazie, prego, passi pure, mi scusi,
ma si figuri, non me n’ero accorto, ha bisogno?, c’era prima il signore,
non si preoccupi, disturbo? Ciascuna di queste espressioni, e dei
gesti che spesso le accompagnavano, era una pennellata di grasso
sugli ingranaggi esistenziali. Un balsamo che non migliorava le cose,
ma consentiva di affrontarle per quel che erano, senza dovervi
aggiungere lo sconforto che sempre ci assale quando abbiamo la
sensazione di andare contromano.

Forme sporadiche di gentilezza sopravvivono nei rapporti
sentimentali, almeno nella prima fase. Per quanto, anche
lì. Tracce residue si ravvisano in piccole comunità non ancora
divorate dall’individualismo dei diffidenti e dei disperati. Non
si hanno notizie sicure di altri avvistamenti. A dire il vero,
qualcuno che provi a essere gentile ogni tanto lo si incontra
relazioni umane sia ancora possibile mettersi nei panni
degli altri è considerata bizzarra. Ma non me ne vengono
in mente di migliori per uscire da una crisi che ha spolpato
i portafogli solo perché da tempo aveva già corroso i cuori.

Massimo Gramellini
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
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MODERATO Betsabea Libera Longes (Utente disabilitato) N° messaggi: 742 - Iscritto da: 19/11/2017
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331 di 996 - 22/11/2017 13:13
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
Volele tempo...
Tutta una vita...




https://youtu.be/MjdMu7tUfuw
MODERATO DucaConte LupoGufoCorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 2372 - Iscritto da: 23/10/2017
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334 di 996 - 23/11/2017 11:25
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

DANTE ALIGHIERI - Tanto gentile e tanto onesta pare


Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ‘ntender no la può chi no la prova;

335 di 996 - 23/11/2017 11:27
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

GUIDO GUINIZELLI - Io voglio del ver la mia donna laudare


Io voglio del ver la mia donna laudare
Ed assembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.


Verde river’ a lei rasembro a l’are,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.


Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ‘l de nostra fé se non la crede:




e no ‘lle po’ apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’om po’ mal pensar fin che la vede.


336 di 996 - Modificato il 23/11/2017 11:42
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010
SENZA INDUGIO

Senza indugiare,vai!
Cerca una zattera,che
tragga fuori dal pantano
delle ipocrisie.
Che ti traghetti in acque limpide
mai stagnanti.
Impara a galleggiare
anche in una limpida culla
rispettando gli spazi altrui
e difendere il tuo,......

Anna Di Principe
339 di 996 - 25/11/2017 00:03
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010

AMAZON, le dure condizioni di lavoro nell'inchiesta del New York Times: "Turni di 80 ore a settimana, crisi di pianto e controlli anche in bagno" (FOTO)
Ilaria Betti, L'Huffington Post
Pubblicato: 17/08/2015


Appena mettono piede nell'azienda, gli viene ordinato di dimenticare tutte le "cattive abitudini" che hanno imparato svolgendo altri lavori. Perché Amazon è un mondo a parte e per riuscire in questo mondo bisogna rimboccarsi le maniche, oltre ogni limite di sopportazione fisica e mentale. Un'inchiesta del New York Times ha raccontato cosa sono costretti a subire ogni giorno i dipendenti, costantemente monitorati e stimolati a produrre sempre di più. C'è chi giura di aver visto scoppiare in lacrime ogni collega almeno una volta e chi ricorda di aver lavorato per quattro giorni senza dormire. Di solito, poi, chi non regge il ritmo delle 80 ore settimanali viene cacciato via, senza pietà.

"L'azienda sta conducendo un esperimento per capire quanto può 'spingere' sugli impiegati per soddisfare le sue sempre più grandi ambizioni", scrive il Nyt. Jeff Bezos, il miliardario fondatore, non ha esitato a rispondere all'attacco del giornale americano, insistendo sul fatto che quello non è il luogo di lavoro da lui conosciuto e quei racconti non appartengono ai suoi "premurosi dipendenti": "Credo fermamente che chi lavora in una società che è davvero come quella descritta dal New York Times sarebbe pazzo a rimanere. Io la lascerei".

Amazon è tristemente famosa per il "trattamento speciale" che riserva ai suoi dipendenti. Già tempo fa aveva fatto scalpore il racconto di una donna americana, che aveva deciso di lasciare il posto di facchina in uno dei magazzini della Pennsylvania, riducendosi in povertà. "Meglio senzatetto che lavorare da Amazon - aveva affermato -. Non ho una casa dove abitare. Ma le mie giornate peggiori sono meglio delle migliori giornate passate a lavorare lì dentro". L'ex dipendente aveva raccontato di essere stata costretta a lavorare in isolamento e sotto sorveglianza costante.

Alla sua storia ora si aggiungono le testimonianze riportare dal New York Times: turni sfiancanti, mancanza di aria condizionata (le ambulanze aspettano all'esterno per portare via chi collassa), impiegati costretti a mandare email anche in orari notturni o obbligati a fare la spia sulle performance degli altri colleghi, donne incoraggiate a migliorare le loro prestazioni anche quando malate di cancro. "Ho subito un aborto, è stato uno degli eventi più devastanti della mia vita. Ma mi hanno messa nel programma per migliorare le prestazioni per assicurarsi che la mia attenzione continuasse ad essere focalizzata sul lavoro", ha raccontato al giornale un'impiegata.



La dura strategia di Amazon si fonda su 14 regole. La prima si chiama "L'ossessione del cliente": "Gli impiegati lavorano per soddisfare ogni necessità del cliente. Sono ossessionati da lui". La seconda mira a far sentire ad ogni impiegato il senso di responsabilità: "Non dicono mai: 'Questo non è il mio lavoro'". Dalla capacità di pensare in grande e inventare a quella di aver giudizio, si passa a illustrare altri principi che mirano ad incoraggiare chi all'interno ha il ruolo di capo ("I veri leader fanno crescere altri leader"). E che caratteristiche devono avere i leader? "Devono pretendere gli standard più alti - dice la regola -. Molti penseranno che questi standard sono assurdi. Ma i leader alzano sempre di più l'asticella e portano il loro team a sviluppare prodotti sempre migliori".

E se "la velocità è ciò che conta in questo lavoro" (altra regola d'oro, ndr), Amazon ha pensato di monitorare anche il "tempo libero" dei suoi dipendenti: perfino i minuti che trascorrono in bagno vengono annotati. Una realtà troppo dura da accettare? L'azienda ha più volte smentito le accuse, affermando di trattare i suoi dipendenti con "dignità e rispetto" e che il suo scopo è quello di "dar vita ad un luogo di lavoro sicuro e positivo". Molti degli impiegati ed ex-impiegati hanno raccontato di essere invece scontenti, ma, in alcuni casi, di non poter fare a meno di lavorare sempre di più. Dina Vaccari, dipendente dell'azienda nel 2008, ha spiegato al Nyt: "Ero così presa dall'idea di avere successo. Per quelli che lavoravano lì era come una droga. Una volta non ho dormito per quattro giorni consecutivi e ho continuato a fare il mio dovere".

Il Ceo Jeff Bezos ha scritto una lettera di risposta all'articolo del New York Times, indirizzandola ai suoi dipendenti. "Cari amazonians, se non l'avete ancora fatto vi invito a leggere attentamente questo articolo", continua inserendo il link al giornale. "L'articolo non descrive l'Amazon che conosco né i premurosi amazonians con cui lavoro ogni giorno", aggiunge puntualizzando sul fatto che il pezzo "sostiene che il nostro approccio è quello di creare un luogo di lavoro senz'anima, distopico, in cui non c'è divertimento e non si sentono risate. Ancora una volta non mi riconosco in questa Amazon e mi auguro vivamente non lo facciate neanche voi". "Non credo che una società che adotta l'approccio ritratto potrebbe sopravvivere né tanto meno prosperare in un mercato tecnologico come quello odierno che è altamente competitivo per quanto riguarda le assunzioni". Per questo, Bezos spera che chiunque lavori ad Amazon possa continuare a divertirsi, come ha sempre fatto, e a "ridere lungo il cammino".

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Non ho mai acquistato e mai acquisterò anche un solo spillo da AMAZON!
Lella6

340 di 996 - 28/11/2017 10:00
lella6 N° messaggi: 1519 - Iscritto da: 01/2/2010


Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti
di Italo Calvino

…) “gli onesti.
Erano costoro onesti non per qualche speciale ragione ( non potevano richiamarsi a grandi principi, né patriottici né sociali né religiosi, che non avevano più corso), erano onesti per abitudine mentale, condizionamento caratteriale, tic nervoso. Insomma non potevano farci niente se erano così, se le cose che stavano loro a cuore non erano direttamente valutabili in denaro, se la loro testa funzionava sempre in base a quei vieti meccanismi che collegano il guadagno col lavoro, la stima al merito, la soddisfazione propria alla soddisfazione d’altre
persone. In quel paese di gente che si sentiva sempre con la coscienza a posto loro erano i soli a farsi sempre degli scrupoli, a chiedersi ogni momento cosa avrebbero dovuto fare. Sapevano che fare la morale agli altri, indignarsi, predicare la virtù sono cose che trovano troppo facilmente l’approvazione di tutti, in buona o in malafede. Il potere non lo trovavano abbastanza interessante per sognarlo per sé (almeno quel potere che interessava agli altri); non si facevano illusioni che in altri paesi non ci fossero le stesse magagne, anche se tenutepiù nascoste; in una società migliore non speravano perché sapevano che il peggio è sempre più probabile.
Dovevano rassegnarsi all’estinzione? No, la loro consolazione era pensare che così come in margine a tutte le società durante millenni s’era perpetuata una controsocietà di malandrini, di tagliaborse, di ladruncoli, di gabbamondo, una controsocietà che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare la società , ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante e affermare il proprio modo d’esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sé ( almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera e vitale, così la controsocietà degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità , di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti,per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è.”
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