Bami - Banco Bpm (BAMI)

- Modificato il 02/1/2017 10:01
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
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14201 di 15731 - 07/11/2019 14:50
maurizio5 N° messaggi: 2909 - Iscritto da: 19/4/2007

Sono fiducioso di aver raggiunto livelli di capitale sufficienti a permettere il pagamento di un dividendo' , ha dichiarato Castagna.
Rispetto al prezzo di borsa di oggi pari a 2,13 euro (+0,9%), i 30 centesimi rappresentano il 14%. Non si sa tuttavia quale percentuale di utile sara' posta in pagamento, in caso il programma possa essere attuato.



Ci penseremo meglio

14202 di 15731 - 07/11/2019 14:58
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: maurizio5 - Post #14201 - 07/Nov/2019 13:50

Sono fiducioso di aver raggiunto livelli di capitale sufficienti a permettere il pagamento di un dividendo' , ha dichiarato Castagna.Rispetto al prezzo di borsa di oggi pari a 2,13 euro (+0,9%), i 30 centesimi rappresentano il 14%. Non si sa tuttavia quale percentuale di utile sara' posta in pagamento, in caso il programma possa essere attuato.

Ci penseremo meglio



Toh!
Ma davvero sto fenomeno di Ad pensa che abbiano tutti l'anelo al naso?
Il capitale sociale di Bami è suddiviso in oltre 1 Miliardo e 500 milioni di azioni.
TRENTA centesimi ad azione fanno quasi 500 MIIONI di dividendo.
Ora, se l'utile a fine anno lo prevedono attorno ai 500 Milioni, cosa farà, lo distribuirà tutto in dividendi? Se lo può permettere?
O sta spargendo il miele per catturare le mosche?
Da monitorare le pnc Consob su Bami oggi e domani.
Voglio capire se la linea la detta lui o gli shortisti.
14203 di 15731 - 07/11/2019 15:06
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: soldatinokingdartagnan - Post #14182 - 06/Nov/2019 19:00Conti in linea con le previsioni.
Sposterei l'attenzione sulla possibile distribuzione di un dividendo.
30 centesimi di euro, con una quotazione a 2,12€ per azione equivarrebbe ad un rendimento lordo oltre il 14%. E a 3€ scenderebbe ad un onorevolissimo 10%.
Sarà in grado di tener fede a tale promessa?



Lo avevo postato ieri sera.
Io non credo alle parole di Castagna. Ha preso per il culo il suo azionariato per troppo tempo. Le quotazioni attuali sono ridicole se confrontate ai 12 € che risulterebbero dalla media ponderata di BPM e BP al 27/7/2015.
E a marzo 2016 il valore era di 6,30€.
E' finito il tempo delle fesserie. Pensasse a lavorare per riportare il titolo a quotazioni decenti se ne fosse capace.
Di sicuro in questi anni i suoi emolumenti sono cresciuti, proprio perché non c'è stato nessuno che sia andato a chiedergliene conto.
14204 di 15731 - 07/11/2019 16:08
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
In una giornata così un’azione normale con i risultati di ieri e gli short in riduzione faceva almeno +4 Castagna spiega bene le cose
14205 di 15731 - 07/11/2019 16:11
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Parla il fondatore di Revolut: “Le banche ridevano di noi, ora vogliono copiarci. Solo le grandi sopravvivranno”

Le banche? “I loro profitti sono destinati a calare. Le più grandi sopravvivranno, le altre no“. Nik Storonsky, 35 anni, fondatore e amministratore delegato di Revolut, è un imprenditore con pochi fronzoli. Non ama sprecare le parole e sceglie con cura ogni frase per andare dritto al punto. Rifugge dagli inutili bizantinismi e non nasconde gli ambiziosi obiettivi della società che punta a raccogliere 1,5 miliardi di dollari tra equity e prestiti convertibili per diventare la più grande fintech d’Europa: “Siamo nati quattro anni fa e abbiamo oltre 8 milioni di clienti, in Italia ne abbiamo 300mila ma arriveremo a mezzo milione prima di fine anno. Puntiamo a un milione per il 2020 e quota 5 milioni in cinque anni. Il trend è segnato”.

La nascita di Revolut fu segnata da una vera e propria dichiarazione di guerra al mondo bancario, ora i toni sono cambiati, ma l’obiettivo è lo stesso: rivoluzionare il mercato per “mettere il cliente sempre al centro. Abbiamo la licenza bancaria e aumenteremo sempre di più i nostri servizi, ma non vogliamo creare inutili strutture. Per noi è fondamentale far risparmiare i nostri utenti fornendo loro quello di cui hanno bisogno”.

D’altra parte quattro anni fa era difficilmente immaginabile che il mondo bancario si sgretolasse così velocemente sotto i colpi dei tassi negativi e dell’intero comparto fintech. Eppure sta accadendo veramente: “Prima le banche ridevano di noi, poi hanno cercato di copiarci. E alla fine si sono rese conto che non riescono a farlo perché i loro processi sono troppo lunghi”.
Leggi anche Revolut dichiara guerra alle banche: “Si sono arricchite impoverendo i clienti. Cambieremo tutto”
Al di là dell’intuizione di successo di Storonsky – che ha scommesso sulla quantità delle transazioni riducendone drasticamente i costi per l’utente finale -, una delle chiavi del successo di Revolut è la velocità di pensiero e d’azione: “Cinque anni fa il mercato era una prateria, chiunque poteva entrare e provare a lanciare la sua fintech. Oggi, lo scenario è completamente cambiato. Ci sono barriere all’ingresso che una volta non esistevano perché chi è partito con noi è molto avanti. E per una start up sarebbe quasi impossibile colmare il divario”.

Motivo per cui l’imprenditore non sembra preoccupato dalla marginalità negativa di Revolut: “Il core business è già in utile, ma abbiamo deciso di continuare a investire molti soldi sulla crescita dell’azienda. Adesso non è importante fare profitti. Esattamente come è successo con Amazon”. Come a dire che la raccolta di denaro e gli investimenti degli ultimi mesi sono stati funzionali ad allargare quel divario con eventuali start up che volessero affacciarsi al mercato, ma anche a ridurre la distanza dal mondo delle banche.

Addirittura Storonsky parla di “momento Amazon” per spiegare il cambiamento epocale che sta attraversando il settore bancario: “Quindici anni fa Amazon ha stravolto il mercato del retail. Un sacco di piccoli negozi hanno chiuso e tante grandi catene sono entrate in crisi. E’ la stessa disruption che sta vivendo il comparto finanziario. Oggi i negozi hanno smesso di fare la guerra ad Amazon e ne sfruttano le potenzialità a cominciare dalla sua infrastruttura. Le banche potrebbero fare la stessa cosa. I regolamenti adesso lo permettono. Il futuro è nell’open banking”.

Inoltre, l’ondata fintech ha portato con sé una consapevolezza che una volta i consumatori non avevano “anche perché le banche tendono a nascondere costi e commissioni”. La bandiera della trasparenza che fanno sventolare Revolut e i suoi competitor, da N26 a Satispay fino a Transferwise, ha mostrato a milioni di consumatori in tutta Europa quanti soldi spendevano senza neppure accorgersene in servizi che pensavano fossero gratuiti.

“Ho lavorato come trader – racconta Storonksy -. Ero spesso in viaggio e a un certo punto mi sono messo a calcolare quanto stavo spendendo in commissioni per le transazioni all’estero: erano tantissimi soldi ogni anno. E lo stesso accade per chi vuole fare investimenti: oggi per comprare un titolo quotato a Wall Street bisogna convertire gli euro in dollari, poi c’è la commissione per l’acquisto dell’azione e quella per la vendite e di nuovo la commissione per il cambio da dollari a euro. Ecco, con Revolut tutto questo si avvicina a zero. Per creare cultura finanziaria ci vuole tempo, ma la competizione che abbiamo portato sul mercato aiuta a fare chiarezza”.
E guardando la futuro, il pensiero dell’imprenditore è già rivolto alla Borsa: “Ci quoteremo nel giro di due o tre anni, quando i fondi vorranno uscire. Io, invece, voglio restare alla guida della società. Perché è divertente”. E perché c’è una rivoluzione da portare a termine.




14206 di 15731 - 07/11/2019 16:17
sandocan1 N° messaggi: 5888 - Iscritto da: 19/11/2016
Una miseria oggi....c'è del marcio sotto.....
14207 di 15731 - Modificato il 07/11/2019 16:23
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Tremonti prevede un nuovo ‘Lehman moment’ a breve. E un misterioso investitore scommette su un big short ad aprile

“Metterei anche in conto una crisi come quella iniziata nel 2008. Non essendo state corrette le cause, è molto probabile che torni peggio di prima. Ovviamente ci si augura che non avvenga ma bisogna porsi il problema di cosa può succedere di drammatico”. Parole e musica dell’ex ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervistato da Maria Latella a SkyTg24. E l’ex uomo dei conti di tre governi Berlusconi è indovino non di poco conto, come recita il titolo del suo ultimo libro – Le tre profezie – e come testimoniano alcune previsioni fatte in tempi non sospetti sulle distorsioni in atto nei mercati e poi rivelatesi reali.

Ma cosa può andare fuori giri, al punto da sostanziare un nuovo Lehman moment per il mondo?
I focolai di rischio e contagio potenziale sono molti, così come i tremori che giungono da segmenti misconosciuti e oscuri come l’interbancario o il casinò dei derivati, regno del rischio di controparte e delle palle di neve che divengono valanghe alla velocità della luce. Di fatto, il problema in un mondo dominato dall’onnipresenza della Banche centrali, è paradossalmente sempre legato a un solo concetto: la liquidità. I nomi che tutti fanno, a mezza bocca e negandoli poi in contesti pubblici, sono due.

Soggetti che per esposizione, capacità di contagio e leva sull’effetto domino di controparte potrebbero scatenare qualcosa di sistemico. Appunto, simile al 2008. Ma al di là dei protagonisti diretti, uno dei quali è atteso a un vero e proprio Rubicone il 6 novembre prossimo, con contemporaneità inquietante rispetto alle parole di Giulio Tremonti, qualcuno ha voluto mostrare la sua concordanza di analisi con l’economista valtellinese, passando dalle parole ai fatti.

Qualcuno ha scommesso su un vero e proprio crollo del mercato azionario statunitense entro il prossimo aprile, puntando su un aumento a livelli proprio da default di Lehman del Vix, l’indice di volatilità.

Per capire la magnitudo del tonfo atteso dal misterioso investitore, la scommessa si basa su un blocco da 50.000 opzioni call sul Vix a 65, acquistate a 10 centesimi per un totale di 500mila dollari di investimento. Una mossa che difficilmente sarebbe potuta passare inosservata, visto che il volume di trading put/call sul Vix era ai minimi da luglio e di colpo ha visto le opzioni call (aumento della volatilità) superare le put di qualcosa come 9 a 1 nel computo finale della scorsa settimana.
Alla chiusura del 26 ottobre, l’indice Vix era a 12 e se l’azzardo ribassista dovesse rivelarsi esatto, il balzo atteso dalla volatilità riporterebbe il “misuratore della paura” ai livelli raggiunti nel pieno della grande crisi finanziaria di un decennio fa.

Ovvero, quando arrivò al record di 89.53 nell’ottobre 2008, cinque mesi prima del punto più estremo del crollo dello Standard&Poor’s 500.
In molti sembrano non dare troppo peso al messaggio millenaristico implicito nella scommessa, facendo notare come potrebbe trattarsi di una mossa meramente contrarian in un periodo di tale bonaccia sui mercati da vedere i costi per gli strumenti di protezione a livelli relativamente stracciati.
Insomma, un po’ come buttare 10 sterline sul Leicester campione della Premier dato 100 a 1. Se perdi, di certo non ti arrabbi troppo. E, soprattutto, non ti ritrovi in braghe di tela. Se vinci, però, hai operato lo short dell’anno. Anzi, il nuovo big short.

E a gettare qualche seme di dubbio, ci ha pensato un veterano dei mercati come Maxwell Grinacoff, capo del comparto derivati alla Macro Risk Advisors, a detta del quale la data di scadenza della scommessa fissata in aprile appare molto interessante, in effetti. Questo poiché l’arco temporale che ci divide da oggi potrebbe catturare vari catalizzatori, come l’ingresso in recessione ufficiale, una rottura definitiva dei colloqui Usa-Cina sul commercio o i rischi politici legati alle primarie democratiche per il candidato alle presidenziali Usa e al possibile impeachment di Donald Trump. C’è da sperare, con immutata stima e simpatia per entrambi, che ad aprile il professor Tremonti e il misterioso investitore non si trovino per un brindisi celebrativo. Offerto, nel caso, ovviamente da quest’ultimo.
14208 di 15731 - 07/11/2019 16:30
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
D’accordo
14210 di 15731 - 07/11/2019 17:39
Claudio143 (premium) N° messaggi: 17038 - Iscritto da: 10/1/2012
@soldatino,,,mi permetto..in real time e' una storia bk come tutte del mib..differenza > non ha il piano 2020..> quindi si trada con il vix& altro.. chi pf deve solo aspettare..
14211 di 15731 - 07/11/2019 18:37
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: claudio143 - Post #14210 - 07/Nov/2019 16:39@soldatino,,,mi permetto..in real time e' una storia bk come tutte del mib..differenza > non ha il piano 2020..> quindi si trada con il vix& altro.. chi pf deve solo aspettare..



L'articolo sul Vix non è un'indicazione di trading.
Oggi, dopo una trimestrale "normale" e l'annuncio di una volontà a distribuire dividendo le pnc su BAMI, comunicate da Consob, sono scese dal 4,04 al 3,98%.
Cioè NIENTE, perché restano nascoste sotto o 0,50%.
Ecco, fino a quando il piano industriale non verrà presentato ci saranno ancora terremoti sulla quotazione di questo titolo. Il 4% in chiaro corrispondono a circa 60 MILIONI di azioni in ostaggio degli shortisti. Alle quali ne aggiungerei un'altra quarantina di milioni, minimo, per fare cifra tonda 100.
Con le notizie odierne sono state movimentati 36 milioni di titoli e spiccioli.
Mancano tre mesi alla presentazione del piano industriale.
Ne sono passati meno di tre dal minimo annuale, forse storico a 1,5825.
Io credo che punterà di nuovo in basso e tale fatto è giustificato dalla mole di titoli in ostaggio.
14212 di 15731 - 07/11/2019 18:48
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Tre pericoli si addensano sui mercati azionari:
DERIVATI. La massa in circolazione ammonterebbe a 2,2 Milioni di Miliardi di euro. Cifra pari a 28 volte il PIL mondiale.
SHADOW BANKING. Le banche ombra dei paradisi fiscali che gestiscono circa 54.000 MILIARDI DI EURO.
TASSI NEGATIVI. Che stanno mandando in tensione i bilanci bancari.

A gennaio la BCE ripeterà gli stress test. Con quali variabili da affrontare e superare? Terranno conto dei tassi negativi, oggi più minacciosi degli NPL?
E delle società Fintech, quelle che operano sul web senza quelle strutture fisiche costose delle banche tradizionali e senza personale?

L’autorita' bancaria europea ha reso notti oggi la metodologia finale e le bozze di modelli per lo stress test a livello UE per il 2020 insieme alle tappe fondamentali delle simulazioni.
La metodologia e i modelli coprono tutte le aree di rischio rilevante e recepiscono il feedback ricevuto durante la discussione con il settore bancario nell’estate 2019.
Come nel 2018, lo stress test a livello UE per il 2020 e' un esercizio svolto “dal basso verso l’alto” con vincoli precisi, tra cui un’ipotesi di bilancio statico.
La simulazione si concentra principalmente sulla valutazione dell’impatto dei fattori di rischio sulla solvibilita' delle banche. Quest’ultime sono tenute a sottolineare una serie comune di rischi (rischio di credito, comprese le cartolarizzazioni, rischio di mercato, rischio di credito della controparte e rischio operativo).
Inoltre, agli istituti di credito viene richiesto di proiettare l’impatto degli scenari sul margine di interesse e di specificare i profitti, gli investimenti e le voci di capitale non coperte da altre tipologie di rischio.
La bozza dei modelli puo' ancora subire leggere modifiche tecniche prima della pubblicazione finale.
La prima presentazione dei risultati dell’EBA e' fissata all’inizio di aprile 2020; la seconda a meta' maggio 2020 e quella finale a meta' luglio 2020.
14213 di 15731 - 07/11/2019 19:28
Claudio143 (premium) N° messaggi: 17038 - Iscritto da: 10/1/2012
..@soldatino ....mi permetti..by mio post vix..e da te non in linea ... il post tuo ..rileggi..e' tradotto in VIX..

tks
14215 di 15731 - 08/11/2019 07:38
Vshare N° messaggi: 5907 - Iscritto da: 06/8/2014
. Rialzo dello 0,9% per Banco BPM che riavvicina i massimi annui toccati a metà ottobre. Il terzo trimestre 2019 della banca si è chiuso con un utile netto pari a 93,3 milioni, superiore alle attese che erano ferme a 83,2 mln (consensus Bloomberg). Il ceo Giuseppe Castagna ha aperto al ritorno del dividendo. “La fiducia del management sulla ritrovata sostenibilità della redditività è confermata dal soft commitment sul pagamento di un dividendo cash sull’utile 2019”, affermano da Equita confermando il giudizio buy con target price a 2,80 euro. In base ai calcoli di Equita, con un payout sostenibile (<40%) Banco BPM potrebbe offrire un dividend yield superiore al 6% che dovrebbe sostenere un ulteriore re-rating del titolo. Molto be
14216 di 15731 - 08/11/2019 12:39
Vshare N° messaggi: 5907 - Iscritto da: 06/8/2014
Se arriverà mai a 2,3/4 sarà solo per merito indice , per inerzia.
14218 di 15731 - 08/11/2019 15:06
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
Un vero schifo, Ubi non ha risultati eccellenti ma noi sì e allora? Giù di bestia. Che inciuci schifosi Castagna a casa subito
14219 di 15731 - 08/11/2019 15:39
mxpcustom N° messaggi: 29 - Iscritto da: 22/2/2008
Ma se è il primo che si arricchisce alla faccia nostra confounded
14220 di 15731 - 08/11/2019 16:50
Vshare N° messaggi: 5907 - Iscritto da: 06/8/2014
Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Francoforte, - Le banche potrebbero vedersi imporre nuovi buffer di capitale per far fronte all'attuale contesto macroeconomico. Una frase pronunciata dal vice presidente della Bce, Luis de Guindos, apre la strada, con il condizionale, a questa ipotesi. 'Nella situazione attuale e' legittimo chiedersi se il settore bancario abbia sufficienti riserve di capitale che possono essere rese disponibili. Anche se consideriamo appropriato l'attuale livello di capitale, sembra ci sia spazio per avere una maggiore quota di capitale in forma di buffer da rendere disponibili. Se guardiamo in giro nel mondo - aggiunge il banchiere centrale spagnolo - altre autorita', ad esempio negli Usa e in Gran Bretagna, aggiunge parlando al Forum Bce sulla supervisione , stanno facendo le stesse valutazioni'.
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