micio79
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43 di 494-11/5/2017 11:080
maurizio5
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Ha tenuto il primo supporto 4,67
44 di 494-11/5/2017 14:380
micio79
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4.676 integrato
45 di 494-11/5/2017 15:490
maurizio5
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NN ho capito quale gioco stanno facendo aspetto i supporti
48 di 494-15/5/2017 20:490
micio79
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50 di 494-17/5/2017 09:050
mirkomil
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Devono chiudere gap
54 di 494-24/5/2017 18:510
micio79
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H1
55 di 494-25/5/2017 09:070
gaio2
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Entrato ieri a 4.62...si va a 5euro fine mese?vedrem e sperem
57 di 494-25/5/2017 19:170
Giusmil
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58 di 494-28/5/2017 09:320
GIOLA
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La mossa di Cimbri spezza il sogno di Creval la fusione con Bper torna in alto mare
L’ACQUISIZIONE DA PARTE DI UNIPOL DEL 9,9 PER CENTO DELLA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA SEMBRA CAMBIARE LO SCENARIO DELLE FUSIONI FRA BANCHE COOPERATIVE: IL CREDITO VALTELLINESE SEMPRE PIÙ SOLO DOPO IL RIFIUTO DI SONDRIO
di Marco Frojo
Fino a non molte settimane fa la fusione fra il Credito Valtellinese (Creval) e Bper Banca sembrava destinata ad essere la prossima operazione di rilievo nel processo di consolidamento del sistema bancario italiano. Negli ultimi dieci giorni, però, le cose si sono complicate non poco. Unipol, che con Bper ha una parternship per la distribuzione delle polizze assicurative, è salita dal 5 per cento al 9,9 per cento nell’azionariato dell’istituto con sede a Modena, lasciando per ora molti osservatori in dubbio sulle sue reali intenzioni.
Il numero uno della compagnia assicurativa di Bologna, Carlo Cimbri, ha spiegato che si tratta solo di un investimento finanziario e che la “quota stabile” resta l’originario 5% ma questa precisazione non è servita a mettere a tacere i rumor che vedrebbero Unipol interessata a fondere il proprio istituto, Unipol Banca, proprio con la Bper. E neppure è bastata la smentita dell’ad Alessandro Vandelli la settimana scorsa.
Del resto, Cimbri non ha mai fatto mistero che uno dei suoi obiettivi è quello di far uscire Unipol Banca, la creatura creata molti anni fa dal precedente amministratore delegato, Giovani Consorte, dal perimetro del gruppo assicurativo.
Al tempo stesso, Cimbri si è detto più volte disposto a entrare con una quota nel Risiko delle popolari. Cosa adesso effettivamente avvenuta con una stake di rilievo in Bper. In ogni caso, anche se corrispondesse a verità l’interesse esclusivamente finanziario del recente acquisto di azioni, una presenza così ingombrante come quella di Unipol rappresenterebbe un ostacolo non da poco per la possibile fusione fra il Credito valtellinese e Bper.
Senza dimenticare che Unipol Banca ha sì mostrato un miglioramento dei conti rispetto al passato e appare oggi più stabile, ma resta comunque un player troppo piccolo per andare avanti da solo e per di più gravato da molte sofferenze. Lo stesso Cimbri, in occasione della presentazione dei risultati del 2016, ha prospettato la possibilità di creare una bad bank per i non performing loan che, una volta fatti uscire dal bilancio della banca, potrebbero consentirle di convolare a nozze. Alcuni analisti hanno sottolineato le criticità dell’eventuale fusione fra Bper e Unipol Banca.
Per Mediobanca, l’istituto di Modena dovrebbe prendere in considerazione l’operazione solo se Unipol tenesse in pancia più del 50 per cento degli Npe (esposizione agli asset non performing) di Unipol Banca: “Il deal sarebbe modestamente diluitivo pur in presenza di ipotesi rosee sui profitti futuri di Unipol Banca. Vediamo, quindi, un’unione con Unipol Banca come non ideale per Bper”. Anche gli esperti di Equita si esprimono sulle sofferenze di Unipol Banca: “No comment su Unipol Banca, secondo noi senza sofferenze e a prezzo simbolico il deal è neutrale per Bper con 80 milioni di sinergie raggiungibili”. Va però anche sottolineato che sia Mediobanca che Equita sono state di recente nominate advisor da Creval per “analizzare le opzioni strategiche”, ovvero per trovare un partner all’istituto.
Dopo aver a lungo valutato la possibilità di unirsi con la Popolare di Sondrio - progetto poi tramontato per il deciso no di quest’ultima, decisa a seguire la strada stand alone - il Credito valtellinese ha deciso di accelerare sul fronte del consolidamento e, come appena visto, Bper sembrava l’ipotesi più concreta. E questo nonostante Bper sia grande più del doppio in termini di attivi e ben sei volte in termini di capitalizzazione borsistica.
Fra le tante indiscrezioni che sono circolate in questi mesi c’è, tra l’altro, anche quella di una fusione a tre con il coinvolgimento anche della Popolare di Sondrio. Quest’ultima è stata quella che ha avuto la performance migliore in Borsa, mentre per gli altri due istituti le indiscrezioni sulle possibili alleanze hanno pesato sulle quotazioni. La Banca Popolare di Sondrio, che capitalizza 1,6 miliardi di euro, viene scambiata oggi a 3,5 euro contro i 3,1 euro dell’inizio dell’anno e i 3 euro di dodici mesi fa.
Il Credito Valtellinese ha invece iniziato il 2017 a 3,9 euro e oggi ne vale 3,2, un valore molto lontano dai 5,5 euro di un anno fa che le assegna una capitalizzazione di mercato pari a 365 milioni. Bper, infine, è in calo rispetto all’inizio dell’anno - valeva 5,3 euro ed è scesa a 4,6 euro mentre su un orizzonte temporale di dodici mesi è sostanzialmente invariata (la sua capitalizzazione è di circa 2,2 miliardi).
La Popolare di Sondrio è stata premiata dagli investitori soprattutto per il buon andamento dei conti: nel primo trimestre del 2017 ha fatto registrare un utile netto di 29,5 milioni (+33,42 per cento) e sofferenze in calo (sono ora l’8,91 per cento del totale dei crediti erogati). Bper, che ha nel frattempo comprato Cariferrara (una delle quattro banche fallite a fine 2015), ha invece visto l’utile dimezzato a 17,3 milioni di euro.
Anche il Creval, infine, ha dovuto fare i conti con un utile dimezzato (a 5 milioni), mentre qualche buona notizia è arrivata dai crediti in sofferenza che hanno mostrato un leggero miglioramento. Esattamente come avvenuto in casa Bper.