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Saudi Aramco taglia i prezzi del petrolio in Europa e negli Stati Uniti nel tentativo di riconquistare quote di mercato

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Saudi Aramco taglia i prezzi del petrolio in Europa e negli Stati Uniti nel tentativo di riconquistare quote di mercato© Invezz - IT

Il produttore statale Saudi Aramco ha aumentato il prezzo di vendita ufficiale del suo principale greggio Arab Light per gli acquirenti in Asia e ha ridotto le tariffe per Europa e Stati Uniti.

Le divergenti opinioni sui prezzi nelle diverse regioni indicano squilibri locali nel mercato del petrolio.

Secondo un rapporto di Bloomberg, la compagnia statale saudita Saudi Aramco ha aumentato il prezzo ufficiale del petrolio greggio di 0,90 dollari al barile per gli acquirenti in Asia per novembre.

Tuttavia, il Regno ha tagliato i prezzi di 0,90 dollari al barile per tutte le qualità di petrolio destinate all’Europa e agli Stati Uniti per gli sbarchi di novembre.

ING Group ha dichiarato in un rapporto che i prezzi sono stati tagliati per riconquistare quote di mercato in queste due regioni.

I prezzi elevati per l’Asia suggeriscono una domanda più elevata

Poiché l’Arabia Saudita ha aumentato i prezzi delle sue esportazioni di petrolio verso l’Asia, il Regno spera che la domanda nella regione possa aumentare nel prossimo mese.

Negli ultimi mesi il mondo è preoccupato per la crescita della domanda di petrolio da parte della Cina.

Il gigante asiatico resta il maggiore importatore di petrolio.

Secondo il World Oil Outlook 2024 dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, si prevede che India, Cina e altri paesi asiatici saranno i principali produttori di petrolio greggio tra il 2023 e il 2050.

Il rapporto sostiene che la domanda di petrolio dell’India probabilmente crescerà di 8 milioni di barili al giorno nel periodo 2023-2050. La crescita della Cina sarà di 2,5 milioni di barili al giorno.

Sia l’India che la Cina rappresenteranno circa la metà della crescita della domanda di petrolio da parte di Asia, Africa e Medio Oriente nei prossimi 27 anni.

La domanda dei paesi OCSE diminuirà

La decisione dell’Arabia Saudita di ridurre i prezzi delle esportazioni di greggio verso Europa e Stati Uniti è dovuta a due motivi principali: una domanda più bassa e la riconquista di quote di mercato.

Il Regno ha aderito a tagli consistenti alla produzione come parte del suo accordo con l’OPEC+. Oltre a ciò, il paese ha anche tagliato volontariamente la produzione di petrolio di un ulteriore milione di barili al giorno dalla fine dell’anno scorso.

Ciò ha intaccato la quota di mercato complessiva del paese mediorientale, in particolare rispetto al mondo occidentale.

ING Group ha affermato in un rapporto:

I prezzi OSP (prezzo ufficiale di vendita) per tutte le qualità destinate all’Europa hanno subito tagli di 0,9 $ USA/barile per i carichi di novembre, probabilmente nel tentativo di riconquistare quote di mercato nel mercato europeo.

Inoltre, l’OPEC prevede che la domanda di petrolio nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) diminuirà nei prossimi due decenni.

Secondo i dati dell’OPEC, la domanda di petrolio nei paesi OCSE sarà di 35,6 milioni di barili al giorno entro il 2050, una cifra notevolmente inferiore ai 45,7 milioni di barili al giorno previsti per il 2023.

Il greggio Brent si avvicina agli 80 dollari al barile

I prezzi del petrolio hanno continuato la loro corsa allegra della scorsa settimana, mentre aumentano le preoccupazioni circa un conflitto in Medio Oriente più violento.

Secondo quanto riportato dai media, lunedì i razzi lanciati dall’organizzazione terroristica Hezbollah sostenuta dall’Iran hanno colpito Haifa, in Israele.

Gli operatori economici ritengono che Israele potrebbe attaccare gli impianti petroliferi dell’Iran, il che potrebbe causare la perdita di circa il 4% delle riserve mondiali di petrolio.

Al momento in cui scriviamo, il greggio Brent era in rialzo del 2%, attestandosi a 79,60 dollari al barile.

Sembra che i prezzi supereranno gli 80 dollari al barile per la prima volta dal 30 agosto, mentre le tensioni in Medio Oriente continuano ad aumentare.

Petrolio, Goldman: capacità globale limita rialzo prezzi da tensioni Israele-Iran

In assenza di gravi interruzioni dell'approvvigionamento di petrolio in Medio Oriente, Goldman Sachs continua ad aspettarsi che il Brent venga scambiato nell'intervallo 70-85 dollari al barile e prevede un prezzo medio di 77 dollari al barile per il quarto trimestre 2024 e 76 dollari al barile per il 2025. Ciò riflette le ipotesi di un'offerta iraniana pressoché invariata a 3,4 mb/d fino al 2025 e tre mesi di aumenti della produzione OPEC+ a partire da dicembre 2024.

Oltre alla risposta iniziale di Israele all'attacco missilistico di martedì da parte dell'Iran, gli investitori sono concentrati sul rischio che Israele e Iran possano entrare in un ciclo di attacchi di ritorsione che potrebbero degenerare in un conflitto più ampio, con possibili conseguenze per l'approvvigionamento petrolifero regionale. .

Secondo la banca d'affari statunitense, gli investitori sono concentrati su tre principali scenari ipotetici: danni alle infrastrutture petrolifere iraniane; rafforzamento dell'applicazione delle sanzioni secondarie; interruzione più ampia delle forniture petrolifere regionali.

Goldman Sachs stima che la produzione di greggio iraniana sia aumentata di circa 1 mb/d negli ultimi 2 anni a 3,5 mb/d e che produca anche circa 0,8 mb/d di condensati. L'Iran esporta quasi la metà della sua produzione nazionale di greggio (principalmente in Cina), mentre i condensati sono ampiamente utilizzati a livello nazionale. Le esportazioni dell'Iran sono altamente concentrate nel terminal di esportazione dell'isola di Kharg..