Notizie:fiat: Industria Auto Italiana Al Punto Di Non Ritorno (Ft)

- 01/7/2010 11:12
emanuelec


ROMA (MF-DJ)--"L'industria automobilistica britannica e' stata praticamente distrutta 30 anni fa dagli impropri comportamenti delle associazioni sindacali. Oggi e' nuovamente forte, ma non ci sono piu' grandi produttori automobilistici 'british'. Le case automobilistiche sono in mano a gruppi stranieri, che si sono assicurati nel tempo relazioni costruttive con i loro lavoratori. Ora L'Italia affronta una situazione simile 30 anni dopo".



Lo scrive oggi Paul Betts sul Financial Times, sottolineando che "la situazione in Italia ora sembra aver raggiunto un punto di non ritorno. Fiat ha lanciato un ultimatum ai sindacati". Il caso e' quello dello stabilimento campano di Pomigliano d'Arco, "un impianto che attualmente opera a circa il 25% della capacita'", in cui "l'assenteismo e' una pratica diffusa", ma che il Lingotto pensa di impiegare per la produzione della nuova Panda, con investimenti per 700 milioni di euro. Tuttavia, "se Pomigliano sara' parte della nuova Fiat, dovra' essere produttivo come quegli impianti Fiat negli altri Paesi come la Polonia, in cui la Panda viene attualmente prodotta".



La proposta della Fiat ai sindacati e' stata firmata da alcuni di essi e approvata dal 62% dei lavoratori, ma "per Fiat non e' sufficiente". Il Lingotto sta dicendo ai sindacati italiani che "se da un lato sta facendo tutto il possibile per mantenere l'Italia al centro della sua strategia -prosegue Betts- dall'altro non intende sacrificare il futuro dell'azienda per assecondare i capricci e il malcostume di un arcaico sistema di lavoro". L'alternativa c'e', per la Fiat, ed e' andare all'estero, "riportare in Polonia, o in Serbia, la nuova Panda".



Per Paul Betts, "se Fiat alla fine decidera' di dare seguito alla sua minaccia di portare piu' produzione fuori dall'Italia, nessuno nel Paese potra' lamentarsene. Non e' una semplice minaccia". red/ren








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1 di 3 - 01/7/2010 11:12
emanuelec
Ovviamente la Fiat è libera di produrre dove preferisce, ma almeno abbia la cortesia di non chiedere sovvenzioni, incentivi a noi italiani.
Se ricevi contributi, sovvenzioni, sconti (che poi paghiamo noi tutti) sulle rottamazioni, e ti sta bene, beh allora produci in Italia.
2 di 3 - 01/7/2010 11:50
PPSS1946
la maggior quota delle incentivazioni (70%) è andate a case estere.
l'italia purtroppo non è un paese nichilista come la francia ed altri. comunque dopo il teatro della FIOM quasi nessuno del nord comprerà mai auto fatte a pomigliano.
dalla gruber sulla la7 un polacco importate ha detto testuale: la fiat va a pomigliano?? mi fa pena.
3 di 3 - 25/10/2010 17:13
cavallo4
prova qualcuno ad aprire un'impresa con il 50% di assenteisti per vedere una partita, se fosse un'azienza cosidettta privata avrebbe chiuso prima,
ma pero non è una cosa solo del sud, quando lavoravo alla zoppas,per la vendemmia dovevano chiudere delle linee di produzione, ma per un periodo lungo di circa un mese, vai a dirlo tu ai sindacati, che hai del lavoro da fare...
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