La tegola giudiziaria caduta sulla testa di Mauro Moretti

a Viareggio complica la strategia avviata dal Governo sulle nomine nelle

partecipate statali.

Il manager romagnolo, scrive Repubblica, per quanto ben visto dagli

investitori dopo la ristrutturazione di Leonardo (ex Finmeccanica), sarà

difficilmente ricandidato dopo la condanna in primo grado a sette anni per

disastro ferroviario, relativo al suo passato in Fs. Così la parola

d'ordine "continuità" sulle poltronissime di Eni, Enel, Terna, Leonardo,

Poste I., che Matteo Renzi e il governo avevano pronunciato, rischia ora

di trasformarsi nella "maggiore continuità possibile". Con l'effetto che

il puzzle di nomi, che il Renzi rottamatore impose tre anni fa come primo

atto forte della sua stagione, potrebbe sfilacciarsi. Oggi il segretario

del Pd e i suoi fedelissimi a palazzo Chigi sono più intendi a difendere i

"loro" nomi del 2014, parando i colpi dell'opinione pubblica, degli

investitori, e delle rivalità tra manager.

I partiti sono in fermento per capire se ci saranno le elezioni in

estate. Il Governo ha comunque avviato la partita delle nomine. Partita di

riequilibri di potere. La decisione di anticipare tutte le date delle

assemblee in cui le aziende a controllo pubblico rinnovano i cda è il

segno che le nomine si vogliono rapide e senza strappi. Soprattutto per

non lasciarle ad altre maggioranze politiche. La legge vuole che le liste

dei nuovi consiglieri siano depositate 25 giorni prima di riunire i soci:

il 19 marzo per Eni, mentre per quasi tutte le altre ci sono due mesi di

tempo. I casi più delicati riguardano Leonardo ed Eni e sono entrambi di

natura giudiziaria. Su Descalzi pesa l'ombra della corruzione

internazionale e a quella poltrona punta Francesco Starace, attuale a.d.

Dell'Enel al cui posto potrebbe andare l'attuale a.d. Di Terna, Matteo Del

FAnte, ben visto dalla Cdp oppure l'a.d. di Enel Green Power, Francesco

Venturini. Un altro manager in asse con la Cdp che punta al posto di

Descalzi è l'a.d. Di Snam, Marco Alverà.

In Leonardo, invece, l'unico successore interno cui si dà qualche chance

è Fabrizio Giulianini, capo del settore Elettronica, difesa e sistemi.

Potrebbe valere di più l'idea di un manager politico come Domnico Arcuri

(Invitalia) o di uno esterno rodato come Francesco Caio, a.d. Di Poste I.,

che però ha da fare alle Poste in una fase in cui il mercato gradirebbe

continuità in vista del collocamento della seconda tranche in Borsa.,

atteso in primavera-estate.

red/alu

 

(END) Dow Jones Newswires

February 02, 2017 03:42 ET (08:42 GMT)

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