Avio: liberalizzazione dei razzi è occasione (Mi.Fi.)
13 Novembre 2023 - 10:09AM
MF Dow Jones (Italiano)
ROMA (MF-NW)--Qualche sussulto nelle ultime settimane c'è stato,
come il +5,6% del 2 novembre. Ma il bilancio dell'ultimo anno di
Avio in borsa parla di un -30%. Il calo più forte della società
aerospaziale italiana dei lanciatori (i razzi che mandano i
satelliti in orbita) è quello del 21 dicembre scorso, dopo il
fallimento di una missione per un'anomalia del lanciatore Vega C.
Per gli analisti le prospettive miglioreranno dal 2024, con Banca
Akros che vede le vendite a 410 milioni di euro dai 345 milioni del
2023, scesi dai 357 milioni del 2022. Avio mantiene comunque una
posizione di forza.
Senza i suoi razzi, scrive MF- Milano Finanza, l'industria
aerospaziale europea non esisterebbe: oltre a produrre il
lanciatore Vega (per i satelliti medio-piccoli), l'impresa diretta
dal ceo Giulio Ranzo costruisce alcuni dei motori di Ariane
(satelliti di grandi dimensioni), l'altro razzo europeo
dell'azienda di trasporto spaziale a guida francese Arianespace. Di
conseguenza l'Esa continua a finanziare Avio, che per gli analisti
avrebbe ricevuto finora circa 1,37 miliardi di commesse. Secondo
gli esperti, i fallimenti di alcune missioni non devono preoccupare
perché sono comuni, come dimostra il forfait di aprile della SpaceX
di Elon Musk. Rispetto ai rivali, anzi, Avio è un campione di
affidabilità: prima dell'anomalia di Vega C aveva azzeccato 17
lanci consecutivi.
Il problema è che i tempi in Europa restano biblici, anche per
eccesso di burocrazia. Il primo lancio di Ariane 6 è stato rinviato
al 2024 mentre Vega C ripartirà solo alla fine dell'anno prossimo.
Ecco perché l'intesa raggiunta all'Esa tra Francia, Italia e
Germania potrebbe rivelarsi decisiva per Avio.
«Il settore dei lanciatori si sta progressivamente aprendo a una
maggiore concorrenza per supportare l'autonomia europea di accesso
allo spazio e stimolare l'iniziativa privata», spiega Rocco
Pellegrini, responsabile dell'ufficio programmi di trasporto
spaziale dell'Asi.
Finora il sostegno è arrivato solo dal settore pubblico, un
limite che impedisce di avvicinarsi agli Usa, dove invece i privati
sono determinanti. L'Europa lo ha capito, spinta da alcuni Stati
membri. «Non avendo ancora un proprio lanciatore, come Francia e
Italia, è soprattutto la Germania a puntare sulle aperture alla
concorrenza. Con tempo e investimenti adeguati, l'obiettivo è che
il moltiplicarsi di attori privati porti a una riduzione del
contributo pubblico».
Certo, per Avio la concorrenza sarà un problema, ma l'azienda ha
ricevuto delle rassicurazioni. Come l'incremento dei progetti
istituzionali e l'assegnazione di una nuova pista di lancio, che
aumenterà i volumi. Ma Avio, soprattutto, potrà commercializzare i
suoi razzi da solo, svincolandosi da Arianespace e accrescendo i
margini.
Certo, è un vantaggio non immediato, anche perché il portafoglio
ordini di Vega C raccolto da Arianespace copre i lanci fino al
2028. Quindi nel breve le prospettive del titolo restano limitate
(le azioni scambiano a circa 7,6 euro). Ma gli esperti rassicurano
perché non vedono rischi sui prossimi conti. Per il rilancio del
titolo, però, l'ebitda margin dovrà tornare a due cifre (era al 6%
nel 2022) con una spinta dei volumi (almeno 500 milioni di ricavi).
La svolta potrebbe darla Vega E, il nuovo razzo in grado di sfidare
Ariane, che però sarà pronto tra alcuni anni.
alu
fine
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1309:53 nov 2023
(END) Dow Jones Newswires
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