Metinvest: Ryzhenkov(ad), pronti a investire su acciaio in Italia (Sole)
26 Aprile 2023 - 10:03AM
MF Dow Jones (Italiano)
Dell'Azovstal, fino a poco più di un anno fa tra i più grandi
impianti siderurgici europei, restano oggi solo gli scheletri
metallici. La Metinvest, che ha perduto l'acciaieria di Mariupol
dopo la resa dei militari ucraini che vi si erano asserragliati per
respingere l'assedio russo, sta cercando di trovare un difficile
equilibrio finanziario e di riposizionarsi dal punto di vista
industriale guardando anche a nuovi investimenti, scrive il Sole 24
Ore. L'amministratore delegato, Yuriy Ryzhenkov, in coincidenza con
la Conferenza bilaterale sulla ricostruzione, è a Roma, dove ha
appena incontrato il ministro degli Affari esteri e vicepremier
Antonio Tajani.
Qual è la situazione del gruppo a oltre un anno dall'inizio
dell'attacco russo?
Stiamo stabilizzando la situazione, soprattutto per quanto
riguarda i nostri asset internazionali, Italia in testa, dove la
produzione è ripresa. Stiamo ridisegnando la logistica e la supply
chain dei nostri due stabilimenti in Italia (Trametal e Ferriera
Valsider) e quello nel Regno Unito, che ora funzionano normalmente.
E abbiamo stabilito nuove fonti di approvvigionamento: ad esempio,
ora il carbone proviene dalle miniere degli Stati Uniti, che ci
sostengono regolarmente. In Ucraina la situazione è ovviamente un
po' più difficile, poiché abbiamo temporaneamente perso il
controllo dei nostri due grandi impianti di Mariupol (Azovstal e
Ilyich), e anche in termini di logistica e forniture di energia
elettrica, ma la produzione di acciaio è al 60-75%, le nostre
miniere di minerale di ferro operano tra il 35 e il 40%.
Quanto sono state pesanti le ripercussioni della guerra sulle
vostre attività in Italia?
Siamo presenti in Italia da 15 anni, da quando Metinvest aveva
acquistato Trametal della famiglia Malacalza. Non è mancata la
domanda perché l'Italia è un importatore netto di acciaio ed il
nostro mercato chiave dopo l'Ucraina. La produzione dei nostri due
stabilimenti italiani, che si trovano nel Nord Est, dopo lo stop
dello scorso aprile è ripresa a un ritmo sostenibile anche grazie a
forniture di produttori terzi.
Si era parlato di un vostro possibile investimento diretto in
Italia in partnership con la friulana Danieli. Ci state
lavorando?
Siamo sempre interessati ad aumentare le nostre attività e
operazioni in Italia. Metinvest sta seriamente valutando la
possibilità di creare un complesso industriale in Italia che
potrebbe completare il ciclo di semilavorati realizzati in Ucraina,
producendo coils che possono essere utilizzati dall'indotto
italiano. Ricordo che attualmente le industrie italiane sono
costrette ad acquistare fino a 6 milioni di tonnellate di coils sul
mercato internazionale.
Dove potrebbe essere localizzato l'impianto?
Stavamo conducendo diverse discussioni per costruire un nuovo
stabilimento a Ravenna, adesso un'opzione in esame è San Giorgio di
Nogaro (Udine). Queste sono tutte cose a cui stiamo seriamente
pensando e ne stiamo parlando con le autorità locali. Le date di
inizio non sono ancora note, ma sicuramente ci stiamo lavorando.
Stiamo scegliendo i partner giusti per fare queste operazioni, e
questo contribuirà sicuramente a rafforzare i legami tra Ucraina e
Italia nel prossimo futuro.
Vede possibili sinergie con le imprese italiane che
parteciperanno alla ricostruzione?
Abbiamo espresso al ministro e vicepremier Tajani la nostra
disponibilità. Ci sono opportunità di cooperazione tra il know-how
innovativo delle imprese italiane e le capacità organizzative e
logistiche del nostro gruppo in vari settori, tra cui
infrastrutture, energia, reti ferroviarie e acciaio. Oggi porteremo
all'attenzione dei gruppi di lavoro alcuni progetti in Ucraina in
cui le principali aziende impiantistiche italiane, come Danieli,
potrebbero essere coinvolte. Un'ulteriore sinergia ci può essere
nella fornitura del pellet per il preridotto impiegato nelle
acciaierie "green" per l'alimentazione dei forni elettrici. E anzi
le aziende italiane potrebbero investire in Ucraina in questo
campo. In generale, osservo che l'Ucraina è già candidata
all'adesione all'Ue, il che significa che sta per diventare parte
integrante della Unione sotto molti aspetti, anche nelle catene di
approvvigionamento, ad esempio proprio nell'industria siderurgica e
mineraria o anche nel settore alimentare. Anche per questo penso
che la Ue dovrebbe guardare alla ricostruzione dell'Ucraina come se
già fosse parte del proprio territorio.
red
(END) Dow Jones Newswires
April 26, 2023 03:48 ET (07:48 GMT)
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