Dell'Azovstal, fino a poco più di un anno fa tra i più grandi impianti siderurgici europei, restano oggi solo gli scheletri metallici. La Metinvest, che ha perduto l'acciaieria di Mariupol dopo la resa dei militari ucraini che vi si erano asserragliati per respingere l'assedio russo, sta cercando di trovare un difficile equilibrio finanziario e di riposizionarsi dal punto di vista industriale guardando anche a nuovi investimenti, scrive il Sole 24 Ore. L'amministratore delegato, Yuriy Ryzhenkov, in coincidenza con la Conferenza bilaterale sulla ricostruzione, è a Roma, dove ha appena incontrato il ministro degli Affari esteri e vicepremier Antonio Tajani.

Qual è la situazione del gruppo a oltre un anno dall'inizio dell'attacco russo?

Stiamo stabilizzando la situazione, soprattutto per quanto riguarda i nostri asset internazionali, Italia in testa, dove la produzione è ripresa. Stiamo ridisegnando la logistica e la supply chain dei nostri due stabilimenti in Italia (Trametal e Ferriera Valsider) e quello nel Regno Unito, che ora funzionano normalmente. E abbiamo stabilito nuove fonti di approvvigionamento: ad esempio, ora il carbone proviene dalle miniere degli Stati Uniti, che ci sostengono regolarmente. In Ucraina la situazione è ovviamente un po' più difficile, poiché abbiamo temporaneamente perso il controllo dei nostri due grandi impianti di Mariupol (Azovstal e Ilyich), e anche in termini di logistica e forniture di energia elettrica, ma la produzione di acciaio è al 60-75%, le nostre miniere di minerale di ferro operano tra il 35 e il 40%.

Quanto sono state pesanti le ripercussioni della guerra sulle vostre attività in Italia?

Siamo presenti in Italia da 15 anni, da quando Metinvest aveva acquistato Trametal della famiglia Malacalza. Non è mancata la domanda perché l'Italia è un importatore netto di acciaio ed il nostro mercato chiave dopo l'Ucraina. La produzione dei nostri due stabilimenti italiani, che si trovano nel Nord Est, dopo lo stop dello scorso aprile è ripresa a un ritmo sostenibile anche grazie a forniture di produttori terzi.

Si era parlato di un vostro possibile investimento diretto in Italia in partnership con la friulana Danieli. Ci state lavorando?

Siamo sempre interessati ad aumentare le nostre attività e operazioni in Italia. Metinvest sta seriamente valutando la possibilità di creare un complesso industriale in Italia che potrebbe completare il ciclo di semilavorati realizzati in Ucraina, producendo coils che possono essere utilizzati dall'indotto italiano. Ricordo che attualmente le industrie italiane sono costrette ad acquistare fino a 6 milioni di tonnellate di coils sul mercato internazionale.

Dove potrebbe essere localizzato l'impianto?

Stavamo conducendo diverse discussioni per costruire un nuovo stabilimento a Ravenna, adesso un'opzione in esame è San Giorgio di Nogaro (Udine). Queste sono tutte cose a cui stiamo seriamente pensando e ne stiamo parlando con le autorità locali. Le date di inizio non sono ancora note, ma sicuramente ci stiamo lavorando. Stiamo scegliendo i partner giusti per fare queste operazioni, e questo contribuirà sicuramente a rafforzare i legami tra Ucraina e Italia nel prossimo futuro.

Vede possibili sinergie con le imprese italiane che parteciperanno alla ricostruzione?

Abbiamo espresso al ministro e vicepremier Tajani la nostra disponibilità. Ci sono opportunità di cooperazione tra il know-how innovativo delle imprese italiane e le capacità organizzative e logistiche del nostro gruppo in vari settori, tra cui infrastrutture, energia, reti ferroviarie e acciaio. Oggi porteremo all'attenzione dei gruppi di lavoro alcuni progetti in Ucraina in cui le principali aziende impiantistiche italiane, come Danieli, potrebbero essere coinvolte. Un'ulteriore sinergia ci può essere nella fornitura del pellet per il preridotto impiegato nelle acciaierie "green" per l'alimentazione dei forni elettrici. E anzi le aziende italiane potrebbero investire in Ucraina in questo campo. In generale, osservo che l'Ucraina è già candidata all'adesione all'Ue, il che significa che sta per diventare parte integrante della Unione sotto molti aspetti, anche nelle catene di approvvigionamento, ad esempio proprio nell'industria siderurgica e mineraria o anche nel settore alimentare. Anche per questo penso che la Ue dovrebbe guardare alla ricostruzione dell'Ucraina come se già fosse parte del proprio territorio.

red

 

(END) Dow Jones Newswires

April 26, 2023 03:48 ET (07:48 GMT)

Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Danieli & C Officine Mec... (BIT:DAN)
Storico
Da Apr 2024 a Mag 2024 Clicca qui per i Grafici di Danieli & C Officine Mec...
Grafico Azioni Danieli & C Officine Mec... (BIT:DAN)
Storico
Da Mag 2023 a Mag 2024 Clicca qui per i Grafici di Danieli & C Officine Mec...