SAMARCANDA (MF-NW)--Domani prenderà il via a Samarcanda, in Uzbekistan, la XVI edizione del Forum Economico Eurasiatico. Dal titolo 'L'Eurasia in un mondo che cambia: l'agenda della cooperazione', il consesso riunirà esponenti da tutto il mondo che discuteranno assieme a rappresentanti dell'Unione Economica Eurasiatica, a esponenti politici, delle associazioni d'impresa e di categoria, nonché di importanti aziende pubbliche e private. Dopo 14 edizioni a Verona, con la guerra russa in Ucraina l'anno scorso il Forum organizzato dall'Associazione Conoscere Eurasia ha fatto tappa a Baku, in Azerbaigian, prosegue così il percorso lungo l'Asia Centrale in partnership con il ministero degli Investimenti, dell'Industria e del Commercio della Repubblica dell'Uzbekistan. In questa intervista al presidente della Camera di commercio Italia-Uzbekistan (Ciuz), Giorgio Veronesi, MF Newswires ha voluto indagare quali sono le opportunità per il nostro Paese e le sue imprese, soprattutto in ambito energetico in un Paese ricco non solo di petrolio e gas ma anche di minerali come rame, selenio, cadmio e litio.

D. Quali sono le principali opportunità per le imprese italiane in Uzbekistan? E quali i settori nei quali il potenziale di cooperazione è ancora inespresso?

R. In primo luogo, l'Uzbekistan è in crescita economica superiore al 5% e nei prossimi 5 anni è prevista al 7%; è quindi un Paese in fase di sviluppo ed è un Paese che ha una notevole stabilità economica, ma anche politica: l'attuale presidente ha appena ricevuto un mandato di 7 anni ed è stato presidente nel mandato precedente di 5 anni e quindi ha la sua visione.

D. Qual è questa vision?

R. Il governo crea condizioni favorevoli per sviluppare gli investimenti, vuole attirare investimenti dall'estero e pertanto è disponibile a dare il terreno gratuitamente, le infrastrutture gratuitamente, a dare degli incentivi sulle tasse per cui, per esempio, non si pagano imposte sui profitti per un certo numero di anni.

D. Quali le opportunità per l'Italia?

R. In generale gli italiani sono ben visti. Questo è un discreto vantaggio perché tutti i prodotti italiani sono considerati di alto livello, così come le apparecchiature e gli impianti. Oggi qui non c'è bisogno di macchine, c'è bisogno di strumenti sofisticati e quelli italiani sono considerati di eccellente qualità ma a prezzi competitivi. Quindi, nel confronto coi giapponesi, coi tedeschi, coi francesi, noi siamo considerati allo stesso livello di qualità, ma offriamo prezzi più competitivo. La popolazione è giovane e in crescita e ha un ottimo livello di educazione che si cerca sempre di migliorare. Il costo della manodopera, poi, è decisamente ridotto

D. E sul fronte energia?

R. Energia elettrica e gas sono disponibili a basso costo. Infine è un Paese che ha grande disponibilità di risorse naturali, parlo di gas, parlo di minerali. Il gas è importante come abbiamo visto con la guerra in Ucraina. Ed è una cosa essenziale per le imprese averne la disponibilità a basso prezzo, che è il caso dell'Uzbekistan. E non sottovalatuta le potenzialtà dell'agricoltura.

D. L'agricoltura?

R. E' un settore di eccellenza: la frutta e la frutta secca sono di ottima qualità; quando uno ha materiale di base buono se ne può fare qualcosa di intelligente. In più c'è una fortissima spinta da parte del governo per sfruttare risorse naturali: parlo di gas, parlo di minerali, ma parlo anche di prodotti della terra. Invece di spedirli tal quali si potrebbe aumentare la produzione locale, quindi fare un processing locale in modo da creare prodotti di trasformazione ad alto valore aggiunto e facilmente trasportabili: è molto più facile trasportare la marmellata di frutta piuttosto che la frutta. Tutte queste considerazioni effettivamente fanno pensare che ci sono buone opportunità per un investitore.

D Guardando al settore energetico, cosa effettivamente potrebbero fare le imprese italiane?

R Ci sono tanti progetti nei prossimi anni su produzione, utilizzo locale del gas, utilizzo locale dei minerali, trasformazione dei prodotti. Ci sarà un grande numero di progetti ai quali gli italiani possono fornire tecnologie, possono fornire le apparecchiature e possono fare anche da appaltatori: hanno le spalle sufficientemente larghe per gestire questi progetti. E poi c'è anche il finanziamento, la Sace favorisce il finanziamento, c'è il supporto ai finanziamenti dall'Italia e quindi c'è anche questa disponibilità.

D In quali comparti in particolare?

R Ho già detto del gas, ho già detto del petrolio, c'è anche il settore delle energie alternative e della sostenibilità, un settore nuovo in cui gli italiani comunque hanno buone tecnologie da vendere. E poi c'è il discorso dei minerali, che sarà sempre più importante. Per la transizione energetica ci sarà un consumo di metalli astronomico che non riguarda solo i minerali complicati come il nichel e il cadmio, ma anche il ferro e il rame: l'Uzbekistan è il nono produttore al mondo di rame e hanno in programma di diventare il terzo entro il 2030. Quindi per chi si occupa di mining, per chi si occupa di metalli, cito la Danieli, c'è la possibilità di vendere tecnologia o di fare vendere apparecchiature oppure costruire direttamente gli impianti. Gli investitori possono poi partecipare anche a joint venture. Si può dire 'io ti porto la tecnologia e l'apparecchiatura, ti faccio la supervisione e tu mi fornisci il terreno, la struttura, la manodopera e il management locale e assieme portiamo avanti questo progetto'. Questa secondo me è la cosa più interessante da fare, parlo di progetti che valgono magari centinaia di milioni, miliardi.

D. Per l'Italia l'Uzbekistan potrebbe rappresentare uno snodo rilevante sui minerali: da Via della Seta a Via delle Terre Rare...

R I minerali ci sono ma non sono ancora sfruttati, quindi oggi c'è potenziale inespresso. Se gli uzbeki avessero un aiuto sia tecnologico sia finanziario per svilupparli, noi avremmo solo da guadagnarci. Infatti, non a caso, si stanno muovendo già i cinesi in questo settore che, oltre ad aver colonizzato l'Africa, adesso dicono: beh, mettiamo una bandierina anche qua. Devremmo prendere esempio dai cinesi: loro hanno una visione di lungo periodo e quindi capiscono che a volte bisogna anche decidere di fare dei progetti magari guadagnando poco o niente perché poi questo apre la strada, un domani, a guadagnare un po' di più e poi a guadagnare molto. In Africa sono partiti dalle infrastrutture e creato una serie di network con tutte le istituzioni. Noi, secondo me, dobbiamo fare così, dobbiamo investire, capire di cosa hanno bisogno gli uzbeki e aiutarli, essenzialmente nelle tecnologie che non hanno e nel finanziamento.

D Un dato che balza all'occhio guardando all'interscambio è che l'Italia quest'anno ha perso tre posizioni mentre i nostri maggiori competitor europei ne hanno guadagnate: la Francia quattro, la Germania una, il Regno Unito sei. Il partenariato strategico col nostro Paese firmato a giugno scorso può essere di aiuto per spingere un po' di più su questo fronte?

R Noi l'anno scorso abbiamo raggiunto il massimo storico di esportazione con l'Uzbekistan, 550 milioni, il valore più alto della storia. I presupposti ci sono, certamente bisogna che ci siano, diciamo linee guida a livello governativo. Bisogna convincere, aiutare le imprese a entrare nel Paese, questo è quello che noi cerchiamo di fare nel nostro piccolo, cerchiamo di promuovere la conoscenza di questo Paese che offre tantissime opportunità. Non abbiamo parlato di turismo, ma qui c'è anche un turismo estremamente importante e io vedo sempre più italiani che vengono in visita. C'è la possibilità di fare parecchio in vari settori. Gli italiani secondo me non lo fanno.

D. Perché?

R. Non sanno nemmeno dove sia l'Uzbekistan sulla carta geografica. E quindi bisogna promuovere. Macron oggi viene con 200 businessman per far conoscere il Paese. Mattarella sarà qui il 9 novembre, però viene con i suoi assistenti perché è un incontro istituzionale. Secondo me sarebbe opportuno che la Meloni facesse lo stesso lavoro che ha fatto Macron: promuovesse una forte delegazione. Se ci fosse anche una spinta da parte del governo italiano per promuovere questo tipo di contatti, non dico in tutti i settori, ma nei settori che sono strategici per noi, come i minerali - magari dicendo 'se tu fai profitti in questo settore te li tasso meno' - sarebbe un grande passo.

gug

guglielmo.valia@mfnewswires.it

 

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November 02, 2023 11:38 ET (15:38 GMT)

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