AI: Ferretti Peretti (ceo Google Italy), non va sprecata (Mi.Fi.)
09 Ottobre 2023 - 10:48AM
MF Dow Jones (Italiano)
ROMA (MF-NW)--L'Italia si trova di fronte a un bivio storico: le
piccole e medie imprese, cuore pulsante dell'economia nazionale,
sono pronte a colmare il cronico gap di digitalizzazione con il
resto d'Europa? Melissa Ferretti Peretti, ceo di Google Italy e
vice president di Google, i gap digitali del Paese li conosce molto
bene: per anni alla guida della divisione italiana di American
Express, la manager ha contribuito a far sbocciare in Italia la
cultura dei pagamenti digitali. In quell'occasione un sostegno
inaspettato è arrivato dal Covid, ora invece lo strumento è noto e
sulla bocca di tutti: l'Intelligenza Artificiale. Dal suo ufficio
nel quartiere Isola di Milano con vista sul grattacielo del Bosco
Verticale, Ferretti Peretti, da poco più di un anno a capo della
big tech di Mountain View in Italia, svela a Milano Finanza il suo
piano per fare di Google il perno di un ecosistema che consenta al
Paese e alle sue aziende di non perdere il treno del futuro.
Domanda. Nel suo primo anno di mandato ha assistito alla
consacrazione dell'Intelligenza Artificiale. Cosa significa per
l'Italia?
Risposta. Sfatiamo subito un mito: l'Intelligenza Artificiale è
già da anni uno dei pilastri di Google. Nell'ultimo anno si è
assistito a un'impennata del progresso, che mette l'Italia di
fronte a un appuntamento decisivo. Il problema principale del Paese
è la produttività delle pmi, che sono in forte ritardo sulla
trasformazione digitale. L'AI può permettere di colmare questo
storico gap. D. Cosa avete in cantiere in tema AI? R. Abbiamo
appena annunciato che il Social Innovation Fund sull'AI in Italia
di Google.org, con 3 milioni di euro di dotazione, verrà destinato
alla non profit Inco per promuovere lo sviluppo delle competenze
digitali nelle imprese svantaggiate, e al Fondo per la Repubblica
Digitale per sostenere progetti rivolti all'inclusione digitale.
Vogliamo cementare l'alleanza tra Google e un ecosistema di
innovatori che facciano crescere le filiere.
D. Come pensate di conciliare AI e ruolo dell'uomo?
R. Come ogni trasformazione (pensiamo all'avvento di Internet e
degli smartphone), l'AI avrà un grande impatto. Il nostro scopo,
sancito già nel 2018 con la stesura di una serie di principi etici,
è sviluppare un'Intelligenza Artificiale che sia al contempo audace
e responsabile. La regola è questa: qualsiasi tecnologia deve
portare più benefici che danni all'umanità. In passato abbiamo
abbandonato progetti che non rispondevano a questo criterio.
D. L'AI dovrebbe pagare il copyright agli editori?
R. Il tema è molto complesso, e le discussioni con gli editori
sono frequenti. Ogni mese Google manda agli editori 24 miliardi di
clic, che possono essere monetizzati. Continueremo a privilegiare
quegli strumenti di AI generativa che consentano agli editori di
aumentare il traffico e contribuiscano a un web più sano e alla
portata di tutti. Al contempo, abbiamo da poco lanciato il tool
Google Extended, che permette agli editori di scegliere se i loro
contenuti possano essere usati per l'addestramento dell'AI o
no.
D. Oltre all'AI, quali sono le vostre priorità in Italia?
R. L'assioma di fondo è che la tecnologia deve abilitare la
crescita economica del Paese con una scalabilità che altrimenti non
sarebbe possibile. Nel 2020 abbiamo lanciato il programma Italia in
Digitale, che prevede lo stanziamento in cinque anni di circa 900
milioni di dollari. Per i programmi di formazione che accrescano le
competenze digitali delle pmi abbiamo messo in campo 1,5 milioni
solo quest'anno. Segnalo poi la creazione delle due regioni cloud a
Milano e Torino, in partnership con Tim, e la creazione insieme a
Sparkle del cavo sottomarino Bluemed, che mette in comunicazione
Genova con i principali Paesi del Mediterraneo.
D. Nell'ultimo anno e mezzo l'Ue è stata molto attiva in ambito
normativo. Come vi ponete verso il Digital Services Act?
R. Il nostro approccio prevede sempre il massimo rispetto della
normativa europea. In merito al Digital Services Act, pensato per
garantire sicurezza e trasparenza dei contenuti, abbiamo dovuto
modificare alcuni processi e servizi. Eravamo tuttavia già pronti
grazie ai numerosi investimenti fatti nel corso degli anni. Per
esempio, i nostri strumenti di Intelligenza Artificiale ci hanno
consentito solo nel primo trimestre di quest'anno di rimuovere da
YouTube 4 milioni di video potenzialmente dannosi prima ancora che
uscissero.
D. Qual è invece la vostra opinione sull'Artificial Intelligence
Act in fase di definizione?
R. Una normativa che disciplini l'AI è corretta, ma questa
regolamentazione deve essere fatta bene. Il che significa non
danneggiare il progresso. Nel corso degli anni sono state scritte
tante regole, che esistono già: anziché riscrivere tutto da zero
potrebbe essere opportuno far leva sulla normativa già vigente in
altri campi, come ad esempio la tutela dei dati personali o della
privacy.
D. Che rapporti avete con il governo italiano?
R. I rapporti sono di assoluta continuità con quelli che avevamo
con il governo precedente, e quindi di totale collaborazione con il
comune obiettivo di far crescere il Paese. Abbiamo di recente
lanciato la Impact Challenge, con il patrocinio dell'Agenzia per la
Cybersicurezza Nazionale, che ha una dotazione fino a 3 milioni di
euro a progetto e dà la possibilità a enti, fondazioni, istituzioni
accademiche di sviluppare tecnologie di cybersicurezza o contrasto
alla disinformazione.
D. Lei è in Google dopo una lunga esperienza nel mondo dei
pagamenti digitali: quali analogie vede?
R. Le analogie sono molto marcate perché il mondo dei pagamenti
digitali soffriva un forte gap rispetto al resto d'Europa, che
l'avvento della pandemia ha contribuito in parte a colmare. Altro
tema che accomuna i due settori è quello delle competenze: l'Italia
è carente sia dal punto di vista finanziario sia da quello
digitale.
È una sfida, certo, che può però trasformarsi in una grande
opportunità per le pmi.
D. Valutate opportunità di sinergie con le startup?
R. Il nostro obiettivo è creare un ecosistema positivo in cui un
innovatore globale come Google sia in grado di stabilire una serie
di partnership con gli innovatori nazionali. Ancora una volta uno
dei pilastri è l'Intelligenza Artificiale: il suo sviluppo deve
essere capillare, e per farlo è necessario creare un ecosistema in
cui tanti attori agiscano insieme.
alu
fine
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