Energia: direttiva su case green, in Europa Pichetto Fratin aveva detto sì (Rep)
16 Gennaio 2023 - 8:57AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Non ci potrà mai essere un sì dell'Italia sulle cervellotiche
visioni dell'Unione europea, quindi la proposta va rispedita al
mittente". Si è spinto forse un po' troppo oltre Maurizio Gasparri,
vicepresidente del Senato in quota Forza Italia, ultimo di una
lunga fila di esponenti della maggioranza che si sono scagliati
contro la direttiva europea che vorrebbe imporre la
ristrutturazione del patrimonio immobiliare di tutto il continente
in case green. Peccato che il sì dell'Italia ci sia già stato: a
dare il via libera è stato Gilberto Pichetto Fratin, suo collega di
partito, ma soprattutto - l'elemento che conta per il peso del sì -
ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica.
La ricostruzione, spiega La Repubblica, parte dal 25 ottobre
scorso. Il governo Meloni ha giurato solo tre giorni prima.
Pichetto Fratin parte per il Lussemburgo per la riunione del
Consiglio europeo che all'ordine del giorno ha - tra le altre cose
- la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione
energetica degli edifici. Si discute, poi si tirano le conclusioni.
C'è l'accordo: i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero
entro il 2030, quelli esistenti entro il 2050. E' lunga la lista
delle misure che gli Stati membri "hanno convenuto" di adottare,
come si legge in un resoconto della riunione. C'è anche l'obbligo,
per tutti gli immobili residenziali, di passare alla classe
energetica D entro il 2033. Proprio una delle indicazioni che la
maggioranza ora chiede di cancellare. Risoluzione presentata da
Fratelli d'Italia, il partito della premier, alla Camera: dentro il
testo compare l'obiettivo contestato, ma a essere messo in
discussione è l'orientamento della direttiva.
All'epoca, in Lussemburgo, il ministro Pichetto Fratin si era
espresso in modo diverso sulla direttiva degli edifici green:
"esprimo apprezzamento da parte dell'Italia, un equilibrio tra
ambizione e fattibilità, in uno spirito che possiamo accettare". Ma
va detto che le circostanze non l'hanno di certo aiutato: nominato
ministro solo tre giorni prima (quando, tra l'altro, fino
all'ultimo sembrava destinato a un altro dicastero), si è ritrovato
catapultato a un vertice europeo avendo appena fatto in tempo
studiare il dossier. Non per nulla, a quel vertice venne
accompagnato dal suo predecessore, l'ex presidente dell'Istituto
italiano di tecnologia Roberto Cingolani, proprio per ragguardarlo
sul lavoro svolto nei 18 mesi precedenti su questo e altri temi
ambientali del governo Draghi.
Due mesi e mezzo dopo cambia la linea del governo sull'obbligo
di ristrutturazione. E si va verso un nuovo scontro con Bruxelles.
Il voto al Parlamento europeo è slittato dal 24 gennaio al 9
febbraio ma l'indicazione che arriva sempre dalla Commissione Ue è
di chiudere la partita entro fine giugno. Bisognerà dire no se si
vorrà provare a fermare la direttiva. Dopo aver detto sì neppure
tre mesi fa.
cos
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January 16, 2023 02:42 ET (07:42 GMT)
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