(da Italia Oggi)

Il terrore costa. In primo luogo, ovviamente, per chi lo subisce, in termini di lutti e rovine. C'è poi un costo economico e l'organizzazione di quanto ha realizzato Hamas indica una notevole disponibilità finanziaria. I miliziani non sono solo spinti da un nefasto furore ideologico ma sono anche a libro-paga di chi li comanda.Inoltre c'è il costo, non irrilevante, di quanto viene utilizzato: missili, droni, munizioni, mezzi blindati, software e informatica. I primi responsabili di tanta brutalità sono quindi coloro che, pagando, tirano le fila e fanno i registi. Hamas è una centrale terroristica ma non ci si può fermare qui. Perciò se è giusto cercare di annientare le sue roccaforti nella Striscia di Gaza non vanno però dimenticate le ripetute azioni, con questo obiettivo, messe in atto da Israele in passato, senza risultati apprezzabili per la capacità rigeneratrice dell'organizzazione.Una capacità che trova, appunto, linfa nel fiume di denaro che essa riceve. Il nodo è quello del finanziamento e quindi appare poco rilevante (anche se comprensibile) la disquisizione sul diretto o indiretto coinvolgimento dell'Iran, che in realtà e in modo incontrovertibile tutti i riscontri indicano come il principale finanziatore del terrorismo palestinese. Così com'è inammissibile che il Qatar riceva soldi dall'Occidente, vendendo petrolio, per poi destinare il ricavato a chi vuole distruggere Israele. Sarebbe assai utile usare le sofisticate tecnologie di monitoraggio finanziario per seguire il tragitto di questi flussi di denaro. Colpendo l'humus economico si colpisce il terrorismo con più efficacia delle armi. E soprattutto si potrebbe poi incominciare, senza avere la pistola puntata alla schiena, quel cammino verso la pace (due Stati?) che è colpevolmente mancato in questi anni.Per raffreddare la polveriera del Medio Oriente, l'Occidente deve fare i conti (economici) coi Paesi dell'area, rinunciando anche, se necessario, alle forniture di petrolio da parte di chi viene colto con le mani sporche di sangue. Si tratta di un sacrificio che sarà in seguito ripagato dalle minori tensioni internazionali che ostacolano i liberi commerci. (Italia Oggi)

 

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October 13, 2023 01:27 ET (05:27 GMT)

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