Ue: case green, ecco le nuove regole (MF)
10 Febbraio 2023 - 9:11AM
MF Dow Jones (Italiano)
Con 49 voti favorevoli, 18 contrari e sei astenuti la
Commissione Industria del Parlamento Europeo ha approvato la
direttiva della discordia sull'obbligo di certificazione energetica
per gli immobili residenziali. Il testo andrà al voto
dell'Assemblea nella sessione plenaria del 13-16 marzo.
Certo farà ancora discutere, scrive MF-Milano Finanza, visto il
livello di impopolarità che le misure registrano in Italia, ma nel
documento approvato ieri c'è più flessibilità e sono state inserite
molte esenzioni. Fa ben sperare soprattutto che sia stato
riconosciuto il fatto che il parco immobiliare presenta grandi
differenze tra Paese e Paese, aspetto sul quale il governo Meloni
ha puntato i piedi. Secondo il testo adottato, tutti gli edifici di
nuova costruzione dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal
2028 e, se occupati, gestiti o di proprietà delle pubbliche
amministrazioni, già a partire dal 2026 (la Commissione ha proposto
rispettivamente il 2030 e il 2027). Tutti i nuovi edifici
dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, in
presenza dei requisiti tecnici e di fattibilità economica, mentre
gli edifici residenziali sottoposti a importanti ristrutturazioni
avranno tempo fino al 2032. È previsto che gli immobili
residenziali raggiungano almeno la classe energetica E entro il
2030, e la D entro il 2033.
In Italia circa 9,8 milioni di edifici, pari a 27 milioni di
abitazioni residenziali (il 78% del totale), sono tra la E e la G.
«Serve più gradualità», insiste il ministro dell'Ambiente e della
Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Misure nazionali e
deroghe possono fare la differenza e attutire l'impatto della
direttiva. Ogni Stato membro stabilisce i proprio piani di
ristrutturazione. Stando al testo approvato ieri, ad essere
esentati sarebbero i monumenti, ma ogni Paese potrà decidere di
escludere anche edifici sottoposti a vincoli architettonici o
storici, seconde case, piccoli appartamenti (sotto i 50 mq), chiese
e luoghi di culto. Soprattutto, si potrà esentare l'edilizia
popolare pubblica, «dove», si legge nel testo approvato, «le
ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti che non
possono essere compensati risparmiando sulle bollette energetiche».
La direttiva emendata prevede anche misure di sostegno contro la
povertà energetica e l'accesso facilitato a sovvenzioni e
finanziamenti, specialmente per le ristrutturazioni più complesse
di cui necessiteranno gli edifici con le peggiori prestazioni
energetiche. Pochi margini, invece, per sfuggire all'ultimatum sul
riscaldamento da combustibili fossili, banditi dal 2035, a meno che
la Commissione europea non ne consenta l'uso fino al 2040. Secondo
Bruxelles, gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi
energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
Tra gli impatti sul mercato immobiliare si cerca di stimare
quello sui mutui e sui finanziamenti per le ristrutturazioni, per
le quali si stima un costo medio di 20mila euro. Secondo Alessio
Santarelli, ad di MutuiOnline, «in quest'ottica esistono delle
tipologie di prodotti, i cosiddetti mutui green, che consentono di
risparmiare 10 punti base sul tasso, a patto di avere come finalità
l'acquisto o la riqualificazione di immobili ad alta efficienza
energetica. Ma nonostante le richieste siano cresciute molto negli
ultimi mesi», osserva Santarelli, «per le banche non sempre è
possibile distinguere la motivazione del finanziamento, oltre a non
garantire la certezza del salto energetico a fine lavori. Questo è
un ostacolo da superare».
Per MutuiOnline.it la crescita dei mutui verdi è stata
vertiginosa nell'ultimo anno: le erogazioni sono più che triplicate
dal 2021 anche grazie ai tassi mediamente più bassi rispetto a
quelli dei mutui standard. Ovviamente anche i mutui green hanno
risentito dell'aumento dei tassi dell'ultimo anno, trend confermato
a inizio febbraio dall'aumento di 50 punti deciso dalla Bce. «Se a
gennaio 2022 il costo medio di un mutuo green a tasso fisso da 140
mila euro a 20 anni per un immobile da 200 mila euro era dell'1,2%,
pari a una rata da 658 euro», spiegano dal gruppo, «oggi si
spenderebbero 821 euro al mese a un tasso del 3,6%: un aumento di
ben il 25%. Dall'Osservatorio MutuiOnline.it emerge anche che gli
importi medi richiesti per i mutui verdi sono più alti rispetto a
quelli standard (170mila euro contro 129mila). A sceglierli sono
soprattutto gli under 36.
alu
fine
MF-DJ NEWS
1008:55 feb 2023
(END) Dow Jones Newswires
February 10, 2023 02:56 ET (07:56 GMT)
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