EssilorLuxottica: scontro in Delfin rischia di indebolirla (Mi.Fi.)
23 Ottobre 2023 - 9:28AM
MF Dow Jones (Italiano)
ROMA (MF-NW)--Ma se il litigio fra gli eredi del fondatore di
Luxottica Leonardo Del Vecchio dovesse peggiorare, c'è il rischio
che la holding possa traballare nel controllo di EssilorLuxottica,
a tutto vantaggio dei francesi? Oltralpe hanno acceso un faro sulle
vicissitudini successorie di Delfin. Non solo dal punto di vista
fiscale - come riportato da Il Giornale - per capire se Del
Vecchio, scomparso a fine giugno 2022, fosse realmente residente a
Montecarlo e non invece in territorio transalpino: la mega villa di
Beaulieu sur Mer in Costa Azzurra, lasciata alla moglie Nicoletta
Zampillo, dista solo una decina di chilometri dall'appartamento del
miliardario nel centro di Montecarlo. C'è un altro motivo alla base
dell'interesse di Parigi per la dynasty sull'eredità miliardaria
che ha generato tra i sei figli eredi del fondatore una frattura
che nella City milanese viene descritta ormai come insanabile. I
contrasti, spiega MF-Milano Finanza, ruotano attorno alla
governance di Delfin, la cassaforte di famiglia che ha in pancia il
32,3% di Essilux, il colosso mondiale dell'occhialeria. Il gruppo,
che capitalizza oltre 73 miliardi di euro, rappresenta l'80% di
tutte le azioni possedute, complessivamente pari a 29 miliardi. In
Delfin, scomparso il fondatore, gli azionisti sono diventati otto,
con il 12,5% a testa: i sei figli Claudio, Marisa, Paola, Leonardo
Maria, Luca e Clemente (nati da tre madri diverse), la moglie
Nicoletta Zampillo e Rocco Basilico, il figlio del primo matrimonio
di Zampillo. Tre generazioni diverse per età anagrafica - il più
grande, Claudio ha 66 anni; il più giovane, Clemente, appena 19. Ma
non hanno di fatto poteri: alla guida della cassaforte, per volontà
di Del Vecchio, c'è Milleri, il manager favorito che è stato posto
anche al vertice di Essilux, di cui è ceo. Dunque, un'unica persona
che comanda a monte e a valle della catena societaria e che ha
messo nel mirino Mediobanca. La spaccatura sarebbe in particolare
fra il quartogenito Leonardo Maria, nato dal matrimonio di Del
Vecchio con Zampillo, e Luca e Clemente, i due figli più giovani,
nati invece dalla relazione dell'imprenditore con Sabina Grossi.
Assieme alla secondogenita Marisa, Leonardo jr è l'unico tra gli
eredi che ha accettato il lascito in maniera semplice, mentre gli
altri lo hanno fatto con beneficio d'inventario. Come rivelato da
Milano Finanza, Luca e Clemente si sono opposti al legato che il
padre aveva disposto a favore di Milleri: una mega-donazione di 2,1
milioni di azioni Essilux, dal valore attuale di 340 milioni.
Dietro la lite sulla successione c'è però uno scontro di potere con
lo stesso Milleri proprio su Delfin. Sul problema del legato e
delle relative tasse, di cui il top manager ha chiesto il rimborso
agli eredi, si pronuncerà nei prossimi mesi il Tribunale di Milano.
Ma appunto il tema è il potere su Delfin.
Considerando il manager come un gestore del proprio patrimonio,
Luca, Clemente e Paola vogliono essere maggiormente coinvolti nelle
decisioni della holding lussemburghese. Ma il ceo di Essilux,
facendosi interprete della volontà di Del Vecchio, porta avanti la
linea di tenere fuori i figli dalla gestione aziendale. La forza
gliela dà lo statuto: è nominato a tempo indeterminato, come tutto
il board, e può essere revocato solo con il voto unanime degli otto
azionisti. In questa vicenda Leonardo Maria, l'unico dei sei figli
che lavora nell'azienda fondata dal padre, ha preso le difese di
Milleri, di cui è il braccio destro. Da responsabile del retail, lo
scorso anno Leonardo jr è stato promosso chief strategy officer di
Essilux.
«Francesco è il mio punto di riferimento. Da quando papà non
c'è, mi è stato molto vicino sul lavoro, dandomi fiducia, e anche
fuori dal lavoro: è stato un ultimo regalo di mio padre», ha
rivelato a luglio il 28enne al Corriere della Sera. Insomma, la
situazione è esplosiva e gli echi dei litigi sono arrivati anche in
Francia, dove guardano con preoccupazione alla stabilità di uno dei
campioni globali dell'industria europea, la cui anima è per metà
transalpina. Il gruppo, nato dalla fusione del 2018 tra Luxottica
ed Essilor, ha 190 mila dipendenti, di cui 67 mila provengono dalla
società francese. Oltre ad avere in organigramma diversi top
manager l'Oltralpe, Essilux ha inoltre nel capitale un nocciolo
duro di soci. Valoptec è la vecchia associazione dei dipendenti
Essilor, che in passato ha deciso le sorti del colosso transalpino
delle lenti. E oggi ha ancora il 4,2% del capitale.
Scaduti i patti parasociali di governance paritaria post-fusione
e archiviati nel 2020 i contrasti fra Del Vecchio e lo storico ceo
di Essilor Hubert Sagnières, nel 2021 Delfin ha piazzato Milleri
alla guida di Essilux. E un anno dopo, alla morte di Del Vecchio,
Milleri è diventato anche presidente. La domanda che alcuni
osservatori si fanno è semplice: che cosa succederebbe in Essilux
se nella cassaforte il conflitto diventasse permanente? Nel 2024
l'attuale cda scadrà. E toccherà di nuovo al socio di riferimento
dare le carte. Del Vecchio aveva blindato Delfin rendendola di
fatto un trust in cui i manager comandano e i soci sono meri
beneficiari delle cedole. Ma se, come ipotizza qualcuno, si aprisse
un fronte legale in Lussemburgo da parte dei figli ribelli per
cambiare in maniera giudiziaria le regole societarie della holding,
quali potrebbero essere le ricadute nella principale controllata?
Non si può escludere nulla.
EssilorLuxottica è poi una public company. Delfin controlla fino
al 31% dei voti in assemblea (tetto statutario) e potrebbe contare
anche sul 2% circa in mano al sodale Giorgio Armani. Il resto però
è flottante, dunque contendibile. Il pericolo instabilità nella
catena societaria Essilux potrebbe alimentare desiderata
nazionalistici di riassetto e gli appetiti di poteri forti
dell'industria francese verso un gruppo da oltre 24 miliardi di
fatturato. Alcuni soci di Delfin come Zampillo sono consapevoli di
quanto sia importante preservare l'armonia al piano alto. Come
rivelato da questo giornale, la vedova si sta spendendo per la
pacificazione fra gli eredi e Milleri, una pacificazione fra i rami
familiari per cui a quanto risulta si starebbe spendendo
attivamente ora anche Claudio. Serve uno sforzo corale, perché la
posta in gioco è alta. E i litigi potrebbero rivelarsi fatali.
red
fine
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2309:12 ott 2023
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