Si attende a giorni il testo ufficiale della delibera Agcom sul riassetto dei canoni sulle frequenze tv, al quale sarebbero alla fine state apportate alcune modifiche. Poi lo staff del sottosegretario alla Comunicazione, Antonello Giacomelli, in totale sintonia con la segreteria di palazzo Chigi metterà mano alla materia che, così come è uscita dall'Autorità, non resterà a lungo.

Lo scrive Affari&Finanza di Repubblica spiegando che il nodo della questione non è il passaggio dell'onere concessorio dai broadcaster (i fornitori di contenuto) agli operatori di rete, ma il meccanismo che ha portato al maxi sconto da circa 50 mln annui più o meno equamente diviso tra Rai e Mediaset. Un taglio di tasse ad personas da cui guadagnano solo le esangui casse di viale Mazzini che così recupera in un sol colpo un quarto dei tagli imposti dal governo, e Cologno Monzese dove i conti sono messi a rischio dallo stallo del mercato pubblicitario e -ma non ora, a partire dal 2016- dal costo delle acquisizioni di diritti sportivi per la sua pay-tv.

Il meccanismo predisposto dall'Autorità, precisa il settimanale, ha già messo in allerta Bruxelles perché andrebbe a vantaggio dei due incumbent del mercato tv italiano. Sarebbe un colpo di coda dell'ormai ex duopolio ai danni del resto del mercato. E questo riaprirebbe la partita della procedura di infrazione a carico dell'Italia che risale quasi a dieci anni fa, al momento dell'assegnazione delle nuove frequenze digitali terrestri. Ma il governo, conclude il giornale, promette di intervenire in tempi brevissimi.

red/vs

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