Le variazioni qualitative al QE introdotte ieri dalla Banca centrale del Giappone sono finalizzate a limitare gli effetti negativi della sua politica monetaria non convenzionale visto che un ulteriore taglio dei tassi di interesse, senza tali modifiche, avrebbe provocato conseguenze indesiderate e aumentato la complessità del framework delle misure, riducendo l'efficacia di un ulteriore allentamento.

Lo affermano gli analisti di Fitch, puntualizzando che la BoJ ha lasciato i tassi e il QE invariati, ma ha deciso di introdurre un nuovo target, ovvero mantenere il rendimento dei titoli di Stato decennali introno allo 0%.

Per l'agenzia di rating però questo cambiamento potrebbe causare in ultima istanza un rallentamento degli acquisti di asset se il mercato obbligazionario dovesse iniziare a esercitare pressioni al ribasso sui costi di finanziamento dei bond decennali.

La BoJ comunque ha deciso di variare il suo framework di politica monetaria dopo un'attenta analisi degli effetti dell'allentamento qualitativo e quantitativo e dei tassi di interesse negativi dalla quale sono emerse le conseguenze potenzialmente dannose degli attuali livelli del costo del denaro e dell'appiattimento della curva dei rendimenti sulla fiducia economica e sul funzionamento del sistema finanziario.

La Banca sta cercando di superare questi problemi attraverso il controllo della curva dei rendimenti. In questo modo l'Istituto spera di avere campo libero per abbassare ulteriormente i tassi. Gli analisti di Fitch si aspettano infatti che quello sui depositi scenda dal -0,1% attuale al -0,5% entro la fine del 2017.

La BoJ si è inoltre impegnata a mantenere l'allentamento fino a quando l'inflazione non supererà e resterà sopra il 2%, nella speranza che questa promessa possa bastare a far salire le aspettative sull'indice dei prezzi al consumo. Quest'ultime però, puntualizzando gli esperti, sono "testarde" e difficili da smuovere, tanto che neanche l'Abenomics è riuscito a farle crescere.

Pertanto per Fitch ci sono chiari dubbi sul fatto che la Banca centrale del Giappone abbia gli strumenti necessari per rilanciare l'economia e far risalire l'inflazione. Inoltre la sua credibilità potrebbe essere ulteriormente compromessa e quindi l'Istituto potrebbe essere costretto a ricorrere a politiche sempre più complicate per dimostrare di stare aiutando, e non impattando negativamente, sull'economia del Sol Levante.

alb

alberto.chimenti@mfdowjones.it

 

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September 22, 2016 08:24 ET (12:24 GMT)

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