Primo non giapponese nella storia dell'auto a essere responsabile per il mercato nipponico di una casa del Sol Levante, il 54enne Daniele Schillaci è probabilmente (con il presidente di Seat Luca De Meo) il manager italiano che fuori da Fca ha fatto più strada nel settore automobilistico. Nato in Sicilia ma cresciuto a Liegi, Schillaci si è laureato in ingegneria al Politecnico di Milano - «era mia volontà laurearmi in Italia. Con mio padre venimmo due giorni nel capoluogo lombardo e decidemmo insieme che il Politecnico sarebbe stato l'ateneo giusto». Di lì è iniziata una scalata partita in Renault nel 1993, proseguita in Fiat (nel 2001) come responsabile dell'unità Alfa Romeo in Italia e poi in Toyota, dove è arrivato nel 2002 issandosi nel giro di 13 anni fino alla carica di senior vice president esecutivo. Nel 2015 il passaggio in Nissan come responsabile del global marketing e dal 2016 inoltre è il direttore globale veicoli elettrici e di tutte le vetture a zero emissioni. In virtù di questo ruolo Schillaci è il principale portavoce della Nissan Intelligent Mobility, la visione di Nissan per lo sviluppo dell'elettrificazione e della connettività. In questo contesto, data l'importanza strategica che riveste il settore per la casa nipponica, Schillaci è nei fatti uno dei numero due di Carlos Ghosn, il manager a capo dell'intera alleanza Renault -Nissan-Mitsubishi, che nel 2017 è diventata il primo produttore di auto al mondo con 10,6 milioni di veicoli immatricolati. Mf/Milano Finanza lo ha incontrato durante una recente visita a Milano.

Domanda. Ingegner Schillaci, come vede dal suo osservatorio privilegiato il futuro del settore automobilistico?

Risposta. Mi sembra evidente che si vada verso un'industria sempre più connessa, autonoma e pulita. E quindi verso un futuro molto elettrico.

D. Ci sarà bisogno di grossi investimenti quindi?

R. Sicuramente. Questo è il motivo per cui il nostro presidente Ghosn sta accelerando sull'accentramento di alcune funzioni all'interno dell'alleanza Renault -Nissan-Mitsubishi come per esempio quella degli acquisti. L'obiettivo è di portare il livello delle sinergie fra le tre case dagli attuali 5 miliardi a 10 miliardi nel 2022.

D. Per poi avere maggiori mezzi per investire in nuove tecnologie?

R. Esatto. L'obiettivo è quello.

D. In questo quadro quali sono le case meglio piazzate in questa fase di transizione?

R. Si tratta di una corsa che sta imponendo una grossa impennata negli investimenti. Quindi chi è avanti come noi parte da una posizione di vantaggio.

D. Nel 2017 voi siete stati la casa che ha venduto di pi?? nel mondo. Quindi siete in questo gruppo di testa?

R. Le tre case che hanno superato la soglia dei 10 milioni di vetture immatricolate fanno tutte parte di questo gruppo (quindi oltre all'alleanza Renault -Nissan- Mitsubishi ci sono Volkswagen e Toyota, ndr). Poi metterei anche Gm, vista la sua presenza forte negli Usa. Inoltre bisogna attendersi l'emergere a livello internazionale di due o tre case cinesi.

D. Lei è anche nel cda di Nissan-Dongfeng, la joint venture per lo sviluppo dell'auto elettrico in Cina. Quindi conosce bene quel mercato. Quali ritiene possano essere le case che emergeranno?

R. Sicuramente in Cina esistono già player molto avanti tecnicamente e non parlo solo di Dongfeng (tra i principali soci di Peugeot-Citroen, ndr), ma anche di Geely, Saic e altri.

D. Come vede invece il futuro delle altre case occidentali al di fuori del gruppo di testa?

R. Ovviamente mi riferivo a case che vorranno coprire l'intera gamma del mercato. Per chi invece si vuole concentrare su determinate fasce come per esempio il mercato premium o delle trendy car le possibilità ci saranno.

D. Quale sarà la chiave di successo nel mercato dei prossimi anni?

R. Io penso che essere smart sia la parola d'ordine. Le case dovranno offrire soluzioni per la mobilità che incontrino i bisogni dei cittadini di oggi. A parte alcuni segmenti di mercato premium o luxury i clienti oggi non danno più molta importanza all'apparenza ma vogliono spostarsi senza perdere la possibilità di essere connessi e di lavorare durante il tragitto. Chi risponderà meglio a queste esigenze avrà la vittoria in mano.

D. Ci spiega che cos'è la Nissan Intelligent Mobility?

R. La strategia si basa su tre pilastri: guida autonoma, elettrificazione e connettività. Quando si parla di guida autonoma quasi tutti pensano a un futuro molto impersonale, in cui gli esseri umani delegheranno il controllo ai veicoli. Invece la tecnologia va esattamente nella direzione opposta, perché sfrutta i segnali del nostro cervello per rendere la guida ancora più emozionante. Tramite la Nissan Intelligent Mobility vogliamo realizzare un mondo migliore, all'insegna di una maggiore autonomia, di una maggiore elettrificazione e di una maggiore connettività.

D. Quali sono i cardini di questa strategia?

R. Il principale è rappresentato dalla tecnologia ProPilot, un sistema di guida autonoma che consentirà alle auto di muoversi in maniera indipendente, regolando da sole sterzo, accelerazione e frenata durante la marcia in autostrada su corsia singola, sia in condizioni di traffico intenso sia ad alte velocità.

D. Avete già dei veicoli sulle strade?

R. Nissan ha già introdotto la tecnologia ProPilot su quattro modelli in Giappone e negli Usa e altri sono in arrivo. È un ulteriore esempio di come Nissan Intelligent Mobility stia già contribuendo a diffondere tecnologie in grado di creare un mondo migliore.

D. Parlando di guida autonoma quanto è ancora lontano il giorno in cui potremo sederci comodamente sul nostro veicolo facendo colazione e questo ci porterà da solo sul luogo di lavoro?

R. Questo è un discorso molto complesso. In primo luogo c'è da risolvere un problema assicurativo e legislativo che dipende soltanto in parte dal settore automobilistico.

D. E in seconda istanza?

R. In seconda istanza, entrando nel tecnico bisogna distinguere i vari piani. Se per guida autonoma intendiamo i cosiddetti robo-taxi che magari girano su percorsi prefissati in città, allora la soluzione non è lontana. Se invece pensiamo alla soluzione da sogno, quella per cui l'auto ci viene a prendere sottocasa e ci porta al lavoro e durante il tragitto possiamo fare ciò che vogliamo, allora, anche per i motivi che enunciavo prima, è difficile dare una tempistica precisa. Di certo la direzione da intraprendere è quella.

red/fch

 

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June 11, 2018 02:44 ET (06:44 GMT)

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