Vino: Uiv, avvio 2022 difficile per export in Nord America e Asia
06 Maggio 2022 - 6:52PM
MF Dow Jones (Italiano)
Rallenta la corsa del vino italiano nei principali Paesi del
Nord America (Usa e Canada) e dell'Asia (Cina e Giappone).
Secondo l'Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato i dati
doganali sull'import di vino nei primi 3 mesi del 2022, il Belpaese
segna il passo sia rispetto alla media import globale, sia nei
confronti dei principali competitor: infatti, nei 4 Paesi la
crescita tendenziale tricolore in valore si ferma al 3,7%, con la
Francia che registra un incremento quasi doppio e una media da
mondo a +5,3%.
Un risultato che sconta un pesante segno negativo in Asia
(-15,9%, contro una media generale a -5,6% e la Francia a -0,6%) e
una performance sottotono in Nord America (+6,9%), in
considerazione dei risultati dei competitor (+11,9% della Francia e
+10% da mondo) e del regime di lockdown nel pari periodo 2021.
Difficile la partenza nella piazza statunitense, che ha registrato
un aumento dell'import pari all'11% nel primo trimestre. L'Italia,
con un incremento in valore del 3,5%, viaggia a bassi regimi
rispetto alla Francia a +16,3%. Nel primo mercato al mondo,
l'Italia è tenuta a galla dagli sparkling (+16,3% in valore) mentre
si arresta la crescita dei fermi imbottigliati (-0,1%) a fronte di
un +16,5 dei neozelandesi, trainati dal Sauvignon blanc. A
edulcorare il dato - rileva l'Osservatorio Uiv-Vinitaly -, l'ottima
performance in Canada (+23%), dove il made in Italy fa 3 volte
meglio della domanda generale di vini esteri e diventa market
leader, superando in un colpo solo Stati Uniti e Francia. Male,
infine, in Asia, con la Cina in piena emergenza Covid (-15,6
l'Italia, -20% l'import generale), ma anche con il Giappone che
riduce gli acquisti dal Belpaese dell'8,1%, a fronte di una
crescita generale della domanda del Sol Levante di oltre il 22%
(con la Francia a +23,6%).
Secondo Unione italiana vini, mai come in questo difficile
periodo - contrassegnato da importanti tensioni geopolitiche e
fortissimi incrementi dei costi di materie prime e trasporti -
sarebbe importante aumentare la presenza all'estero delle aziende.
Purtroppo non sarà probabilmente così, poiché il settore si trova
costretto a dover rinunciare a gran parte dei fondi nazionali
(passati da 27 milioni di euro a 9,2 milioni) destinati alla
promozione presso i Paesi extra-Ue (Ocm Promozione). Un taglio
brusco, che produrrà effetti ancor più gravi in tema di
competitività all'estero di un settore del made in Italy che nel
2021 ha chiuso in attivo la propria bilancia commerciale per circa
6,7 miliardi di euro. Uiv chiede un'attenzione specifica del
Governo su questo tema, condividendo la possibilità di individuare
ulteriori risorse da destinare alla promozione delle imprese del
vino, inclusi gli strumenti internazionalizzazione di Ice.
alb
alberto.chimenti@mfdowjones.it
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May 06, 2022 12:37 ET (16:37 GMT)
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