Moda: la riscossa del Giappone (MFF)
25 Maggio 2022 - 9:20AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'allentamento a fine marzo delle severe misure restrittive
volte al rallentamento dei contagi che hanno caratterizzato la
prima parte dell'anno, non ha prodotto il rimbalzo dei consumi
retail a cui il settore è stato abituato dalle performance della
vicina Cina. Le dinamiche del Paese del Sol levante, colpito nel
primo trimestre del 2022 da quello che Goldman Sachs ha definito un
«quasi-stato di emergenza», sono infatti molto diverse.
«In base alle evoluzioni più recenti e all'allentamento delle
restrizioni, stiamo monitorando la situazione nel mercato per
capire se un effetto di rimbalzo dei consumatori locali sia
plausibile. In generale, il cliente giapponese ha un profilo di
acquisto che rimane comunque sufficientemente più cauto e timido in
periodi di crisi rispetto a quello cinese», ha spiegato a MFF
Claudia D'Arpizio, senior partner e global head fashion &
luxury Bain & company. «La nostra aspettativa è quella di un
recupero del valore di mercato in Giappone sui livelli pre-pandemia
nel corso del 2023». Stando alle stime dell'ultimo Bain &
company luxury study realizzato in collaborazione con Fondazione
Altagamma, il mercato del lusso giapponese non ha ancora recuperato
infatti i livelli pre-Covid e si è attestato lo scorso anno a circa
20 miliardi di euro, in flessione del 17% rispetto al 2019. Una
quota piuttosto piccola all'interno del mercato totale dei beni
personali di lusso, cresciuto lo scorso anno del 29% fino a quota
283 miliardi di euro (+1% sul 2019), ma pur sempre
significativa.
«Le performance del mercato giapponese durante la pandemia sono
state particolarmente impattate da un'adozione più lenta delle
restrizioni anti-Covid che hanno influenzato non solo i flussi di
consumatori locali, ma ovviamente anche l'accesso da parte di
turisti, soprattutto quelli asiatici», ha precisato Claudia
D'Arpizio. «Durante il biennio 2020-2021 abbiamo assistito a
performance estremamente polarizzate tra i brand presenti sul
mercato locale, con risultati migliori per quei marchi ritenuti
senza tempo dai consumatori locali e quindi un buon investimento».
L'attenzione dei clienti giapponesi risulta infatti costante per i
grandi marchi affermati, con poche eccezioni che riescono a
intercettare le generazioni più giovani e aperte alla
sperimentazione e alle novità.
Lo dimostrano gli ultimi bilanci di aziende importanti del
fashion & luxury. Come il colosso svizzero dell'alta
gioielleria e orologeria Richemont che in Giappone, sua quarta area
geografica per rilevanza, ha messo a segno nell'esercizio terminato
lo scorso 31 marzo vendite per 1,2 miliardi di euro, in aumento del
28% rispetto ai 940 milioni dell'anno fiscale precedente. «Le
entrate in Giappone, che hanno contribuito per il 6% del totale di
gruppo, si sono riprese più lentamente che in altre regioni in
quanto i viaggi internazionali verso il Paese, e le relative
vendite turistiche, sono rimaste contenute», ha specificato la
holding in un comunicato ufficiale. Anche Salvatore Ferragamo ha
dichiarato che, nel primo trimestre 2022, il mercato giapponese ha
riportato un aumento dei ricavi del 17,7%.
La capitale Tokyo rimane il luxury hub all'interno del Paese,
con le boutique più eleganti concentrate nel quartiere di Ginza,
seguita poi da Osaka.
lde
MF-DJ NEWS
2509:04 mag 2022
(END) Dow Jones Newswires
May 25, 2022 03:05 ET (07:05 GMT)
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