Si apre il cantiere per la societarizzazione della rete di Tim. In attesa di capire la strada maestra che il board e gli azionisti del gruppo Tlc sceglieranno tra il piano industriale, le avances di Cvc e l'Opa Kkr, i consulenti sono al lavoro per capire e valutare le modalità per separare la rete, ipotesi centrale nel progetto tracciato dall'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, e propedeutica al piano rete unica con Open Fiber che sulla carta appare il progetto più concreto, stante la posizione attendista su Kkr e alla luce dell'interesse di Cvc per le attività Enterprise.

Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che sulla carta le ipotesi al vaglio sono sostanzialmente due: il conferimento della rete a una newco, destinata in un secondo tempo a finire in Open Fiber o a un partner finanziario, o la scissione vera e propria di Tim con equilibri proprietari sempre da definire.

Posto che il progetto Rete Unica sembra in questa fase rappresentare la migliore opzione per gli attori in campo, le due operazioni porterebbero allo stesso risultato, ma con risvolti differenti per gli azionisti di Tim. Nel primo caso la quotazione della rete unica è un'azione che se e quando sarà decisa competerà alla futura Open Fiber "allargata" e non appare affatto scontata. Nel secondo, invece, con la scissione la quotazione sarebbe automatica.

L'impressione è che il progetto al momento più caldeggiato sarebbe proprio la scissione di Tim, con la quotazione "automatica" della rete unica una volta unita l'infrastruttura a quella di Open Fiber. I soci di Tim si ritroverebbero in questo caso con due titoli quotati: quelli della ServCo e quelli della rete unica. Per ora una decisione definitiva non sarebbe ancora stata presa, ma l'interesse a traghettare l'operazione in questa direzione è largamente diffuso. In proposito decisiva sarà la posizione dei grandi soci di Tim, partendo da Cdp, socia di Tim con il 9,81% e di Open Fiber con il 60% e sponsor principale della rete unica. Proprio Cdp, secondo indiscrezioni, avrebbe di fatto suggerito di coinvolgere la stessa Kkr su un piano differente rispetto a quello preannunciato dell'Opa, che riguardi solo la rete unica.

Più complessa la posizione dei francesi di Vivendi, allineati sicuramente a Labriola, ma attenti soprattutto alla reale valorizzazione del loro investimento e alla limitazione delle perdite, sarebbero disposti quantomeno a valutare un'offerta pubblica di acquisto sull'intero gruppo telefonico, anche da parte del fondo Kkr che finora ha offerto molto meno e a novembre ha fissato un prezzo per azione di 0,505 euro.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

March 31, 2022 03:25 ET (07:25 GMT)

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