Economia / Compliance / Norme e Tributi
- Quattro aziende italiane su cinque hanno implementato un
sistema di whistleblowing;
- In media le aziende italiane ricevono 2 segnalazioni da
whistleblowing in settimana, con picchi di 2,2 segnalazioni al
giorno per le aziende con oltre 10.000 dipendenti;
- L’85% delle aziende italiane ha già iniziato a implementare
uno o più requisiti richiesti dalla Direttiva UE sul Whistleblowing
(2019/1937);
- Il canale maggiormente diffuso per la ricezione delle
segnalazioni è la casella e-mail, strumento che dovrà essere
rivisto con il recepimento della Direttiva;
- La maggioranza del campione analizzato garantisce
l’anonimato ai propri whistleblower. Le segnalazioni anonime
rappresentano oltre il 50% del totale;
- Supera il 65% la media delle segnalazioni che è stata
investigata internamente e si attesta al 17% la media dei casi che
hanno condotto a sanzioni disciplinari.
Sono stati presentati ieri, in occasione della European Compliance and Ethics Conference 2022 di
EQS Group e davanti a una platea di oltre 600 partecipanti, i
risultati della prima indagine sulla gestione delle segnalazioni da
whistleblowing nel settore privato in Italia condotta da EQS Group
S.r.l. con il supporto scientifico della dr.ssa Priscilla Robledo
di The Good Lobby Italia e della dr.ssa Elda Varrone, co-fondatrice
dell’associazione Lab4Compliance.
La survey mira a fotografare le correnti modalità di raccolta e
gestione delle segnalazioni da parte delle aziende italiane
(attualmente regolamentate da Legge 179 del 2017, Modello 231 del
2001 e la Legge 190 del 2012) e a osservare le eventuali differenze
rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE 2019/1937, il cui
recepimento nell'ordinamento italiano dovrebbe avvenire entro il
prossimo 10 dicembre. In totale, 162 aziende italiane, di diversi
settori (automotive, consumer products, energy, financial services,
life sciences, media, etc) e dimensioni (da 1 a più di 10.000
dipendenti), hanno preso parte all’indagine condotta tra il 31
agosto e il 02 ottobre 2022.
A cinque anni dalla Legge 179 del 2017, emerge che quattro
aziende italiane su cinque (78%) hanno implementato un sistema di
segnalazione interno. Tra queste, il canale di segnalazione
maggiormente diffuso sembra essere quello della casella e-mail,
scelto come unico canale di whistleblowing dal 17% del campione di
aziende intervistate. Questo dato dimostra un ancora scarso livello
di consapevolezza circa l’attenzione da prestare alla sicurezza
informatica e circa l’importanza di tutelare la riservatezza dei
dati personali e delle informazioni condivise.
Alta è, invece, la media delle segnalazioni ricevute da parte
delle aziende italiane, che raggiunge quota 142 all’anno, per un
totale di 1 segnalazione da whistleblowing ogni 2,5 giorni (2 a
settimana). Nelle aziende di dimensioni maggiori (più di 10.000
dipendenti), inoltre, la media raggiunge quota 835 casi all’anno,
pari a 2,2 segnalazioni al giorno.
Significativa è l’analisi circa la possibilità di garantire
l’anonimato ai propri whistleblower: la quasi totalità del campione
preso in analisi ha previsto le segnalazioni di tipo anonimo, fatta
eccezione per le aziende nella fascia tra i 1.000 e i 4.999
dipendenti, le quali non consentono l’anonimato nel 21% dei casi.
Laddove consentite, le segnalazioni di tipo anonimo superano il 50%
del totale dei casi, con picchi del 63% per aziende con oltre
10mila dipendenti. Le aziende più piccole (1-49 dipendenti),
invece, ricevono solamente il 14% delle segnalazioni senza
indicazione circa l’identità del segnalante.
Anche per quanto riguarda l’apertura di indagini interne e la
conseguente applicazione di sanzioni disciplinari i numeri parlano
chiaro: il ca. 65% delle segnalazioni è circostanziato e il 17%
porta a conseguenza disciplinari, dato che raggiunge il 33% nelle
aziende con 250-999 dipendenti.
Prendendo in analisi il profilo dei segnalanti, si evidenzia
come la pressoché totalità delle segnalazioni riportate derivi da
dipendenti, un 1% di segnalazioni venga inviato da dirigenti e
l’assenza (0%) di segnalazioni provenienti da C-suite. Contano, di
contro, per il 7% del totale le segnalazioni provenienti da
clienti, partner e/o fornitori – dato che si accinge a cambiare con
l’estensione dell’ambito soggettivo di segnalazione previsto dalla
Direttiva UE 2019/1937.
Altro dato significativo che emerge dall’indagine di EQS Group è
quello relativo ai tempi di gestione e chiusura delle indagini
interne, che rileva un ca. 40% di rispondenti non in grado di
stimare le relative tempistiche – indicatore che evidenzia la
necessità di rivedere questo passaggio del processo, una volta
recepita la Direttiva anche nel nostro Paese. Essa, infatti,
prevede tempistiche di risposta, gestione e chiusura dei casi
definite. Bene il risultato per le aziende con più di 5.000
dipendenti, la cui maggioranza dichiara di riuscire a chiudere i
casi entro i 90 giorni previsti dalla normativa europea.
Relativamente a quest’ultima, emerge un altro dato confortante:
solamente il 15% del campione analizzato dichiara di non avere
ancora iniziato a rivedere i propri processi e strumenti interni in
coerenza con i requisiti dettati dalla Direttiva e ben il 16% dei
rispondenti ha già correttamente implementato le principali novità
contenute nel testo unionale. Questo dato conferma come lo sforzo
necessario per adeguare il proprio operato in maniera compliant a
quanto previsto dalla Direttiva sia possibile e adeguato, ed è la
riprova che il lavoro di informazione, formazione e consulenza
operato da istituzioni, associazioni e aziende sta portando i
propri frutti.
È possibile visionare il report completo su sito di EQS Group
S.r.l.:
https://www.integrityline.com/it/competenza/white-paper/report-indagine-whistleblowing-italia/
Quote – Laura Santeusanio, Managing
Director di EQS Group S.r.l.
“Questa survey ha un grande valore perché è la prima nel suo
genere e solo attraverso la conoscenza dei dati di realtà si
possono effettuare valutazioni e miglioramenti” ha commentato
Priscilla Robledo. “Il quadro che ne esce è confortante: in attesa
dell’iniziativa del legislatore, dal quale aspettiamo da un anno il
recepimento della Direttiva, le aziende private si stanno già
muovendo sul fronte organizzativo e dimostrano di avere capito il
valore dello strumento del whistleblowing, sebbene ci siano margini
di miglioramento. Ovviamente non basta, la Direttiva va recepita
quanto prima al fine di assicurare una piena tutela dei e delle
segnalanti. In base alla survey, l’8% dei casi segnalati nel 2021
era di potenziale corruzione. Mi rivolgo al legislatore: il
whistleblowing ha una chiara funzione preventiva, non
dimentichiamolo”.
Quote – Elda Varrone, Co-Fondatrice di
Lab4Compliance
“La grande partecipazione alla survey ci conferma che il tema
del Whistleblowing è un tema prioritario per le aziende italiane e
che, al netto della Direttiva UE, è già molto sentito. Lo strumento
del Whistleblowing è, infatti, uno dei pillar su cui si fonda un
compliance program efficace, e la survey ha restituito in tal senso
interessanti spunti di riflessione e la benchmark di valore.”
European Compliance & Ethics
Conference (ECEC)
La European Compliance & Ethics Conference (ECEC) è una
conferenza virtuale dedicata all’etica e alla compliance, promossa
e organizzata dal 2019 da EQS Group – azienda tedesca fornitrice di
soluzioni digitali per i processi di Compliance e Investor
Relations. L’edizione 2022, in programma martedì 11 e mercoledì 12
ottobre, propone un fitto programma di appuntamenti (webinar,
conferenze, working group) assieme ai principali esperti
internazionali e con le oltre 7.000 registrazioni si riconferma una
degli appuntamenti più attesi nell’ambito. Durante la prima delle
due giornate, ECEC ha ospitato il webinar dal titolo “La nuova
legge italiana sul whistleblowing: Rischi, implicazioni e
prospettive per le aziende italiane”, in occasione delle quale sono
stati presentati in anteprima i risultati inediti della survey
condotta da EQS Group S.r.l. e dedicata all’analisi del
whistleblowing nelle aziende italiane. All’evento hanno preso parte
Alessia Bausano, Legal Affairs, Justice and Legality Senior
Professional presso Confindustria, Angelo Micocci, Responsabile
Internal Audit presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Membro
del Comitato Editoria di AIIA (Associazione Italiana Internal
Auditors), Filiberto E. Brozzetti, Senior Advisor to the Vice
President presso il Garante Privacy, Maria Hilda Schettino,
Associate presso R�dl & Partner, Priscilla Robledo, Business
ethics advocate e consulente presso The Good Lobby, Elda Varrone,
Anticorruption & Compliance Manager presso Sisal Group e
Co-Founder presso Lab4Compliance e Laura Santeusanio, Managing
Director presso EQS Group Italia.
Maggiori informazioni circa la conferenza a questo sito:
https://www.ecec-community.com/
Vedi la
versione originale su businesswire.com: https://www.businesswire.com/news/home/20221012005186/it/
Contatto per la stampa di EQS
Group:
Paola Simonetti Marketing & Communications Manager – EQS
Group S.r.l. Bastioni di Porta Nuova 21 20121, Milano E-Mail:
paola.simonetti@eqs.com Cellulare: +39 342 5517681
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