La Francaise AM: le prospettive economiche per il 2024 - PAROLA AL MERCATO
21 Gennaio 2024 - 12:06PM
MF Dow Jones (Italiano)
di François Rimeu*
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 21 gen - I consensi del
mercato sono spesso fuorvianti e l'anno scorso non ha fatto
eccezione: la crescita degli Stati Uniti ha superato il 2,5%, ben
al di sopra dello 0,3% previsto all'inizio del 2023. Grazie alla
robusta forza economica degli Stati Uniti, anche gli asset
rischiosi hanno superato le aspettative, con le azioni che hanno
generalmente sorpassato le obbligazioni.
Attualmente, il consenso del mercato sembra essere il seguente:
un atterraggio morbido diffuso, ossia una crescita positiva ma
inferiore al potenziale tra le economie sviluppate, con
un'inflazione che torna gradualmente all'obiettivo fissato dalle
banche centrali, il che consentirà loro di avviare rapidamente un
ciclo di riduzione dei tassi. Quest'ultimo punto è certamente
quello che ci preoccupa di più, soprattutto negli Stati Uniti. La
rapida disinflazione registrata nel 2023 deriva principalmente da
effetti base negativi molto forti che non dovrebbero ripetersi nel
2024. L'unica eccezione potrebbe essere rappresentata da un
ulteriore calo dei prezzi delle materie prime, uno scenario che
riteniamo improbabile data la posizione estremamente negativa sul
petrolio grezzo già assunta dagli investitori. Un calo
dell'inflazione nel 2024 - in particolare dell'inflazione core -
potrebbe incontrare un'ulteriore sfida nelle tensioni in atto sul
mercato del lavoro. L'inflazione salariale rimane elevata (come nel
resto d'Europa, almeno nei Paesi del Sud), con conseguente
inflazione che colpisce i settori dei servizi. Ciò potrebbe rendere
le stime di mercato, sulla traiettoria dei tassi di interesse di
riferimento della Fed, un po' troppo ottimistiche.
A nostro avviso, è poco probabile che l'economia statunitense si
indebolisca nel prossimo futuro. Il mercato del lavoro è ancora in
buone condizioni, con conseguente aumento del potere d'acquisto
delle famiglie. Queste ultime dispongono ancora di un notevole
surplus di risparmio (le stime vengono costantemente riviste al
rialzo) e di costi storicamente bassi in caso di ricorso al debito.
In passato, il calo del dollaro è stato un buon indicatore
dell'attività economica futura e ora sembra segnalare una ripresa
degli indicatori di attività, in particolare nel settore
manifatturiero.
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare lo slittamento degli effetti
delle politiche monetarie restrittive, che dovrebbero avere un
impatto negativo sul ciclo nel 2024. Finora sembra tutto "sotto
controllo", ma le cose potrebbero cambiare rapidamente, come ci ha
ricordato la crisi delle banche regionali statunitensi nel marzo
2023.
La situazione nell'eurozona appare piuttosto stabile. La regione
sta vivendo una crescita debole e gli indicatori anticipatori
suggeriscono che questa tendenza continuerà. Il mercato del lavoro,
che fino a poco tempo fa era abbastanza vivace, sembra essersi
deteriorato in Francia e Germania negli ultimi mesi. Ciò dovrebbe
favorire il proseguimento della tendenza disinflazionistica, anche
se la fine dei vari piani volti a ridurre l'impatto dell'aumento
dei prezzi dell'energia potrebbe rendere la disinflazione meno
semplice del previsto.
La Cina mostra solo pochi segnali di accelerazione. Le ultime
misure adottate dal governo per sostenere il mercato immobiliare
sono un passo nella giusta direzione, ma non sono sufficienti a
ripristinare la fiducia dei consumatori e degli investitori. Gli
ultimi dati sul ricordo al credito confermano che l'economia cinese
non si sta più deteriorando, ma non sta nemmeno subendo una ripresa
significativa.
*La Française AM Strategist
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