di Patrick Barbe*

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Milano, 25 gen - Siamo consapevoli della portata dell'annuncio fatto la settimana scorsa da Lagarde in termini di svolta nella politica monetaria della Bce, visto che ha affermato che la prossima mossa dovrebbe essere un taglio dei tassi entro l'estate. Tuttavia, la maggior parte dei membri della Bce è preoccupata per le eccessive aspettative del mercato in quest'ambito. In vista del meeting di oggi, hanno ribadito la propria impostazione hawkish per raffreddare i mercati. Anche alcuni membri dovish sembrano preferire un primo taglio dei tassi a giugno o più tardi. In realtà, ci sono due modi di pensare tra i membri del consiglio direttivo della BCE, il che è un elemento importante per quanto riguarda la tempistica e la portata dei tagli dei tassi: un approccio consiste nel tagliare i tassi chiave una volta vi sia la certezza che le prospettive dell'inflazione sono in linea con le proiezioni della BCE di un ritorno stabile all'obiettivo. Si tratta quindi di un approccio puramente basato sui dati economici piuttosto che sul calendario. Il secondo approccio consiste nell'attendere che gli aumenti salariali si raffreddino, cosa che potrebbe richiedere tempo e che quindi costituisce il rischio principale per i mercati.

Guardando alla Germania, sembra la recessione industriale abbia toccato il fondo. I principali indicatori industriali tedeschi mostrano un deterioramento sempre minore dell'attività. Parallelamente, il settore dei servizi si è stabilizzato evitando la recessione. Possiamo quindi aspettarci un'economia tedesca sia in crescita quest'anno, ma non vediamo alcun fattore di spinta per una ripresa dell'attività: non solo permangono elevati costi energetici, si muovano intorno al livello più basso degli ultimi due anni, anche i tassi di prestito sono elevati e ci sono scarse aspettative di esportazione, elemento chiave di supporto dell'economia tedesca. Questo ci porta a ritenere che le obbligazioni tedesche siano ben prezzate e che dovrebbero attestarsi intorno al loro livello attuale, corrispondente a un rendimento del Bund a 10 anni inferiore al 2,5%.

In assenza di una decisione chiave da prendere, ci aspettiamo che la BCE aggiorni la sua analisi sulle prospettive del tasso di inflazione e sui suoi fattori chiave, in particolare adottando un orizzonte di lungo periodo. La BCE potrebbe voler pesare sul pricing di mercato dei rendimenti obbligazionari a lungo termine, considerando che l'inversione della curva non è un risultato positivo per la sua policy.

*Head of European Investment Grade Fixed Income di Neuberger Berman

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