Doveva essere il duello della rivincita per
Joe Biden che aveva voluto sfidare il suo rivale
Donald Trump quattro mesi prima dell’appuntamento delle urne. Invece, si è rivelata una disfatta per il candidato democratico, accendendo i dubbi sulla sua età. La performance instabile e piena di momenti di incertezza, la voce rauca, avrebbero gettato il
partito Democratico nel panico, secondo quanto scrive la stampa internazionale. Alcuni osservatori parlano di responsabili della campagna di Biden “nel panico”, al punto che anche il
New York Times cita la possibilità di una sostituzione in corsa del candidato.
LO SCOMPIGLIO DEL PARTITO DEMOCRATICO
Per il DailyMail, subito dopo il confronto televisivo sono partite le chiamate all’interno del
partito democratico per sostituire l’81nne presidente in carica nella corsa alle presidenziali Usa. “Penso che ci sia stato un senso di shock in realtà per come è uscito all’inizio del dibattito, per come suonava la sua voce, sembrava un po’ disorientato”, ha detto alla CNN l’ex consigliere senior del presidente
Barack Obama,
David Axelrod. Il consulente ha anche aggiunto che ci sarebbero state “discussioni” nel partito dopo il dibattito sull’opportunità che Biden debba continuare la sua corsa per la rielezione.
I PIANI PER SOSTITUIRE BIDEN
“
Biden sta per affrontare un crescendo di richieste di farsi da parte”, ha detto un veterano democratico che ha sostenuto fermamente il signor Biden pubblicamente, citato dal NYT. “Joe aveva un profondo pozzo di affetto tra i democratici. Si è prosciugato. I partiti esistono per vincere. L’uomo sul palco con Trump non può vincere. La paura di
Trump ha soffocato le critiche a Biden. Ora quella stessa paura alimenterà le richieste di dimettersi”, ha aggiunto la fonte.
I TREND SUI SOCIAL
“Ragazzi, i
democratici dovrebbero nominare qualcun altro, prima che sia troppo tardi”, ha scritto sui social media Andrew Yang, che si è candidato contro Biden per la nomination democratica nel 2020, prima della fine del dibattito, aggiungendo l’hashtag #swapJoeout.
CHI DECIDE NEL PARTITO
La partita rimane aperta, dal momento che nessun presidente in carica si è ritirato dalla corsa così tardi nel
ciclo della campagna, e c’è poco consenso su cosa accadrebbe se lo facesse. Giovedì sera i democratici immaginavano scenari che avrebbero richiesto a veterani del partito come il senatore
Chuck Schumer di New York, l’ex speaker
Nancy Pelosi della California e il rappresentante
James E. Clyburn della Carolina del Sud di intervenire presso il presidente, sebbene non ci fossero indicazioni che qualcuno di loro avrebbe accettato di farlo.