La sofferenza del settore del lusso contagia anche il fast fashion. Il gigante svedese della moda pronta H&M ha reso noto che l’utile operativo del gruppo per il terzo trimestre fiscale è stato di 3,51 miliardi di corone svedesi (345,8 milioni di dollari), rispetto ai 4,74 miliardi di corone svedesi dell’anno precedente. La società ha dovuto rivedere al ribasso il suo obiettivo di margine di utile per il 2024, dopo aver segnalato all’inizio dell’anno condizioni più difficili per raggiungere tale livello. Previsto un costo degli sconti in relazione alle vendite leggermente in aumento nel quarto trimestre. Le azioni del gruppo H&M scendono del 4% nel corso della mattinata alla Borsa di Stoccolma.

TEMPI DURI PER IL CEO

H&M, che è il secondo più grande rivenditore di abbigliamento al mondo, ha annunciato di essere alle prese con profitti in calo e inventari in aumento, mentre la domanda da parte dei consumatori è in calo. Il rallentamento potrebbe pesare sulla posizione del ceo, Daniel Ervér, in carica da appena otto mesi succedendo a Helena Helmersson a fine gennaio. Ervér si è impegnato a “creare un valore imbattibile per i clienti e una crescita redditizia”. LA CONCORRENZA NEL FAST FASHION Il ceo di H&M, alle prese con la concorrenza sfrenata da parte di Inditex, proprietario di Zara, e del rivenditore di fast-fashion Shein, ha dichiarato che “i fattori esterni hanno avuto un impatto maggiore di quanto ci aspettassimo sui nostri ricavi dalle vendite e sui costi di acquisto” e che “al momento stimiamo che il margine operativo di quest’anno sarà inferiore al 10 percento”. “Siamo fiduciosi che il nostro piano contribuirà ad aumentare le vendite e la redditività”, ha aggiunto Ervér.