La corsa delle big tech sta per arrivare al capolinea?
I titoli tecnologici e le Magnifiche 7 hanno vissuto la peggiore seduta del 2024, portando il Nasdaq ad avere il calo più consistente in un giorno dal 2022
Autore: Annalisa Lospinuso, ADVFN Italia News
18/07/2024
È iniziata con il crollo delle azioni di TSMC (-7,8%) ed è proseguita con vendite diffuse in tutto il settore dei semiconduttori e del tech. La seduta di ieri è stata la peggiore di tutto il 2024 per le cosiddette Magnifiche 7, le società a maggior capitalizzazione di Wall Street, che operano principalmente nel settore della tecnologia e innovazione. Le azioni di Nvidia (-6,6%), Meta Platforms (-5,6%), Microsoft (-1,3%) e di altri titoli tecnologici sono scivolate in territorio negativo facendo vivere al Nasdaq Composite la sua giornata peggiore in oltre un anno, chiudendo con un calo del 2,7%. Si tratta del più grande calo giornaliero dal 2022 che insinua dubbi sulla tenuta del settore tech e sul futuro del trend rialzista.
DI QUANTO CALERANNO I TITOLI TECH
I movimenti della seduta di ieri mostrano che la grande rotazione del mercato azionario: è stata la prima volta dal 1999 che il blue-chip Dow ha registrato un guadagno mentre l’S&P 500 è sceso di oltre l’1%, secondo Dow Jones Market Data. Ora alcuni investitori si stanno chiedendo di quanto ancora potranno calare i titoli tech che hanno portato il Nasdaq a un guadagno di quasi il 20% in un anno.
LE BIG TECH CHE HANNO SOFFERTO DI PIÙ
Il sell-off dei titoli tecnologici per un normale ricambio in portafoglio, in particolare di quelli delle big tech, è stato aggravato dalle minacce dell’ex presidente Donald Trump contro Taiwan e dalle indiscrezioni sulle prossime mosse dell’amministrazione Biden contro l’esportazione di chip in Cina. Asml ha perso quasi il 13%, Marvell Technology e Amd oltre il 10%, Arm il 9,5%, Qualcomm l’8,6%, Nvidia il 6,6%. Anche Tesla ha perso il 3,15%, Amazon ha ceduto il 2,6% ed è stato il peggiore sul Dow, Apple il 2,5%, Alphabet l’1,6%, Microsoft l’1,3%.
ROTAZIONE DI PORTAFOGLIO
I trader hanno rapidamente riorganizzato le loro strategie, riversandosi in società più piccole e in difficoltà, che dovrebbero beneficiare di tassi di interesse più bassi. Il timore principale che ora aleggia sul tech è che i produttori di chip dovranno affrontare maggiori restrizioni commerciali negli Stati Uniti, indipendentemente da chi vincerà le elezioni presidenziali di novembre.